.

[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

domenica 27 giugno 2010

# Preferisco pagare più tasse!

Dopo le notizie delle autotassazioni e delle collette che i genitori degli alunni delle scuole pubbliche devono imporsi a Roma come a Bergamo o a Catania per garantire alle strutture scolastiche fotocopie, gessetti e carta igienica, ora la notizia è quella di un singolare appello da parte delle forze dell'ordine: il vicesegretario nazionale dell'Ugl Luca Pantanella ha recentemente chiesto "a tutti i cittadini e agli enti locali pubblici o privati di comprare o donare un cane da addestrare".
Pare infatti che come conseguenza dei nuovi tagli al comparto sicurezza previsti nella recente manovra finanziaria sia a rischio anche l'operatività delle unità cinofile che effettuano i controlli per la sicurezza e per la lotta al terrorismo nei nostri aeroporti....mica poca roba..
Intanto mentre da una parte il governo e la maggioranza tagliano i fondi per le forze dell'ordine, dall'altra sostengono e difendono l'impiego delle ronde formate da volontari e finalizzate a garantire la “sicurezza urbana” . Ovvero ritengono che sia il caso che siano cittadini inesperti a svolgere le mansioni di controllo del territorio urbano al posto di polizia, carabinieri etc..

E così laddove lo stato non può più garantire certe prestazioni perché non ritiene più prioritario destinare risorse pubbliche a loro sostegno, come nei casi qui riportati dell'istruzione e della sicurezza (ma ora attendiamo anche gli effetti dei pesanti tagli che la manovra prevede per regioni ed enti locali – a proposito dei quali si consiglia vivamente la lettura di questo articolo da Lavoce.info ), il fai da te e la solidarietà “locale” sembrano assurgere a pilastri fondamentali per la sopravvivenza della comunità. Insomma si supplisce come si può, con l'apporto che ognuno può dare, alla “ritirata” dello Stato. (Che sia questo il federalismo di cui parlano?? un federalismo tribale..)

Ecco allora che per dare una mano a Tremonti a risanare i conti pubblici io preferisco pagare più tasse, perché ho come l'impressione che "tagliare per non tassare" sia un'opzione che alla fine si rivelerà per tutti i cittadini italiani molto più nefasta e costosa di quanto possa esserlo un buon vecchio aumento delle imposte.

giovedì 24 giugno 2010

# Il carro di Lippi

Esattamente due settimane fa usciva sul Corriere dello Sport questo titolo:

(Corriere dello Sport, 10 giugno)

Tre partite: due pareggi, una sconfitta, non si è mai visto uno straccio di gioco se non negli ultimi 10 minuti della partita con la Slovacchia (un po' tardi..), l'Italia campione del mondo che esce - inguardabile - al primo turno, cosa che non succedeva dal 1974, classificandosi all'ultimo posto del girone più facile del mondiale. La peggiore performance dell'Italia nei 17 mondiali finora disputati.
A Marcé...tranquillo che sul tuo carro non ci sale proprio nessuno..casomai lo portiamo insieme allo sfasciacarrozze..
Ah, e complimenti per i criteri di selezione dei giocatori (scelte discutibili ma che parevano perlomeno piegate ad un modulo o a scelte tattiche, e che ora visto il penoso non-gioco prodotto si rivelano incomprensibili), e anche per la tua irascibilità ingiustificata di fronte a qualunque critica ti sia stata mossa in questi mesi, sintomo della presunzione da dio-campione del mondo che ti ha pervaso facendoti irrigidire sulle tue posizioni ... Quante volte ti sei difeso argomentando che tu le tue decisioni non le dovevi giustificare e spiegare a nessuno? Federazione, giocatori interessati, stampa, tifosi....a nessuno: tutti troppo ignoranti di calcio per meritare delle risposte. Ora che è chiaro che hai toppato di brutto credo che invece un paio di spiegazioni ce le dovresti.. E senza nasconderti dietro onorevoli ma anche dovute (e spesso vuote) assunzioni di responsabilità.
A volte il calcio, come la vita, è beffardo: nel 2006 hai vinto grazie al "gruppo"; nel 2010 hai puntato tutto sul gruppo ed è stato forse l'errore più grande, per la serie chi di gruppo ferisce di gruppo perisce..Sognavi di restare sul carro dei vincitori: invece hai inchiodato e sei ruzzolato giù, cadendo proprio male..


