In tutta l'Irlanda da tempo immemore, o comunque da quando esistono i pubs, il venerdì santo - il Good Friday - è proibita la vendita e la somministrazione di alcolici: è uno dei due "dry day" dell'anno; l'altro è il 25 dicembre.
Così un forestiero che come il sottoscritto si sia trovato la settimana scorsa a Dublino potrebbe aver provato un certo stupore nel vedere di venerdì sera lungo le strade di Temple Bar le saracinesche abbassate dei pubs normalmente stracolmi, rumorosi e pieni di vita, o quei pochi aperti praticamente deserti e con le spine chiuse, con solo qualche bottiglietta di Coca-cola vuota sui tavoli. Tuttavia solo un forestiero completamente all'oscuro della dolorosa e complessa storia irlandese potrebbe ritenere un tale "fioretto" collettivo nazionale fuori luogo, in un paese che tra le tante cose è anche la patria di alcune tra le migliori birre e alcuni tra i migliori whiskeys al mondo.
I dry days invece non stonano per niente nella cattolicissima Irlanda, seppur siano ovviamente sempre più controversi: se c'è chi sostiene che continueranno a essere in vigore anche negli anni a venire, molti ne prevedono invece una prossima estinzione, dopo una storica sentenza dell'anno scorso, e a fronte delle crescenti porzioni di irlandesi non credenti o di fedeli di altre confessioni, e a fronte anche di un contesto economico tutt'altro che roseo che mal sopporta questa interruzione di servizio dei pubs, che può avere impatti negativi anche sui flussi turistici, più consistenti proprio durante le festività natalizie e pasquali.
Fatto stà che in Irlanda il grande fervore cattolico, rafforzato dai sentimenti identitari nazionali e che si esprime anche attraverso simili regole e consuetudini molto radicate, non ha impedito l'entrata in vigore lo scorso 13 gennaio di una nuova legge che riconosce le unioni civili tra omosessuali, a cui ora vengono estesi i benefici del matrimonio in materia di welfare, tasse, successioni, proprietà..Così ai primi di aprile è stata celebrata l'unione civile tra Barry Dignam e Hugh Walsh, i primi due gay irlandesi a convolare a nozze. Una data storica per i diritti dei gay irlandesi, specie se si pensa che in questo paese fino a 18 anni fa l'omosessualità era illegale.
Intanto il 6 aprile l'omologo irlandese del nostro Ministro dei beni culturali presentava l'ottava edizione del Dublin Gay Theatre Festival, un festival fondato nel 2004 in occasione del centocinquantenario della nascita di Oscar Wilde, celeberrimo poeta e scrittore oltre che icona gay, nato proprio nella capitale irlandese.
In Italia, dove il venerdì santo se vuoi puoi ubriacarti e ammazzarti in macchina come qualsiasi altro giorno dell'anno ( il che peraltro qui accade con una frequenza maggiore di quanto accade in paesi dove storicamente si è sempre bevuto di più), non solo le unioni civili tra omosessuali, ma anche i diritti delle coppie di fatto non sono neanche più temi all'ordine del giorno del dibattito politico, dimenticati e temuti anche dagli schieramenti più laici e di sinistra. Anzi, il sottosegretario del governo con delega alla Famiglia, on. Carlo Giovanardi, non più tardi di 3 giorni fa ha sentito la necessità di affermare che questa pubblicità di Ikea
Quella di Giovanardi è stata solo l'ultima di una lunga serie di sortite da parte di rappresentanti di partiti sia di governo che di opposizione (leggi una rassegna di bestialità bipartisan qui), che così facendo non fanno altro che fomentare continuamente un brutto clima omofobo, che sempre più spesso si traduce in deplorevoli fatti che riempiono le cronache dei giornali. L'ultimo episodio, per fortuna senza conseguenze gravi, risale al 20 aprile, quando la deputata gay del Pd Paola Concia, mentre passeggiava mano per la mano con la sua compagna per le vie del centro di Roma nelle immediate vicinanze di Montecitorio, è stata verbalmente aggredita da un trentenne romano senza che alcuno dei tanti passanti prendesse le sue difese. E questo nonostante l'ignorante cretino di turno le stesse gridando "Lesbica di merda, vi dovevano bruciare nei forni, fate schifo". Una scena vergognosa, e assolutamente inimmaginabile sulle rive del Liffey.
