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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

lunedì 6 febbraio 2012

# Io mi abbuffo, tu spala

Va bene che a Roma nevica seriamente una volta ogni 30 anni e quindi non è che si può avere un vasto parco di automezzi spazzaneve e spargisale, e che neanche si può pretendere che i romani abbiano tutti le catene a bordo o le gomme termiche o siano avvezzi a performance di guida sicura sulla neve e sul ghiaccio; passi anche che il casino di venerdì 3 febbraio fosse inevitabile con un sindaco capacissimo di intrallazzare con Ama, Atac e tassisti (salvo poi ricevere in cambio solo ingratitudine, visto che gli “amici” venerdì e sabato non si sono visti in giro) quanto incapace di gestire una piccola emergenza neve seppure, checché ne dica, ne fosse più che informato visto che ha fatto in tempo a chiudere le scuole (anzi l'attività didattica).
Quello che non si può accettare è l'incivile ed egoistica paura di molti romani che sabato mattina, svegliatisi sotto una coltre di neve, scenario per loro più che inusuale, hanno fatto 1+1 e conoscendo lo stato della viabilità e dei trasporti italiani sono corsi al mercato e al supermercato, laddove aperti e funzionanti, a fare incetta di qualsiasi bene di prima necessità per essere coperti per una settimana intera, manco ci fosse il coprifuoco nucleare. In modo che le persone non autonome, o quelli che si sono alzati tardi, o quelli che magari per prima cosa hanno pensato a spalare ghiaccio e neve da strade e marciapiedi - per la sicurezza loro ma anche per quella degli altri - quando poi si sono accorti di essere affamati, e si sono ricordati di dover fare la spesa, hanno trovato gli scaffali vuoti e sono rimasti a secco di generi alimentari anche solo per avere di che mangiare fino a lunedì. Così questo weekend a Roma c'era chi era rifornito di tutto, e magari anche bello riposato, e chi invece è dovuto andare a cena fuori o da amici, o è rimasto senza pane e latte per fare almeno la colazione.
E' stata senz'altro questa la vera nota stonata di questo week-end surreale romano, almeno dal punto di vista "umano": una corsa alle scorte infischiandosene degli altri che ha ricordato un po' i passeggeri che si accalcavano uno sull'altro sulla Costa Concordia per assicurarsi un posto in scialuppa, fregandosene di anziani, donne e bambini. Solo che lì almeno un rischio reale c'era, a giustificare l'istintivo egoismo che assale gli uomini di fronte alla paura. E così se almeno sulle consolari e sul raccordo i romani si aiutavano l'un l'altro per rimettere le macchina in carreggiata e sbrogliare da soli quel gran casino per tornarsene tutti a casa, in città è andata di scena l'ennesimo requiem per quello che si può chiamare rispetto per il prossimo, o senso civico.

giovedì 29 dicembre 2011

La miglior vita

Che fine ho fatto? Sono morto? Ogni tanto deve capitare che qualche blog non viene aggiornato perché l'autore diparte e passa a miglior vita. No, non è il caso mio, anche se effettivamente sono “passato a miglior vita”. Ora ho smesso di essere spettatore e narratore delle malefatte altrui e di tutto ciò che ci avvelena le giornate. Da Roma mi sono trasferito in Maremma e sto avviando un'azienda agricola, con vigneto, oliveto, frutteto e un grande orto. Ora ho molto poco tempo da spendere stando davanti a un pc, per fortuna aggiungerei. Ma non voglio abbandonare la mia prima creatura, L'interessante, e quindi ho deciso che tenterò di portarla avanti in un modo nuovo, diverso dal passato: non più post molto pensati e molto elaborati, quanto piuttosto brevi flash, taglienti esternazioni, rapide e concise riflessioni. Sempre interessanti, ovviamente.

giovedì 27 ottobre 2011

IMAGO ...Ma la "crisi" è soltanto "economica"?

Roma, 27 ottobre 2011, tempi bui.
Una folla di 8 mila persone sin dalla notte si ammassa nel luogo del grande evento, noncurante della lunga attesa, e in quattro e quattr'otto, già dal mattino presto, complice l'inettitudine delle autorità, il traffico del quadrante Nord della Capitale è paralizzato, e ben presto le ripercussioni si fanno sentire sulla circolazione di buona parte della città, fino addirittura a San Giovanni e Prenestina (Sud-Est). E per l'intera giornata.








