"Se ci sono responsabilità mie, pagherò io. Tutti quelli che hanno responsabilità dovranno pagare". "Per il passato non metto la mano sul fuoco. Ma da oggi si cambia".
Il 10 dicembre Alemanno ha finalmente ammesso che nonostante la faziosità di chi ha alzato tutto il polverone (Repubblica in primis) effettivamente qualcosa non è andato nel verso giusto nella gestione delle municipalizzate da quando lui è sindaco di Roma: "qualcosa", perché per esempio al sindaco risultano solo 85 casi di assunzioni sospette in Atac, di cui 18 di responsabilità non di politici ma di sindacalisti.
E per quanto abbia maldestramente provato a chiamarsi fuori (gli è scappato un "Io non mi occupo di assunzioni"), viene difficile non pensare ad una (anche) sua responsabilità nello scandalo delle migliaia di assunzioni per chiamata diretta in Atac come in Ama, dato che è stato lui a nominare i suoi uomini di fiducia nonché amici di lunga data Adalberto Bertucci e Franco Panzironi a capo di quelle due municipalizzate che ora sono al centro dello scandalo per la più grande imbarcata che Roma ricordi di raccomandazioni di figli, mogli, compagne, amici, segretarie, portaborse, compagni di partito. Un enorme traffico di favori in cambio di voti e di consenso, di cui in questo lunghissimo post verranno richiamati i principali aspetti, e che Pietrangelo Buttafuoco, giornalista di Panorama con trascorsi di militante nell'Msi e in An, ha riassunto efficacemente in poche battute in un'intervista al Fatto Quotidiano:
"Hanno cercato di farsi democristiani a suon di clientele familistiche. Non ci sono giustificazioni, a maggior ragione per chi è cresciuto in questo mondo. Chissà come starà soffrendo Pino Rauti[...]. Il sindaco di Roma deve fare il sindaco di Roma. Invece che fa? Politica: costruisce il suo gruppo, piazza i suoi uomini, coltiva il suo giardino di consensi[...].È diventato un interventista politico, politichese e politicuzzo. Flavio Tosi, per dire, è un sindaco di tutt’altro livello".
Tuttavia il "metodo alemanno"- uno spoil system praticato all'ennesima potenza e finalizzato a rafforzare le maglie della fitta rete clientelare-familistica alla base del consenso politico dell'attuale sindaco di Roma - era già noto dai tempi del secondo governo Berlusconi(2001-2006), quando Alemanno era Ministro delle Politiche agricole e forestali: una schiera di fedelissimi fu sistemata nel Ministero e soprattutto nell'ente Unire, che gestisce l'ippica. Molti cognomi di dirigenti di allora in carica al Mipaf e all'Unire sono gli stessi che ora a vario titolo sono coinvolti nella parentopoli romana: Panzironi, Saltamartini, Mamalchi...
Stavolta però per Alemanno sarà più difficile uscirne indenne: infatti oltre alle varie inchieste giornalistiche, sono in corso due separate indagini da parte della Procura di Roma per abuso di ufficio, un'indagine della Corte dei Conti, oltre all'inchiesta interna dell'Atac e alla promessa di istituzione di una commissione comunale ad hoc che stilerà un codice etico per concorsi e assunzioni. E intanto i carabinieri in queste ore stanno spulciando i libri paga dell'azienda, nella convinzione che almeno dalla lettura di quelle pagine non possa sfuggire anomalia alcuna.
Ma che in Atac ci fosse qualcosa che non andasse - nella tenuta dei conti così come nella logica delle assunzioni - era chiaro già da mesi. Per esempio a fine luglio, nella relazione al bilancio consolidato 2009 il collegio dei sindaci ha scritto: "Al 31 dicembre (2009 ndr) il personale in servizio risultava essere complessivamente di 12.957 unità, delle quali 94 dirigenti, 230 quadri, 1.739 impiegati e 10.894 operai, autisti e altre categorie. Non sembra che si sia verificato alcun effetto di sinergia, come auspicato nella delibera di riassetto, ed il personale appare sovrabbondante in tutti i settori, specie in quello dirigenziale". A questa situazione poi va aggiunto l'ulteriore aumento di 50 milioni di euro delle spese per il personale avvenuto nel 2010.