E' qua o a Dublino che si è inceppato qualcosa nei meccanismi con cui lo Stato interpreta il sentire comune dei cattolici?
Boh, beviamoci su.
Secondo te: un bimbo deve pregiudizialmente avere un padre e una madre, fatti salvi casi di forza maggiore, oppure è indifferente?
RispondiEliminaSe è indifferente: cosa identifica un padre e una madre, cosa significa essere un padre e essere una madre?
Se non c'è nessuna differenza: perché la legge non li considera uguali?
Come si concilia l'idea filosofico-ecologica di *ricchezza della diversità* rispetto alla omologazione e indifferenza dei sessi?
Se un mondo omologato è brutto e sbagliato, perché il sesso omologato è bello e giusto?
Intendendo per sesso qualcosa che sia oltre il cavernicolo sesso genitale. Intendendo con esso la genitorialità, la complementarità funzionale ed estetica. La cultura insomma, quella cosa che sta sempre sulla bocca di chi a queste domande si rifiuta sempre di rispondere.
L'unione gay ammette anche la filiazione, oppure è un'equiparazione amministrativa dei soli sentimenti?
RispondiEliminaC'è qualcosa di non rivelato e nascosto, qualcosa che puzza di truffa in tutta questa mobilitazione pro-gay. Qualcosa dev'esserci visto che pur essendo molti di meno in numero, e molto meno discriminati per legge rispetto ai padri separati, di loro si parla sempre, dei secondi mai.
"Cresce il numero dei super-ipermercati aperti la domenica, su licenza delle Giunte di Destra, di Centro e di Sinistra.
RispondiEliminaAffinché le masse si riversino ogni santo giorno nella bolgia del consumo, affinché crescano in obesità i corpi e le discariche ed ogni giorno sia …speso bene. Finché non vi saranno più giorni sacri, solo profani. Quelle masse che andavano a Messa, ora disertano le chiese e si radunano nei Templi dell’ultima religione, a celebrarne i riti. Immondi, giacché immondizia è quella che producono. E percolato, non altro.
Ma la Materia non è sazia e oggi aggredisce le feste laiche, sotto il mantello del “rispetto per il turista” e della “libertà di impresa”. Osate obiettare? Botteghe e negozi, super e iper e transmercati e outlet e store e mall a porte oscenamente spalancate.
Certo, la Domenica, il XXV Aprile, il I° Maggio erano feste di credenti: in Dio o nell’Umanità. Riunioni attorno al Sacro e al Simbolico, manifestazioni diverse di Fede e di Speranza, vissute nella preghiera e nella memoria, nella meditazione e nella riflessione, nel silenzio e nel canto, rivolte a ciò che è immateriale, che non si può comprare, non inquina, non imbratta. Rivolte al futuro, Celeste o terrestre. Si onorava Dio, ora l’iPad, si celebrava il Lavoro, ora il Consumo.
Liquidazioni permanenti di fine stagione per la liquidazione dell’Immateriale, la rottamazione dello Spirito nei lupanari del Consumo.
La liquidazione del Sacro e del Simbolico procede senza sosta e senza sosta avanza nei cuori, nei ritmi, nei tempi, nei luoghi il dio Immondo che tutto lorda.
Si tratti di Feste sacre o profane, la medesima profanazione le aggredisce e le consuma. Dove aleggiava lo Spirito ora olezza la Materia e i suoi bordelli non chiudono mai.
Consummatum est!"
Rino Della Vecchia