Carro (funebre)

mercoledì 23 giugno 2010

VIDEOSTORIE In Italia prima del calcio...

(Partita di pallone col bracciale a Firenze alla fine dell'800)
Per ingannare l'attesa della partita Italia-Slovacchia, che purtroppo potrebbe mettere definitivamente in luce i limiti di una nazionale italiana senza stelle e senza gioco, preferiamo guardare indietro invece che avanti (ma molto indietro, per fugare ogni ansia), rievocando quello che era lo sport più diffuso e popolare in Italia almeno fino ai primi anni venti del secolo scorso .
Ovvero il pallone col bracciale, uno sport derivato dalla pallacorda e quindi di origine antiche (greco-romane) ma che in Italia cominciò a prendere piede soprattutto in epoca rinascimentale, e che assurse a sport nazionale tra il XVIII e XIX secolo, con la costruzione degli sferisteri (i campi da gioco con relative tribune), la codificazione delle regole e il diffondersi del professionismo. Il pallone col bracciale ebbe discreta diffusione anche in altri paesi europei come Germania Austria, Francia, Inghilterra e Paesi Bassi.

I campi da gioco, lunghi tra gli 80 e i 100 metri e larghi 15-20 metri, erano di due tipi: con muro d'appoggio (come da foto) o senza, in questo caso era detto campo alla lizza. Le squadre erano composte da tre giocatori: battitore, spalla e terzino (un quarto, un secondo terzino, nel caso di campo senza muro d'appoggio) più il cosiddetto “mandarino” il lanciatore che doveva "mandare" la palla al proprio compagno per la prima battuta. I giocatori erano muniti di un pesante bracciale, un attrezzo di legno cavo e dentato che si indossava su una mano, e con esso dovevano mandare dall'altra parte del campo, eventualmente sfruttando anche la sponda del muro, una sfera di cuoio dal peso di circa 270 gr, che l'altra squadra doveva rimandare al di qua al volo o dopo un rimbalzo, con regole molto simili al tennis (leggile qui o qui).

I cosiddetti “pallonisti” erano un po' come i calciatori di oggi: erano famosi ed erano tra i più ricchi atleti dell'epoca (si parla di compensi paragonabili a quelli che oggi fanno le fortune di gente come Tiger Woods o Raikkonen).

Quando si parla di calcio e letteratura, come esempio più antico di opera o poesia dedicata al calcio viene spesso erroneamente citata la canzone di Giacomo Leopardi dal titolo "A un vincitore nel pallone", pubblicata nel 1824 e dedicata dal poeta di Reacanati a Carlo Didimi, originario di Treia e campione di pallone col bracciale. Nell'ode il Leopardi usa la metafora dello sport per indirizzare agli italiani il suo richiamo a combattere l'ozio e l'ignavia imparando a conoscere il sapore della gloria e il valore della fatica, cosa che gli italici sembravano in grado di fare solo quando si appassionavano alle sfide di pallone col bracciale. Alquanto attuale...
Leggi qui "A un vincitore nel pallone"

Oggi questo sport in auge al momento dell'unità nazionale, e che quindi rivestì un non indifferente ruolo nel processo di unificazione del popolo italiano, non è completamente andato perduto: viene giocato in alcuni comuni di Toscana, Marche ed Emilia Romagna in occasione di tornei folkloristici che rievocano le vecchie tradizioni, come in questo video che riprende la celebrazione che ogni anno rivive a Treia, nelle Marche, proprio la patria dell'atleta cantato dal Leopardi:

