Perché mai parlare di politica in questi giorni di sole, mare e città deserte? Che bisogno c'é? D'altronde le cose ora volgono decisamente al meglio.
La scissione interna al Pdl con la costituzione del gruppo parlamentare Futuro e libertà sottolinea la frattura insanabile tra due diverse sensibilità e scale valoriali in merito all'indirizzo politico che il governo deve tenere nell'amministrare il paese ( in sostanza Fini e Berlusconi non si sopportano più, e contemporaneamente i parlamentari del Pdl d'improvviso si scoprono appartenere a due diverse razze).
La nuova situazione ha dato impulso ad una proficua fase di dialettica interna alla maggioranza, foriera di scoop e titoli in prima pagina degni da libri di storia, come: "Ho visto Fini e la Tulliani fare il progetto con il designer", come titolava il Giornale qualche giorno fa; sul Corriere della Sera invece campeggiava "Fini replica alle accuse: la cucina comprata non è a Montecarlo”... Ma Il Giornale per esempio non ci ha risparmiato nemmeno le prove decisive circa l'arroganza del cognato del Presidente della Camera, mentre il principale quotidiano nazionale ci ha erudito sulla macchina e l'abbigliamento di Giancarlo Tulliani e fidanzata (e forse alla redazione del Corriere qualche giorno dopo avranno avuto un sussulto di vergogna, visto che con un articolo di Aldo Cazzullo hanno quantomeno tentato di prendere le distanze da questo modo insulso, vile, deprimente e gossipparo di fare politica a forza di rivelazioni "scabrose" e accuse reciproche, proprio tanto degli uomini di fiducia dei vari boss di turno, quanto di molti giornalisti).
Ma questi sono anche i fulgidi giorni in cui nella classe politica il pudore e il senso di responsabilità prevalgono sull'attaccamento alla poltrona (sulla scia del Bertolaso sfacciato, Verdini non pensa a dimettersi né da deputato né da coordinatore del Pdl, nonostante continui a collezionare le accuse più disparate, da corruzione a appropriazione indebita, da riciclaggio a mendacio bancario), anche se il caso Cosentino insegna che daglie e daglie alla fine le dimissioni perlomeno dalla carica pubblica (nel suo caso Sottosegretario al tesoro) sono un approdo obbligato.
La scissione interna al Pdl con la costituzione del gruppo parlamentare Futuro e libertà sottolinea la frattura insanabile tra due diverse sensibilità e scale valoriali in merito all'indirizzo politico che il governo deve tenere nell'amministrare il paese ( in sostanza Fini e Berlusconi non si sopportano più, e contemporaneamente i parlamentari del Pdl d'improvviso si scoprono appartenere a due diverse razze).
La nuova situazione ha dato impulso ad una proficua fase di dialettica interna alla maggioranza, foriera di scoop e titoli in prima pagina degni da libri di storia, come: "Ho visto Fini e la Tulliani fare il progetto con il designer", come titolava il Giornale qualche giorno fa; sul Corriere della Sera invece campeggiava "Fini replica alle accuse: la cucina comprata non è a Montecarlo”... Ma Il Giornale per esempio non ci ha risparmiato nemmeno le prove decisive circa l'arroganza del cognato del Presidente della Camera, mentre il principale quotidiano nazionale ci ha erudito sulla macchina e l'abbigliamento di Giancarlo Tulliani e fidanzata (e forse alla redazione del Corriere qualche giorno dopo avranno avuto un sussulto di vergogna, visto che con un articolo di Aldo Cazzullo hanno quantomeno tentato di prendere le distanze da questo modo insulso, vile, deprimente e gossipparo di fare politica a forza di rivelazioni "scabrose" e accuse reciproche, proprio tanto degli uomini di fiducia dei vari boss di turno, quanto di molti giornalisti).
Ma questi sono anche i fulgidi giorni in cui nella classe politica il pudore e il senso di responsabilità prevalgono sull'attaccamento alla poltrona (sulla scia del Bertolaso sfacciato, Verdini non pensa a dimettersi né da deputato né da coordinatore del Pdl, nonostante continui a collezionare le accuse più disparate, da corruzione a appropriazione indebita, da riciclaggio a mendacio bancario), anche se il caso Cosentino insegna che daglie e daglie alla fine le dimissioni perlomeno dalla carica pubblica (nel suo caso Sottosegretario al tesoro) sono un approdo obbligato.
Abbiamo un governo con i ministri titolari dei dicasteri più importanti nel pieno della loro attività. Ovviamente a parte un Ministro degli esteri tanto assente sulla scena internazionale quanto presente quando si tratta di rilasciare dichiarazioni nell'ambito delle nostre polemicuccie interne, o a parte una poltrona di Ministro dello sviluppo economico vacante da più di cento giorni; nonostante il volenteroso interim di Berlusconi l'assenza di un ministro ad hoc blocca qualsiasi ipotesi di intervento serio in materia di politica industriale e politica energetica – per esempio che fine ha fatto il rilancio del nucleare caro soprattutto al governo stesso?
Infine si profila un autunno denso di impegni nel nome dell'attuazione di quei grandi processi di riforma necessari al rilancio socio-economico del paese: difatti sembra che stiamo andando incontro ad un'interminabile stagione di immobilismo, dovuta all'assestamento del quadro partitico che si concluderà con le prossime elezioni, più o meno anticipate.
Quindi perché starsi tanto a preoccupare?....meglio godersi le vacanze
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