Ma che in Atac ci fosse qualcosa che non andasse - nella tenuta dei conti così come nella logica delle assunzioni - era chiaro già da mesi. Per esempio a fine luglio, nella relazione al bilancio consolidato 2009 il collegio dei sindaci ha scritto: "Al 31 dicembre (2009 ndr) il personale in servizio risultava essere complessivamente di 12.957 unità, delle quali 94 dirigenti, 230 quadri, 1.739 impiegati e 10.894 operai, autisti e altre categorie. Non sembra che si sia verificato alcun effetto di sinergia, come auspicato nella delibera di riassetto, ed il personale appare sovrabbondante in tutti i settori, specie in quello dirigenziale". A questa situazione poi va aggiunto l'ulteriore aumento di 50 milioni di euro delle spese per il personale avvenuto nel 2010.
E questo mentre la situazione dei conti dell'azienda si faceva sempre più drammatica: oltre a quanto già evidenziato in un altro post de L'interessante, ora si apprende che, stante il fabbisogno mensile netto dell'Atac di 50 milioni di euro, al 26 ottobre nelle casse dell'azienda di milioni ce n'erano solo 48, nonostante i 397 accordati dalle banche sotto forma di fidi, e quindi da fine novembre Atac è "tecnicamente in default" (da Repubblica), con ripercussioni ovviamente anche sui servizi offerti, tanto che, come già evidenziato nel precedente post, alla fine dell'anno il chilometraggio percorso complessivamente dai mezzi Atac sarà molto inferiore a quanto pattuito col Comune di Roma, con la probabilità di ingenti sanzioni pecuniarie e il taglio delle ferie per i conducenti. A proposito di questa categoria, in cui negli ultimi tempi le assunzioni sono state al massimo la metà di quelle dei "colletti bianchi", nonostante la cronica mancanza di autisti che costringono quelli che ci sono ai doppi turni, è da segnalare l' efficace protesta messa in atto mercoledì dal "Movimento per Roma" e da alcuni autisti e controllori dell'Atac, che hanno riconsegnato al Dopolavoro i panettoni regalati dall'azienda per Natale al grido di "Magnateve pure questo".
Come detto in precedenza la deriva delle assunzioni nell'azienda del trasporto capitolino è cominciata con l'avviamento della nuova Atac spa, che da gennaio 2010 ha accorpato a sé le altre due aziende del trasporto cittadino Met.ro e Trambus. E' proprio a cavallo dell'accorpamento che si sono verificate molte delle 854 assunzioni a chiamata diretta e senza concorso, profittando della confusione indotta dall'unificazione delle tre società, e dalla conseguente possibilità di insabbiamento di assunzioni poco limpide.
Scrive il corriere in merito al periodo dell'accorpamento:
Un posto c’è più o meno per tutti, l’assunzione veniva offerta a destra e a manca. Qualche consigliere comunale se lo ricorda: "Sono venuti anche da me: "Ma non hai qualcuno da piazzare? Ho rifiutato", dice un politico, che chiede di rimanere anonimo. Il «giro» era molto ampio. E comprendeva non solo le prime file della politica, ma anche più basse. Fino ai consiglieri municipali, o ai minisindaci targati Pdl.
Adalberto Bertucci, l'ad di Trambus prima e di Atac spa poi, ora dimessosi, è il primo indiziato per le assunzioni a chiamata diretta avvenute tra il 2009 ed il 2010. Ma l'ex ad dalle accuse si difende a spada tratta, seppur in maniera scomposta: "così fan tutti, che male c'è?" è il senso delle sue dichiarazioni . E anche se si è dimesso tuttavia continua a percepire 219 mila euro annui per un contratto di consulenza verso l'azienda, ovvero verso se stesso quando era Ad, e stipulato da se stesso. Si ricorda peraltro che l'eccentrico Bertucci, mentre le casse dell'azienda si prosciugavano, e i servizi offerti ai romani peggioravano, propose il cambio del parco macchine per i dirigenti dell'azienda: nuove auto "di fabbricazione straniera e di marca pregiata"..una richiesta per fortuna respinta dal collegio dei sindaci che la bollarono "non confacente a una società in costante perdita di esercizio".
Tanto per spiegare bene cos'è la famiglia Bertucci, nei giorni scorsi è emerso che il fortunatissimo figlio di Adalberto, Marco Bertucci, non pago di sedere nel consiglio provinciale di Roma e in quello comunale di Guidonia, ha trovato anche il tempo per una consulenza esterna in materia di "assistenza tecnica giuslavoristica" al Ministero dell'Ambiente per un compenso di 62 mila euro per un mese di lavoro.