(immagini da Repubblica)


E che diavolo sarà mai stato di così eclatante, storico, immancabile da riuscire a portare tutte queste persone in strada, magari col sacco a pelo, pronte a trascorrere ore accalcate in fila, e finanche venire alle mani?

...a prezzi scontatissimi ovviamente.

Cosa siamo diventati?


giovedì 6 ottobre 2011

VIDEOSTORIE Parole sane

Oggi l'hanno postato tutti ovunque, sui siti dei giornali, sui blog, su facebook..
Ma ho voglia lo stesso di postarlo anch'io qui su L'interessante.
Perchè almeno oggi nelle nostre teste, al posto delle solite e deprimenti evidenze della realtà in cui (solo noi italiani ) viviamo - "forza gnocca" e "fatti scopare che è meglio" sono la sintesi della giornata politica odierna -, possono invece riecheggiare parole vere e profonde, sentite ed incisive, di una mente creativa che ha lasciato il segno non solo nelle applicazioni informatiche, ma anche nei nostri modelli di consumo e in definitiva nelle nostre stesse vite, e che, dopo aver una prima volta sfiorato la morte, ha saputo anche trasmettere a dei giovani neolaureati la pura verità su come stanno le cose, e su come sprecheranno la loro vita se non seguiranno il loro cuore e le loro reali aspirazioni, se non saranno affamati e se non saranno folli, in un discorso che non può non ricordare L'Alchimista di Coelho.
Parole che generano rabbia costruttiva, energia vitale, voglia di combattere e non arrendersi, parole che schiudono nuovi orizzonti e nuove speranze. Insomma il contrario delle squallide parole che senza sosta sporcano la depressa quotidianità di noi italiani.




Di seguito alcune delle parti salienti del saluto di Steve Jobs agli studenti di Stanford (2o05):

"....non è possibile 'unire i puntini' guardando avanti; si può unirli solo dopo, guardandoci all'indietro. Così, bisogna aver sempre fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Bisogna credere in qualcosa: il nostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Perché credere che alla fine i puntini si uniranno ci darà la fiducia necessaria per seguire il nostro cuore anche quando questo ci porterà lontano dalle strade più sicure e scontate, e farà la differenza nella nostra vita. Questo approccio non mi ha mai lasciato a piedi e, invece, ha sempre fatto la differenza nella mia vita".

[...]"Bisogna trovare quel che amiamo. E questo vale sia per il nostro lavoro che per i nostri affetti. Il nostro lavoro riempirà una buona parte della nostra vita, e l'unico modo per essere realmente soddisfatti è di fare quello che riteniamo essere un buon lavoro. E l'unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che facciamo. Chi ancora non l'ha trovato, deve continuare a cercare. Non accontentarsi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie d'amore, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, bisogna continuare a cercare sino a che non lo si è trovato. Senza accontentarsi".

[...]""Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?". E ogni qualvolta la risposta è no per troppi giorni di fila, capisco che c'è qualcosa che deve essere cambiato.
Ricordarmi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose - tutte le aspettative di eternità, tutto l'orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire - semplicemente svaniscono di fronte all'idea della morte, lasciando solo quello che c'è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che abbiamo sempre qualcosa da perdere. Siamo già nudi. Non c'è ragione, quindi, per non seguire il nostro cuore".

[...]"Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso, in realtà non vogliono morire per andarci. Ma la morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della vita. è l'agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo.
Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario".

[...]"Nell'ultima pagina di quel numero finale c'era la fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l'autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c'erano le parole: 'Stay Hungry. Stay Foolish', siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish: io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso lo auguro a voi. Stay Hungry. Stay Foolish".