(Il momento del lancio del mandarino e della prima battuta è forse il più complicato, a volte i tentativi vanno a vuoto e c'è qualche tempo morto: per vedere un po' d'azione corri al minuto 01:50)

martedì 22 giugno 2010

# Orizzonti temporali diversi

Oggi l'Osservatore Romano con un pezzo dal titolo "L'onnipotenza (presunta) del narratore" si scaglia pesantemente contro lo scrittore e poeta (e Nobel per la letteratura) José Saramago, scomparso venerdì scorso alle Canarie, e che il giornale del Vaticano ricorda come un "populista estremistico" con una mente sempre uncinata "da una destabilizzante banalizzazione del sacro e da un materialismo libertario che quanto più avanzava negli anni tanto più si radicalizzava".
Insomma un pesante affondo, sferrato però contro chi non c'è più.
C'è chi definisce questo anatema post-mortem dell'Osservatore poco elegante e tardivo, però che diamine anche noi dobbiamo metterci nei loro panni: solo tre settimane fa per esempio il Papa ha garantito che l'Inferno per i preti pedofili sarà più duro che per gli altri, ed era stato così convincente che quasi quasi tutti quanti per un attimo abbiamo compreso il motivo per cui non bisogna infierire su quei poveri preti peccatori che hanno di fronte un'eternità di atroci sofferenze.
Il punto è proprio questo: noi quelli d'Oltretevere non li capiamo perchè abbiamo un orizzonte temporale troppo limitato. La differenza è tutta qua.

# Due banner, due iniziative da seguire

In giro per questo blog vi potrebbe capitare di incontrare questo banner:



O quest'altro qui:



Generalmente L'interessante, per quanto sfacciatamente di parte, cerca di non schiacciarsi mai sulla linea editoriale dei media ritenuti "amici" o comunque "vicini". Men che meno poi questo blog intende farsi portavoce delle istanze del Pd, verso la cui quasi totalità dei vertici permane la più totale e profonda disistima (per usare un eufemismo).
Quando però l'attività parlamentare e il dibattito politico sono da settimane e settimane focalizzati su un ddl liberticida e fortemente debilitante nei confronti del diritto di cronaca e del dovere di magistrati e forze dell'ordine di indagare per assicurare alla giustizia chi delinque, può succedere che per una volta non si faccia questione di lana caprina e ci si metta tutti insieme, al di là delle differenze e dei diversi orientamenti, a contrastrare, a resistere, contro la deriva antidemocratica portata avanti da un uomo che ormai sta perdendo lucidità e purtroppo anche ogni pudore, lasciando il paese sempre più al buio, in preda a dinamiche che lo stanno riportando indietro di anni, e senza risposte di fronte a quelle che sono le vere priorità ed urgenze che dovrebbero monopolizzare l'agenda politica.

E così da una parte questo blog sostiene e tifa per il nuovo sito de Il fatto quotidiano, da oggi online in una versione sperimentale che dovrebbe assestarsi durante l'estate sulla base degli input di chi vorrà dire la sua. Fino ad oggi de il Fatto Quotidiano esisteva solo un blog con obiettivamente pochi aggiornamenti giornalieri: Padellaro, Travaglio, Telese & C. adesso tentano di dar più peso alla loro versione online proprio alla luce dei reiterati tentativi di imbavagliare la stampa scomoda, nella consapevolezza che la rete è per definizione fluida, non imbrigliabile, in una parola libera.
L'Interessante sponsorizza l'avvio di questo sito, poi se non vi interesserà consultarlo amen, non ci andrete e stop. D'altronde il mouse è molto più democratico del telecomando. Se invece ritenete preziosa una voce in più in grado di informare e diffondere quanto non si vorrebbe che si sapesse, allora passate parola, perché la libertà e un virus che oggi dobbiamo di nuovo diffondere.