Al fidato (solo per Alemanno) Adalberto Bertucci si possono far risalire almeno una sessantina di assunzioni più che dubbie di parenti o esponenti del Pdl di area ex-An, tutti di provenienza dal suo bacino elettorale, dall'area a nord est di Roma che gravita intorno al grosso comune di Guidonia-Montecelio (da cui tra l'altro alle ultime regionali sono arrivati i voti per Mario Brozzi l'ex medico della Roma e vicinissimo sia ad Alemanno che alla famiglia Bertucci).
Qualche nome di dipendenti Atac provenienti da quella zona: Patrizio Cristofari, genero di Bertucci, che con un diploma da perito tecnico e un passato da fioraio a Guidonia è assurto alla guida dell´area Mantenimento opere civili e impianti di Atac. L´ex vicesindaco di Guidonia, Mauro Lombardi, assunto con la carica di responsabile Acquisti e monitoraggio contratti; un posto fisso è stato accordato anche al vicesindaco in carica di Montelibretti, il 32enne Marco Bernardini, a Roberto Di Giacomo, autista di Bertucci nonché ex consigliere di circoscrizione a Setteville (tra Guidonia e Roma), alla figlia di Ernelio Ciprani assessore ai Servizi Sociali a Montecelio, e a Martina Domenici, nonostante sia anche Assessore alle Politiche Sociali a Sant'Angelo Romano (nord di Guidonia) - ma probabilmente conta di più il fatto che è cognata del figlio di Bertucci. Da Fonte Nuova è arrivato all'Atac Maurizio Guccini, che ha anche un posto nella giunta comunale ed è anche presidente provinciale della fondazione Giovane Italia.
Hanno trovato posto in Atac anche i rispettivi figli di Nicolas Romitelli, Alessandro Roberti e Aldo Minati, tutti importanti esponenti di "Nuovo Giorno" ovvero l'associazione culturale che fa capo indovinate a chi? Ma a Bertucci ovviamente..il che significa anche la garanzia di notevoli contributi pubblici di cui la fondazione beneficia.
Da Tivoli hanno trovato un secondo lavoro (o perlomeno una seconda busta paga) i consiglieri comunali Emanuele di Lauro ed Ettore Tirrò; quest'ultimo tra l'altro è figlio di Alfredo Tirrò ex aennino assurto a capo del personale della società Risorse di Roma e contemporaneamente membro del cda della stessa società (quindi doppia retribuzione: 90 mila per la posizione quadro, 20 mila perché nel cda).
Un contratto a tempo indeterminato non è stato negato neanche a Fabio Giangreco, nipote di Bertucci. Francesca Romana Zadotti, ex segretaria di Bertucci, sta facendo ora una rapida carriera piena di successi: nota in azienda come "la zarina", è stata prima capo Conformità, rischio e certificazioni di Atac, mentre da luglio è consigliere delegato di Trambus Open. E visto che la segretaria di strada ne ha fatta, la stessa Zadotti non ha avuto difficoltà nel trovare un posto al settore marketing per la nuora Carla Marchi.
Molti sono i nomi che coinvolgono gli stessi esponenti della giunta del sindaco, che ora sta pensando ad un rimpasto per cercare di placare un po' l'opinione pubblica sempre più affamata di giustizia e desiderosa di vedere cadere qualche testa. Si è fatto il nome di tre assessori che potrebbero essere rimossi: uno era Marco Corsini, responsabile dell'urbanistica, ma appunto "era", perchè il suo protettore Cicchitto con una ruvida telefonata ha fatto sapere ad Alemanno che Corsini non si tocca, il che palesa il tipo di difficoltà cui andrà incontro il sindaco nel rimettere mano alla sua giunta, in un momento in cui il Pdl ha già le sue tensioni a livello nazionali, e col padre-padrone Berlusconi che in questo momento non si esporrà certo anche su Roma.