(Dalla traduzione di Antonio Dini per L'Espresso)

IMAGO iSciacallaggio

La newsletter di oggi della libreria online Hoepli non ha certo perso tempo.. La biografia di Steve Jobs è in offerta col 15 % di sconto, proprio come la nuova fatica di Fabio Volo...
Uno sciacallaggio perpetrato con un tempismo di dubbio gusto ma di sicura efficacia. D'altronde qualcuno potrebbe dire che chi di e-commerce ferisce..



martedì 4 ottobre 2011

# Una colata di incapacità

Quelli che... per 17 anni hanno parlato di riforme, senza riuscire mai a portarne a casa una; quelli che per anni hanno sbandierato il loro più fermo proposito di non aumentare mai la pressione fiscale, salvo poi portarla ad essere la più alta d'Europa e , non paghi, fare cassa intervenendo con l'aumento di un punto percentuale di iva, ovvero nel modo più ingiusto (uguale aumento dell'aliquota per tutti) e probabilmente più dannoso (con gli arrotondamenti l'inflazione potrebbe schizzare); quelli che hanno scelto di definirsi popolo della libertà ma che più di ogni altra formazione politica avversano le nuove libertà civili o la libertà di internet e dell'informazione tutta; quelli che con più convinzione hanno evocato il federalismo ma poi hanno tagliato risorse enormi agli enti locali, peraltro senza che questi ultimi siano mai stati coinvolti nel processo decisionale delle manovre; quelli che per restituire prestigio e centralità all'Italia volevano fare politica estera solo col protagonismo del premier, e che ora si ritrovano con un leader deriso da tutto il mondo, e con un paese senza uno straccio di dignità in campo internazionale, vittima pure di omissioni tecniche; quelli che da due decenni invocano una riforma per una giustizia più giusta, e che però lavorano a tempo pieno per sfornare leggi ad personam o ad aziendam o per stravolgere i processi, troppo lunghi prima, troppo brevi adesso; quelli che riempendosi la bocca di morale hanno finito per consumarne il significato..
Ecco quelli ora si sono accorti della crisi economica e annunciano un decreto sviluppo.....ma da quelli che cosa mai ci possiamo aspettare? Intendo oltre al rilancio di qualche infrastruttura obsoleta e a qualche stimolo per l'edilizia..

venerdì 23 settembre 2011

VIDEOSTORIE Appello accorato ai registi e produttori di film con alieni

Il progresso della scienza e della conoscenza fa di questo mondo un posto più bello e più semplice dove vivere, ma pian piano sta anche strozzando ogni anelito di immaginazione. Non c'è quasi più spazio per la fantasia su questo pianeta: non ci sono più luoghi da scoprire, orizzonti da raggiungere, non ci sono più dei, unicorni, elfi, ninfe, maghi e magie. Non ci rimane che da fantasticare sui tempi passati a noi ignoti, o sul futuro remoto della terra e dell'umanità, ma anche e soprattutto su tutto quello che c'è al di fuori dell'orbita terrestre e che ci fa porre intriganti ed irrisolvibili interrogativi: le origini e i confini dell'universo, le galassie più lontane, i fenomeni fisici che ancora non possiamo spiegare, la possibilità dell'esistenza di altre forme di vita intelligenti in qualche angolo remoto del cosmo. Queste ultime in particolare però non sembrano mai stimolare particolarmente la fantasia di registi e produttori americani di film di fantascienza: nell'ultimo film del genere che mi è capitato di vedere “World Invasion (Battle: Los Angeles)" a mio modesto parere sono stati raggiunti livelli di ridicolezza pari a quelli memorabilmente raggiunti da “Signs”, film del 2002 con Mel Gibson nel quale gli alieni non erano che uomini delle nostre stesse fattezze (anche della stessa statura) in calzamaglia verde, in perfetto stile b-movie degli anni 50.
In World Invasion la vera "particolarità" degli alieni, ovviamente sempre con una testa, due braccia e due gambe (ma fuori "robotici" e dentro pieni della solita schifosa gelatina), è che usano armi da fuoco tali e quali alle nostre, solo molto più potenti ovviamente, sennò che alieni sarebbero?
Si stima che il budget di "World Invasion" sia stato di 70 milioni di dollari. Possibile che con tali cifre non si trovi mai qualche migliaio di bigliettoni per pagare un qualche consulente dalla fantasia meno avvilita che possa concepire un alieno realistico, qualcosa di realmente diverso e lontanissimo da qualsiasi creatura che vive sul nostro pianeta, soddisfacendo così gli appetiti dell'immaginazione mia e di tutti coloro che nei film di questo genere cercano proprio stimoli per riflettere e giocare a disegnare un possibile mondo impossibile?



Nel fotogramma - purtroppo non di buonissima qualità - tratto da "World Invasion", si possono comunque distinguere i membri di una squadriglia di alieni invasori, simili a robot e con fattezze umane (testa, arti e fucile imbracciato rigorosamente col braccio destro).

