1) auspicato una nuova architettura istituzionale comunitaria ed anche un nuovo trattato europeo, sulla scorta della considerazione che a fronte della crisi geopolitica esplosa sulla sponda sud del Mediterraneo "l'Europa ha mostrato una visione politica totalmente insufficiente, nonostante i trattati offrano un'ampia base di interventi";
2) invitato l'Unione europea ad avviare una riflessione sul proprio modello economico e sociale, il quale ad avviso del Ministro in futuro dovrebbe basarsi anche su massicci investimenti pubblici a favore di interessi collettivi; a tal proposito Tremonti ha fatto l'esempio del finanziamento di politiche di sviluppo a favore delle energie rinnovabili tramite eurobond;
3) ammonito gli astanti, con evidente riferimento all'avanzata della destra xenofoba in mezza Europa, ricordando loro che: "sui binari della paura si modificano gli equilibri politici del nostro continente".
Complimenti al Ministro Tremonti per il compitino svolto alla perfezione: anche stavolta ha dimostrato di essere il primo della classe.
Ora però il Superministro, universalmente riconosciuto come il vero perno dell'azione del governo Berlusconi oltre che il collante delle due principali compagini di cui l'esecutivo è espressione, dovrebbe, se non altro per coerenza, prendere educatamente la parola durante il prossimo Consiglio dei ministri e fare presente al suo Presidente e ai suoi colleghi esattamente gli stessi concetti espressi oggi a Bruxelles,
1) visto che esternazioni a caldo poco consone in certi consessi europei, così come piccoli dettagli quali per esempio l'incapacità di nominare un Ministro per le politiche europee che manca da sei mesi, potrebbero far pensare che l'orientamento del governo non sia proprio in linea con quanto espresso da Tremonti in merito alla volontà di progredire nella costruzione di un'Europa forte e funzionale; visto che, al pari e forse peggio delle altre cancellerie europee, quest'inverno il governo ha completamente fallito nel carpire la portata di quanto stava accadendo sulla sponda sud del Mediterraneo, derubricando sin dall'inizio il tutto a una problema di immigrazione, senza che ciò potesse almeno significare una minima preparazione ai non certo biblici flussi migratori con cui ora ci stiamo confrontando;
2) visto che questo governo non ha mai neanche preso in considerazione l'ipotesi di lavorare ad una riforma del welfare organica e strutturale; visto che questo governo continua con una politica economica di soli tagli alle voci di spesa, ovvero con un'azione totalmente deficitaria dal punto di vista dello stimolo alla crescita e allo sviluppo, deludendo sempre più spesso anche gli amici di Confindustria; visto che questo governo anche nel momento in cui annuncia di abbandonare l'avventura nucleare (ma sarà poi vero?) invece di programmare investimenti in energie rinnovabili sostenibili e convenienti per l'Italia - come per esempio la geotermia - decide di puntare sullo shale gas, costosa e inquinante energia alternativa, attraente solo per i soliti grandi oligopolisti del mercato dell'energia;
3) visto che questo governo e questa maggioranza paiono essere essi stessi maestri assoluti nel veicolare il consenso attraverso la generazione di paure, specie sotto elezioni: per esempio ad alcuni osservatori la situazione di emergenza, tensione ed esasperazione a Lampedusa, a Manduria e altrove, è sembrata più che altro essere stata creata ad arte; per esempio ci tocca sentire un sottosegretario inneggiare all'uso delle armi; per esempio, più in generale, grazie a belle idee come le ronde, grazie alla criminalizzazione dei clandestini, grazie all'esercito nelle strade, e grazie ai media nazionali che amplificano le notizie di cronaca nera, tra gli italiani la percezione di insicurezza aumenta, anche a fronte della diminuzione dei reati.
Non vedo l'ora che Tremonti tenga la sua lezione anche a Palazzo Chigi. Di roba da spiegare ne ha veramente parecchia.
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