Rischia poi Fabio De Lillo, che è stato sfiorato dalla parentopoli ma che soprattutto nella giunta comunale è il responsabile per l'Ama, l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti coinvolta anch'essa nella parentopoli romana. Ma chi, nonostante le rassicurazioni e le minimizzazioni di Alemanno, ha già un piede nella fossa, politicamente parlando, è soprattutto Sergio Marchi, l'assessore alla Mobilità di cui tutti gli automobilisti e utenti romani vorrebbero conoscere con esattezza l'agenda quotidiana degli impegni, e che però intanto di sicuro ha sistemato in Atac la fidanzata Flavia Marino, trasferita da Cotral a Met.ro e poi in Atac spa da quest'anno (con significativi scatti di carriera: nel 2010 ha già avuto due proposte di aumento di stipendio, una accettata, una rifiutata), il cognato, la segretaria Loredana Adiutori, la figlia della segretaria, più altri parenti del suo staff. E' balzato agli onori delle cronache anche il caso del doppio incarico di Stefano Salza contemporaneamente presidente del Cral del comune di Roma, e dirigente marketing in Atac, entratoci all'epoca della fusione e poi promosso dirigente da Bertucci, previa sponsorizzazione proprio dell'assessore Marchi.
Ci sono poi Claudia Cavazzuti, capo del settore Normativa e disciplina dell'Atac, e moglie del senatore del Pdl Stefano De Lillo nonché cognata di Fabio, l'assessore all´Ambiente di cui sopra; la pittrice Stefania Fois, che è a capo della Direzione Comunicazione dell'azienda, un ruolo importante e delicato, affidatole forse in virtù dei 12 anni di carriera professionale nel gruppo Ferrovie Nord Milano, o forse in virtù del legame affettivo che la lega al deputato pdl Marco Marsilio, già capogruppo capitolino di An, il quale a sua volta ha una sorella, Laura, che attualmente nella giunta Alemanno ricopre la carica di Assessore alla Scuola, alla Famiglia e all'Infanzia.
Ma ad aver fatto notizia più di tutti è stato Giancarlo Marinelli, l'unico finora che si è dimesso, e che per otto anni p stato caposcorta di Alemanno: i suoi figi sono stati assunti uno, Giorgio, all'Atac, e l'altra, Ilaria, all''Ama. A proposito di quest'ultima, incalzato dai giornalisti, qualche giorno fa Alemanno aveva risposto: "Non mi occupo di assunzioni e poi non ricordavo neanche che quell'agente di polizia avesse una figlia". Peccato che da Facebook sono spuntate foto che lo ritraggono in prima fila al matrimonio di Ilaria Marinelli. La penosa e disperata giustificazione di Alemanno è stata "Mi ero dimenticato di essere stato al matrimonio della figlia del mio ex caposcorta. Mi capita anche questo". In qualsiasi città e paese civile di fronte ad un simile sputtanamento un qualunque politico si sarebbe dimesso al volo dalla sua carica. Il nostro sindaco però è al di sopra di tutto evidentemente, e non conosce la dignità che invece ha il suo ex-caposcorta.
In ossequio al principio per cui un posto non si può rifiutare proprio a nessuno del proprio partito, neppure se di livello più basso, purché sia un portatore sano di voti, sono entrati in Atac Giorgio Giacomini, figlio del presidente del XX municipio, e il figlio di Claudia Manetta, collaboratrice di Massimiliano Lorenzotti, presidente dell'VIII municipio (dal Corriere). Pietro Menicucci, ex capogruppo di An nel V municipio capitolino, trombato alle comunali del 2008 ma prontamente assunto in Trambus, in Atac ha poi firmato un contratto da dirigente. Gli ex-consiglieri (sempre aennini e sempre del V municipio) Pierluigi Sapia e Pierluigi Damia hanno anch'essi firmato contratti a tempo indeterminato, con posizioni e redditi di fascia medio-alta, seguendo il destino del loro superiore Menicucci (tale nel partito così come in azienda).
In Atac ha un posto da impiegato anche il figlio del generale Antonino Torre, eletto in Campidoglio con una lista civica a sostegno di Alemanno.