L'alieno di Signs

lunedì 19 settembre 2011

# Simonia

E' assordante il benevolo silenzio della Chiesa, ad ogni livello delle sue gerarchie (anche se per fortuna nella "base" qualcosa sta cambiando), e presso i suoi principali organi di informazione (vedasi per esempio gli unici articoli che Avvenire online sabato 17 e lunedì 19 ha dedicato alle intercettazioni tra Papi& Gianpi, in versione pia ed edulcorata, avara dei dettagli pruriginosi pur così tanto ripresi dalle altre testate), sui sempre più scabrosi aspetti che emergono circa il comportamento e le frequentazioni del premier.
Nessuna condanna esplicita, e neppure implicita, nè delle pratiche sessuali poco ortodosse con numerose e giovanissime escort, né sul generale contesto di tristissima immoralità che si declina secondo la dialettica di scambio tra uomo anziano ma potente e avvenente donna giovane e "ambiziosa", per usare un'eufemismo ("d'altronde per lui più è disperata meglio è, è proprio il suo tipo" : così la Minetti e la sua assistente Clotilde commentano Catarina, una ragazza montenegrina instabile psicologicamente di cui il Cav. si sarebbe invaghito). E non si è levato neanche un mugugno che fosse uno sulle varie blasfemie che ogni tanto emergono a completare un quadro non proprio incensato di santità, come la pratica tanto amata da B. di giocare con crocifissi di legno da sistemare un po' dovunque, non tanto sui muri delle aule scolastiche e degli uffici pubblici, quanto fra le tette della Minetti vestita da suora.
Ma d'altronde perchè il Vaticano dovrebbe mai alzare la voce per tutto questo? Dall'altra parte del Tevere è bastato alzare la voce un paio di settimane fa, a difesa dei privilegi e delle esenzioni fiscali di cui godono migliaia di strutture para-religiose, sembrati solo per un attimo messi in discussione da una sollevazione popolare virtuale ma vigorosa, ma cui non è seguito alcunché in sede di definizione dei provvedimenti della manovra finanziaria, né in Parlamento, nè tantomeno a Palazzo Chigi.
Esenzioni Ici e Ires su immobili e attività che hanno più a che fare con il business che con il sacro, il meccanismo truffaldino per la spartizione dell’8 per mille, i contributi alle scuole cattoliche, il trattamento riservato dallo Stato ai professori di religione: tutti privilegi assolutamente intoccabili (peraltro secondo una consolidata tradizione bipartisan), al pari di tutte quelle tematiche scippate a monte al popolo italiano, come i diritti per le coppie di fatto e per le coppie omosessuali, o come efficaci leggi contro l'omofobia, o come una civile legge sul testamento biologico...
In Italia è salda l'alleanza tra potere temporale e potere "spirituale" (di spirituale in verità c'è rimasto ben poco), e pazienza se lo è a scapito degli italiani tutti, privati anche soltanto della possibilità di dibattere di diritti e libertà civili affinché almeno uno di loro, molto più che un primus inter pares evidentemente, possa godere pienamente della libertà più assoluta e totale, in barba alle leggi, alla Costituzione, all'autorevolezza, al prestigio e alla credibilità delle istituzioni e di tutto il paese.


martedì 6 settembre 2011

# Un successo annunciato

Ci siamo.
Mercoledì 7 sarà sottoposta al voto dell'Aula del Senato la manovra tutto rigore e zero crescita, ma di cui al momento ancora non si conoscono molti altri fondamentali dettagli. E al Senato il voto sarà sottoposto alla fiducia, e porre la fiducia su un provvedimento così delicato e controverso è senz'altro il modo più efficace ed immediato per diffondere ulteriore sfiducia presso i mercati finanziari..
Il giorno seguente, l' 8 settembre - data quantomeno simbolica - sarà presumibilmente il giorno della verità: mentre infatti i mercati daranno i loro nuovi impietosi giudizi su quanto votato a Palazzo Madama, a Francoforte si riunirà il Consiglio direttivo della Bce, e sarà valutato se è il caso che l'autorità monetaria europea continui a comprare i titoli di stato italiani. Una decisione che potrebbe essere cruciale, e che appare tutt'altro che scontata anche alla luce della recente sconfitta della Merkel nel test elettorale in Pomerania-Mecleburgo e che evidenzia come i tedeschi siano stanchi di un governo troppo disponibile a farsi carico dei problemi finanziari degli stati europei meno virtuosi.
Come andrà a finire lo sapremo presto - andiamo verso un probabile taglio del rating? e il rischio default sarà più vicino o si allontanerà? -, certo è che all'estero non scommettono più un centesimo sulla capacità di questo governo di intervenire efficacemente e con raziocinio per arginare la nostra crisi del debito.
Anzi alcuni impietosi giudizi formulati nelle ultime ore da parte di prestigiosi commentatori internazionali sull'operato del governo (giunto alla quarta versione di una manovra che non ha mai entusiasmato nessuno) non fanno presagire niente di buono.