Questo blog poi aderisce (ed invita a fare altrettanto) alla campagna lanciata da alcuni esponenti del Pd "Nessuno Tocchi i Blog", nata a seguito della ennesima - anzi trentesima - fiducia posta dal governo in Senato e che ha portato all'approvazione in quel ramo del parlamento del Ddl intercettazioni. Cito dalla pagina della campagna:
Il comma 29 dell’art. 1 prevede che la disciplina in materia di obbligo di rettifica prevista nella vecchia legge sulla stampa del 1948 si applichi anche ai “i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”! I blogger all’entrata in vigore della nuova legge anti-intercettazioni, dovranno provvedere a dar corso ad ogni richiesta di rettifica ricevuta, entro 48 ore, a pena, in caso contrario, di vedersi irrogare una sanzione fino a 12.500 euro.. Ma un blog non è un giornale, il blogger non è un redattore, spesso gli aggiornamenti sono saltuari. Si può rischiare una maximulta perché magari si è in vacanza o non si controlla la posta? Ciò significa rendere la vita impossibile a migliaia di siti e di blog, ben diversi dalle testate giornalistiche. Lo fanno dimenticando che la rete è proprio un'altra cosa.

L'ARTICOLO Biogas: tante buone pratiche, poca diffusione (in Italia)

Impianto a biogas(foto Schmack-Biogas)

Il biogas (biometano) è una fonte di energia rinnovabile dalle interessanti applicazioni e dal grande impatto in termini di riduzione di gas-serra. Tuttavia in Italia se ne parla poco, si conosce poco, e ci si investe poco, a differenza di quanto per esempio sta avvenendo in Germania.
Leggi qui un mio articolo sul biogas: cos'è, come si sfrutta, quali sono i vantaggi e quali le prospettive di questa fonte energetica pulita ed economica.

venerdì 18 giugno 2010

# Arriva il 24esimo ministro, anche lui con tutte le carte in regola

A un mese dalle elezioni del 2008, in piena campagna elettorale Berlusconi andò in Tv e promise: "Nel governo del Popolo della libertà ci saranno 12 ministri, e 4 di questi saranno donne".
Detto fatto. Peccato che poi, ministro dopo ministro, l'esecutivo si è arricchito di nuove poltrone...tanto che fino a ieri erano 23, cui vanno aggiunti gli UNDICI sottosegretari della Presidenza del Consiglio. Oggi si arriva al giro di boa: da 12 si passa a 24 ministri, con la fresca nomina a Ministro per l'attuazione del federalismo di Aldo Brancher (già sottosegretario nei passati governi Berlusconi ed ex prete paolino, ex dirigente di mediaset, ex detenuto di San Vittore all'epoca di Tangentopoli, ex indagato per ricettazione nell'ambito dello scandalo della Banca Antonveneta, insomma uno con tutte le carte in regola).
Mentre Berlusconi continua a dichiarare di voler tagliare i costi della politica, mentre si discute di una manovra finanziaria che colpisce i più deboli e non tocca quasi per niente i privilegi della casta, mentre non si riescono a tagliare neanche un paio di mini-province, e a fronte dell'esistenza del dicastero per i Rapporti con le Regioni e di quello per l'Attuazione del Programma di governo*, la nomina di un “Ministro per l'attuazione del federalismo” sembra una inutile e stonata duplicazione di cui non si intuisce minimamente l'utilità per il paese.. Ma forse qualche utilità c'è: i più maligni (o solo i più accorti..) vi vedono un regalone allo stesso Brancher, che ora che è ministro potrà evitare di presentarsi all'udienza del 26 giugno prossimo nell'ambito del processo Antonveneta che lo vede indagato per appropriazione indebita.
Il post scrive: “Bisogna tagliare il peso dello Stato, dicono i membri del governo Berlusconi, per risanare i conti del paese. Abbiamo capito cosa intende il centrodestra per peso dello Stato: la scuola, la ricerca, il welfare, l’università, gli stipendi, le pensioni”.
Che altro aggiungere? .. Una cosa ancora si potrebbe dire, vista la concomitanza della nomina con i tagli previsti dalla manovra e la prossima udienza di Brancher: che facce da culo....