Francesco Bianco, ex Nar, ex Forza nuova, è stato in passato vicino ai fratelli Fioravanti, e negli anni è stato arrestato e processato più volte per rapine, aggressioni, omicidio e tentato omicidio, queste ultime accuse per aver partecipato a diversi raid e assalti di stampo squadrista. Assunto da Trambus, ora in Atac per uno scherzo del destino lavora alla sezione N.A.R ("Nucleo Amministrativo Rimessa"). Anche Gianluca Ponzio, l'attuale capo del Servizio Relazioni industriali, ha un passato da estremista di destra, avendo militato in Terza Posizione, e ha all'attivo un arresto nel 1989
C'è poi un corposo capitolo relativo ai sindacati, coinvolti a pieno titolo nella parentopoli in Atac. Ad aver tratto i maggiori benefici è la Faisa-Cisal guidata da Gioacchino Camponeschi, ribattezzato «il sindacato del sindaco» perché vicino ad Alemanno e perché ha visto triplicare gli iscritti subito dopo la vittoria del centrodestra al Campidoglio. Solo per restare all'alemanniano Camponeschi, il sindacalista se va a farsi un giro a via Ostiense nella sede dell'Atac, ci trova la moglie Flavia Rotondi e la figlia Sarah. Per correttezza e completezza di informazione, si ricorda che nelle assunzioni facili all'Atac sono coinvolti anche molti parenti di esponenti di sindacati di diverso orientamento politico. A conti fatti sono coinvolte praticamente tutte le sigle sindacali, dalla Cgil, alla Cisal, all'Ugl. E i sindacati della destra si fanno anche la guerra tra loro, Ugl contro Faisa contro Uil contro Fast, per spartirsi posti e potere.
Ci sono poi Claudia Cavazzuti, capo del settore Normativa e disciplina dell'Atac, e moglie del senatore del Pdl Stefano De Lillo nonché cognata di Fabio, l'assessore all´Ambiente di cui sopra; la pittrice Stefania Fois, che è a capo della Direzione Comunicazione dell'azienda, un ruolo importante e delicato, affidatole forse in virtù dei 12 anni di carriera professionale nel gruppo Ferrovie Nord Milano, o forse in virtù del legame affettivo che la lega al deputato pdl Marco Marsilio, già capogruppo capitolino di An, il quale a sua volta ha una sorella, Laura, che attualmente nella giunta Alemanno ricopre la carica di Assessore alla Scuola, alla Famiglia e all'Infanzia.
Ma ad aver fatto notizia più di tutti è stato Giancarlo Marinelli, l'unico finora che si è dimesso, e che per otto anni p stato caposcorta di Alemanno: i suoi figi sono stati assunti uno, Giorgio, all'Atac, e l'altra, Ilaria, all''Ama. A proposito di quest'ultima, incalzato dai giornalisti, qualche giorno fa Alemanno aveva risposto: "Non mi occupo di assunzioni e poi non ricordavo neanche che quell'agente di polizia avesse una figlia". Peccato che da Facebook sono spuntate foto che lo ritraggono in prima fila al matrimonio di Ilaria Marinelli. La penosa e disperata giustificazione di Alemanno è stata "Mi ero dimenticato di essere stato al matrimonio della figlia del mio ex caposcorta. Mi capita anche questo". In qualsiasi città e paese civile di fronte ad un simile sputtanamento un qualunque politico si sarebbe dimesso al volo dalla sua carica. Il nostro sindaco però è al di sopra di tutto evidentemente, e non conosce la dignità che invece ha il suo ex-caposcorta.
In ossequio al principio per cui un posto non si può rifiutare proprio a nessuno del proprio partito, neppure se di livello più basso, purché sia un portatore sano di voti, sono entrati in Atac Giorgio Giacomini, figlio del presidente del XX municipio, e il figlio di Claudia Manetta, collaboratrice di Massimiliano Lorenzotti, presidente dell'VIII municipio (dal Corriere). Pietro Menicucci, ex capogruppo di An nel V municipio capitolino, trombato alle comunali del 2008 ma prontamente assunto in Trambus, in Atac ha poi firmato un contratto da dirigente. Gli ex-consiglieri (sempre aennini e sempre del V municipio) Pierluigi Sapia e Pierluigi Damia hanno anch'essi firmato contratti a tempo indeterminato, con posizioni e redditi di fascia medio-alta, seguendo il destino del loro superiore Menicucci (tale nel partito così come in azienda).
In Atac ha un posto da impiegato anche il figlio del generale Antonino Torre, eletto in Campidoglio con una lista civica a sostegno di Alemanno.