Foreign Policy, prendendo spunto dalla recente notizia dell' intercettazione in cui B. definisce l'Italia un paese di merda, ipotizza che il nostro Presidente del Coniglio, tra una sfilza di scandali, gaffe, figuracce, processi, conflitti di interessi, dimostrazioni di inadeguatezza a guidare l'Italia, possa essere al momento il peggior leader del G20 e, pure in un momento in cui sulla scena internazionale latitano leader forti e unanimemente apprezzati e anzi abbondano i poco democratici Medvedev, Hu Jintao e Re Abdullah di Arabia Saudita, si chiede se oggigiorno non sia il nostro premier il leader che rappresenti il più grande imbarazzo per il proprio paese.

Il Wall Street Journal e il New York Times stigmatizzano il "flip-flop" del governo sui contenuti della manovra, che sta creando ulteriore confusione sui mercati finanziari. Il Wsj sottolinea come così facendo il governo italiano stia ulteriormente perdendo credibilità presso gli investitori e i policy maker europei. Il Nyt invece nota che i continui "dietrofront e zuffe politiche" sulle misure contenute nella manovra stanno allarmando l'intera Europa.

Ma conviene soffermarsi su quanto denunciato dal Financial Times nella sua Lex Column, in un pezzo dal titolo "Fiasco Fiscale", in cui molte delle colpe della grave situazione finanziaria dello Stato italiano che rischia di far precipitare nel baratro tutta l'Europa vengono addebitate soprattutto alla politica: "Un sistema politico incompetente l'ha lasciata paralizzata di fronte al brusco repricing del rischio italiano da parte di investitori sempre più nervosi" [...]E non vengono risparmiate critiche alla politica tremontiana di tamponamenti una-tantum e alla manovra depressiva che si vota domani al Senato :"Un altro po' di temporeggiamento fiscale questa volta non risolverà il problema dell'Italia"[..] "La manovra da 45 miliardi di euro "è stata annacquata così tanto che rappresenta solo un gioco di prestigio"[...]" Il pacchetto d'austerità sul piatto probabilmente "danneggerà l'economia italiana piuttosto che accelerare la crescita"[...]"Il governo italiano, ancora una volta, ha "evitato ogni riforma strutturale che potrebbe aumentare il tasso di crescita"...

Nella speranza che questi commentatori pecchino di pessimismo (anche se rappresentano una schiera sempre più folta), c'è comunque la sensazione che la saga tragicomica del cavalier Berlusconi alla guida dell'Italia si avvicini pericolosamente a quel finale esplosivo che tutti sapevano un giorno sarebbe arrivato, ma nessuno sapeva come, nè quale sarebbe stato il campo della debacle definitiva. Le insulse performance del suo governo e della sua maggioranza di yesmen e incompetenti allo sbaraglio, puntellate peraltro dalle scabrose vicende private e giudiziarie che inchiodano il suo destino personale alla sua sopravvivenza politica, potrebbero trascinare non solo l'Italia, ma anche l'eurozona, e forse molte altre economie mondiali, verso una nuova recessione globale. Il politico imprenditore che doveva risollevare le sorti dell'economia italiana che affonda mezzo mondo fallendo sul "suo" terreno, e condannando l'Italia ad un'insolvenza tutt'altro che inevitabile. Un finale col botto. Intriso di "ironia della sorte". Un successo annunciato.