* Oops...sarà la snellezza di questo governo e la assoluta chiarezza circa l'utilità e il ruolo di ognuno dei dicasteri che lo compongono, ma mi sono scordato del Ministero delle Riforme per il federalismo, guidato da Bossi!

MUSICLIBRARY Mondiali: ogni epoca ha la colonna sonora che si merita

Visto che volenti o nolenti quest'estate ce la sentiremo tutti per centinaia di volte, "Waka Waka" di Shakira (cover della canzone camerunense Zangalewa del 1986 ), una delle canzoni ufficiali dei mondiali sudafricani, ce la ricorderemo senz'altro a lungo. Così come riconosciamo facilmente “La Copa de la Vida” di Ricky Martin (Francia '98) o “Notti Magiche” (Italia '90).
Ma prima del 1990? Quali erano, se c'erano, le colonne sonore dei campionati mondiali di calcio?
E' dai mondiali inglesi del 1966 che vige la consuetudine di adottare un inno ufficiale dei mondiali. Dall'edizione del 1970 le canzoni o i “temi” ufficiali sono addirittura sempre stati più di uno.
(Qui puoi leggere l'elenco completo). Però è solo con il "Mundial" messicano del 1986 che la musica pop commerciale si impone, con "A Special Kind of Hero" di Stephanie Lawrence.
Ecco una selezione di alcuni dei brani più particolari, forse più modesti e meno “hits” di quelli dei giorni nostri, ma portatori sani di un'atmosfera e di un'immagine del mondo del calcio sicuramente più genuine e semplici oltre che meno commerciali e consumiste di quanto oggi riusciremmo anche soltanto a immaginare.

England '66 - World Cup Willie (Lonnie Donegan)



Argentina '78 - El Mundial (Ennio Morricone)



Argentine Melody (Andrew Lloyd Webber)



Espana '82 - Matador (Jeff Wayne)



Mexico '86 - Aztec Gold (Silsoe)

mercoledì 16 giugno 2010

# Sfide mondiali: nessi extra-calcistici

16/6 Spagna-Svizzera: Tennis
Sono circa cinque anni che lo spagnolo Rafael Nadal e lo svizzero Roger Federer dominano la vetta dell' ATP ranking.

17/6 Francia Messico: Florence Cassez
La francese Florence Cassez nel 2005 viene arrestata in Messico insieme al suo compagno Israel Vallarta, capo di una banda di sequestratori. Nonostante essersi difesa asserendo di essere solo la compagna di Vallarta, è stata condannata a 60 anni di prigione per il suo presunto ruolo "attivo" nella banda, scatenando le proteste ufficiali della Francia. Al momento la Cassez sta scontando la sua pena in Messico, ma in Francia non si scordano di lei ed è scattata la mobilitazione: per esempio è attiva una campagna online, portata avanti dall'associazione "Liberez Florence Cassez" .

18/6 Slovenia-Stati Uniti: Cleveland
Non molti sanno che nella città dell'Ohio il 10% della popolazione è di origine slovena, e quindi, con circa 50.000 persone, quella slovena è la comunità straniera più numerosa. Per questo a Cleveland ci sono chiese, associazioni culturali, radio, locali, festivals e giornali sloveni.

19/6 Olanda-Giappone: Rangaku
Nel XVI secolo i giapponesi, non da molto venuti a contatto con gli europei, chiamavano nanbangaku (scienze dei barbari del sud) l'insieme della scienza e della conoscenza europea. Nel secolo successivo tuttavia prevalse la definizione rangaku (scienze olandesi) per via del fatto che i nipponici avevano stretto intense relazioni commerciali soprattutto con gli olandesi, che non avevano particolari mire espansionistiche, ma che anzi all'epoca già si distinguevano per tolleranza religiosa e libertà di pensiero, e miravano soltanto a intensificare l'interscambio commerciale e culturale; di conseguenza per molto tempo furono gli unici "bianchi" ad avere accesso al paese (da C. Martorella ).