Francesco Bianco, ex Nar, ex Forza nuova, è stato in passato vicino ai fratelli Fioravanti, e negli anni è stato arrestato e processato più volte per rapine, aggressioni, omicidio e tentato omicidio, queste ultime accuse per aver partecipato a diversi raid e assalti di stampo squadrista. Assunto da Trambus, ora in Atac per uno scherzo del destino lavora alla sezione N.A.R ("Nucleo Amministrativo Rimessa"). Anche Gianluca Ponzio, l'attuale capo del Servizio Relazioni industriali, ha un passato da estremista di destra, avendo militato in Terza Posizione, e ha all'attivo un arresto nel 1989
C'è poi un corposo capitolo relativo ai sindacati, coinvolti a pieno titolo nella parentopoli in Atac. Ad aver tratto i maggiori benefici è la Faisa-Cisal guidata da Gioacchino Camponeschi, ribattezzato «il sindacato del sindaco» perché vicino ad Alemanno e perché ha visto triplicare gli iscritti subito dopo la vittoria del centrodestra al Campidoglio. Solo per restare all'alemanniano Camponeschi, il sindacalista se va a farsi un giro a via Ostiense nella sede dell'Atac, ci trova la moglie Flavia Rotondi e la figlia Sarah. Per correttezza e completezza di informazione, si ricorda che nelle assunzioni facili all'Atac sono coinvolti anche molti parenti di esponenti di sindacati di diverso orientamento politico. A conti fatti sono coinvolte praticamente tutte le sigle sindacali, dalla Cgil, alla Cisal, all'Ugl. E i sindacati della destra si fanno anche la guerra tra loro, Ugl contro Faisa contro Uil contro Fast, per spartirsi posti e potere.
Giuliano Falcioni guidava il taxi Zara 31, e tre anni fa, anche perché capo di una sigla sindacale di destra e responsabile del settore trasporti della Fiamma tricolore, è stato uno dei capi-popolo che guidarono la rivolta dei tassisti romani contro le nuove licenze annunciate dall'allora sindaco Veltroni. Dopo la vittoria di Alemanno è stato assunto in Atac prima come autista, poi ha fatto il salto di qualità e ora è dietro una scrivania presso l’Area relazioni istituzionali e ufficio stampa.
In tutto questo vortice di nomi, il minore degli scandali, la più piccola delle notizie, è l'assunzione per chiamata diretta nella segreteria del direttore industriale Atac della 25enne ex cubista e "conduttrice televisiva" Giulia Pellegrino. Veramente una non-notizia, a meno che non vengano accertati i presunti legami sentimentali con Gianni Sammarco, deputato nonché coordinatore romano del Pdl.
La parentopoli però non riguarda solo l'Atac, ma si estende in maniera massiccia anche all'Ama, la municipalizzata che a Roma si occupa della raccolta dei rifiuti, e il cui amministratore delegato dal 2008 è Franco Panzironi, altro uomo di fiducia del sindaco, tanto che è anche il presidente della fondazione alemanniana Nuova Italia e fino a poco tempo fa era anche Ad di Roma Multiservizi. Suo figlio Dario per intenderci è stato prima nel gabinetto del sindaco e ora è approdato a Eur spa, altra società partecipata del comune di Roma e costituita per l'orgranizzazione del prossimo Gran Premio di Formula 1 di Roma.
All'Ama si parla di almeno un migliaio di assunzioni sospette, proprio a partire dal 2008, ovvero dall'insedimaneto del sindaco e del nuovo ad Panzironi. Per la precisione il Corriere parla di 91 nuovi assunti nel 2008, 451 nel 2009, 766 nel 2010. Oltre 1.300 dipendenti Ama in più, su un totale di 7 mila, nell’arco di un biennio. Tra i nomi spiccano, oltre alla già citata Ilaria Marinelli figlia dell'ex caposcorta del sindaco, e oltre a quel Stefano Andrini ora dimessosi, il genero di Panzironi stesso, Francesca Ratazzi che è la compagna di Dario Rossin, ex capogruppo Pdl e ora con Storace, e tanti parenti di vari pidiellini di secondo piano (stando a quanto scrive Repubblica). Il Corriere scrive che risaltano soprattutto le prime 60-70 assunzioni di amministrativi della gestione Panzironi: «C’era dentro mezzo comitato elettorale di Alemanno», ha detto al giornale un esponente del Pdl. Per esempio Luca Panariello, Costanza Drigo e Giovanni D'Onofrio, tutti transitati all'Ama e negli uffici del sindaco Alemanno. Ma in Ama non sono risparmiate dalle polemiche neanche quelle poche procedure di selezione attuate in passato, come quella assegnata al consorzio Centro Elis, legato all'Opus Dei.