MUSICLIBRARY Quello che Vasco non può dire


Con questo messaggio lasciato sulla propria pagina Facebook ieri Vasco Rossi ha criticato lo spot del Dipartimento politiche antidroga (vedilo qui sotto) in onda già da diversi mesi, e con esso la politica proibizionista del sottosegretario Giovanardi, noto per le sue posizioni bigotte e anacronistiche su droga, omosessuali, coppie di fatto, donne, eutanasia, e tutto quanto non lo fa dormire la notte.
La rockstar ha anche espresso la sua opinione sulla cannabis, affermando che "non è mai morto nessuno a causa di uso o abuso di maria.
Apriti cielo: il Codacons con un repentino comunicato ha comunicato di essersi rivolto alla polizia postale affinchè questa intervenga e chiuda la pagina facebook di Vasco, perché "un artista del suo calibro, proprio per l'elevato seguito di fan, non può abbandonarsi con tanta superficialità ad affermazioni a favore della droga, e soprattutto non può scrivere che l'abuso di marijuana non porta alla morte, perchè così facendo lancia un messaggio sbagliato e pericoloso".
E perché Vasco non può esprimere la propria opinione ? E perché quest'ultima dev'essere bollata come superficiale? In quanto personaggio pubblico Vasco non ha la dignità e la libertà per esprimersi liberamente? Siamo tutti così rincoglioniti e ansiosi di avere una nuova scusa per farci una canna? Tra l'altro il rocker non ha né incitato alla droga né detto una menzogna, in quanto è assolutamente vero e provato scientificamente che la cannabis non ha mai ucciso nessuno (casomai uccidono gli effetti collaterali delle sue modalità di assunzione, che poi sono le stesse del tabacco).
Inoltre fa una certa impressione e una certa tristezza che un'associazione dei consumatori rappresentativa come il Codacons se la prenda con i punti di vista inevitabilmente poco ortodossi di una rockstar e non abbia niente da dire per esempio sulle copiose elargizioni di denaro da parte del Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana ad un conclamato procacciatore di cocaina e di mignotte. Oramai una non-notizia. Assuefazione pericolosa e diseducativa, questa sì.

Come se non bastasse il povero Vasco in un'intervista a Vanity Fair si era permesso anche di spiegare cosa avrebbe fatto se fosse stato colpito da un cancro invece che dall'infezione da cui si sta curando: "Se avessi avuto un cancro non mi sarei curato. Antidolorifici ai Caraibi, ecco quello che avrei fatto. Perché non voglio soffrire, voglio morire allegro".
Ari-apriti cielo. A scendere sul piede di guerra stavolta sono stati gli oncologi, per la cui categoria si è espresso Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia dell' Istituto Nazionale Tumori di Aviano, che dalle pagine del Corriere della Sera ha attaccato il rocker di Zocca: "Quanto riferito pertanto da Vasco Rossi, pur rispettando la sua personale visione del problema, non si può assolutamente accettare come un eventuale consiglio a chi è affetto da una patologia oncologica" ha affermato Tirelli, dopo aver snocciolato una serie di dati che per fortuna confermano come le cure e i trattamenti contro le varie forme tumorali abbiano sempre più successo.
Il punto è che quella di Vasco andrebbe preso semplicemente e rilassatamente proprio come una opinione personale, la dichiarazione della propria legittima scelta in merito alle modalità di trattamento (o non-trattamento) di una eventuale malattia. E non come un invito a non curarsi: i fan di Vasco non sono così ottusamente influenzabili, e si spera anzi che ognuno abbia le proprie opinioni in merito a come affrontare la malattia e alle cure cui eventualmente sottoporsi.
Ed infatti va in tal senso la precisazione arrivata nella serata di martedì dallo stesso Vasco: "Ho dichiarato che se avessi avuto un tumore avrei preferito non curarmi, che non avrei detto niente a nessuno e sarei partito per i mari del Sud. Io avrei fatto così, ma questo però non vuol dire che lo consiglio a tutti. Io non voglio essere un maestro, dico solo quello che sento".
E Vasco, a chi lo segue, deve assolutamente poter dire quello che sente, anche perché tanto sono più di 30 anni che lo fa attraverso le sue canzoni.
Se poi il problema è che opinioni così esplicite che sembrano richiamare l'avversione per l'oncologia tradizionale (quella che si basa esclusivamente sulla chemioterapia) possano dare fastidio a chi alacremente procaccia i pazienti che mantengono le case farmaceutiche...beh allora questo è un altro discorso..






Sally (live 2009)