Intanto è venuto alla luce anche un filone relativo all'Acea, l'azienda municipalizzata che distribuisce ai cittadini romani acqua ed elettricità e che a differenza delle altre due è quotata in borsa, ed ha anche lei la sua bella quota di debiti: oltre due miliardi di euro. Una situazione non molto rosea sancita anche dal recente divorzio dalla francese Gdf-Suez. Qui, nonostante i crescenti debiti, nel solo 2009 il costo per il personale è salito di 65 milioni di euro rispetto al biennio precedente. E nonostante le contrastanti versioni sul numero di assunzioni per chiamata diretta (600 secondo alcuni organi di informazione e per il Pd, molte meno però risultano dalle carte presentate dai vertici Acea), di sicuro c'è che dal 2009 hanno trovato un posto in Acea Ranieri Mamalchi, capo segreteria di Alemanno quando questi era Ministro dell'Agricoltura, Pier Guido Cavallina, ex portavoce di Francesco Storace, Alessandra Sabatini, cognata del potente deputato pidiellino (quota An) Fabio Rampelli, e la figlia di quest'ultima (e quindi nipote di Rampelli) Flaminia Mariani che ha un posto nello staff del presidente Legnani. Sono entrati anche Claudia Iacobelli, membro della commissione agricultura della fondazione Nuova Italia; David Di Giacomo, consigliere Pdl nel X municipio, Cristiano Diodati, anch'egli consigliere ma dell'Udc e al comune di Ciampino, la pidiellina Gloria Pasquali, assessore al bilancio nel II municipio, il dirigente Giuseppe Villano, già dirigente di Sviluppo Italia e del Ministero delle Comunicazioni targato Gasparri.
L'interessante casualmente aveva cominciato a occuparsi della questione delle assunzioni per chiamata diretta muovendo da un post che rilevava impietosamente lo stato allarmante dei trasporti pubblici e dei nervi dei pendolari laziali e degli automobilisti romani: alla luce di tutto quanto descritto in questo post si capisce che il minimo che un cittadino possa provare sia la profonda indignazione non tanto per i favori ai vari parenti e congiunti e ai vari vettori del consenso, ma già soltanto per come ingenti risorse siano state dirottate da ambiti di primaria importanza per i cittadini e che necessitano di urgenti interventi, a favore dell'improduttiva pletora di colletti bianchi nulla facenti, scarsamente utili, o comunque di cui non si sentiva assolutamente la necessità.
E oltre al danno ora per i romani si sta materializzando anche una probabile amarissima beffa, ovvero l'ipotesi sempre più concreta di un aumento del biglietto per la rete autoferrotranviaria urbana, da 1 euro a 1,50, sulla stregua di quanto sta accadendo in alcune città del nord, che con l'aumento del biglietto stanno facendo fronte agli ingenti tagli imposti dal governo centrale ai fondi per il trasporto pubblico locale. A Roma tuttavia prevarrebbe sicuramente la sensazione che un aumento del 50% del biglietto serva anche e soprattutto a ripianare il deficit di Atac spa, triplicato nell'ultimo anno a causa di tutto quello che ora conosciamo molto bene. E per cui finora si è dimesso solo il caposcorta di Alemanno.
In queste foto (tratte da Repubblica che a sua volte le ha tratte dalla pagina facebook di Giorgio Marinelli) la prova delle bugie di Alemanno, che aveva affermato di conoscere a malapena la famiglia del suo caposcorta Giancarlo Marinelli ("non ricordavo neanche che quell'agente di polizia avesse una figlia" aveva detto).
In una il sindaco posa appunto con il giovane Giorgio Marinelli, nell'altra è in prima fila al matrimonio di Ilaria.
"Ma adesso e' necessario uno scatto morale e una reazione civile che, coinvolgendo tutte le forze politiche e le Istituzioni, impedisca il ripetersi di questi scempi. Roma e' stanca di subire i peggiori effetti da degenerazione della politica".
(sembrerebbe una dichiarazione perfetta in merito alla Parentopoli romana, ma in realtà il sindaco si riferiva alle violenze del 14 dicembre)
Nessun commento:
Posta un commento