20/6 Italia-Nuova Zelanda: i kiwi
I due paesi sono i due principali produttori mondiali dell' Actinidia Chinensis, la pianta dal frutto verde e ricco di vitamina C, con una produzione annua di circa 480 mila (Italia) e 280 mila tonnellate (Nuova Zelanda). Infatti nonostante la pianta sia originaria della Cina, nel XX secolo la sua coltivazione si diffuse prima in Nuova Zelanda, dove acquisì il nome con cui è più nota, poi in Italia, nonostante il clima mediterraneo non rappresenti affatto il miglior habitat per l'actinidia, che predilige inverni freddi ed estati umide, piovose e con poca insolazione.

21/6 Cile-Svizzera: il tunnel
In Svizzera è in fase di realizzazione il progetto Alptransit, che comprende quello che dovrebbe diventare il più lungo tunnel ferroviario al mondo: 57 km (4 km più dell'Eurotunnel sotto la Manica) di perforazioni sotto il San Gottardo. Lo scorso maggio il progetto è stato presentato in Cile in occasione di un'esposizione dedicata alle nuove trasversali ferroviarie alpine. Yvonne Baumann, ambasciatrice svizzera in Cile ha commentato: «Il Cile è un paese di gallerie, e per questo motivo l'esperienza di Alptransit sarà particolarmente utile adesso, a pochi mesi dal terremoto che ha colpito il paese». Sullo sfondo l'idea di una grande galleria transandina a bassa altitudine in grado di collegare Cile e Argentina.

22/6 Grecia-Argentina: default
Troppo facile trovare le analogie tra questi due paesi: per sua fortuna la Grecia è nell'Unione Europea, ed ha avuto il tempo di intervenire per evitare il rischio bancarotta. Per l'Argentina non è stato così.

23/6 Usa-Algeria: i corsari
I primi “rapporti” tra le due nazioni si ebbero ai primi del 1800, quando i da poco indipendenti Stati Uniti condussero due veloci guerre nel Mediterraneo per ribellarsi e affrancarsi dai pesanti tributi che dovevano pagare alle reggenze nordafricane dell'impero ottomano (Tripoli, Algeri e Tunisi) per garantire sicurezza e protezione alle proprie navi commerciali a fronte degli attacchi dei corsari di quei paesi che in quegli anni infestavano il Mediterraneo occidentale. La c.d seconda guerra barbaresca vide gli americani prevalere, e da quel momento ebbero pieni diritti di navigazione in quella parte del mare nostrum senza dover più pagare alcun tributo. Oggi i tempi sono parecchio cambiati, e l'Algeria compra armamenti dagli Stati Uniti.

venerdì 11 giugno 2010

GIOCHIdiPAROLE Omaggio al palindromo italiano più lungo

Imo! Nitro, farfalle, e raro noir. A! e di nuovo un'idea: rionorare ella fra forti nomi
(Alessandro Valentini)

Questa qua sopra è una frase di buon augurio per la nazionale di calcio italiana che lunedì esordirà nei mondiali di calcio sudafricani che cominciano oggi. La frase, che augura agli azzurri di riconquistare la coppa, può sembrare un po' strana e astrusa. Il fatto è che si tratta di una frase palindroma, ovvero che rimane identica sia che venga letta da sinistra a destra che da destra a sinistra. Come le parole "Anna", "otto", "radar", o come le espressioni “Ai lati d'Italia", "Roma è amor" "Amo ridere di Roma", o le parole con cui secondo la tradizione anglosassone Adamo si sarebbe presentato a Eva:"Madam I'm Adam".
Poi ci sono le frasi un po' più lunghette come “O mordo tua nuora o aro un autodromo”, “I topi non avevano nipoti” o la più aulica (e bellissima) “Avida di vita desiai ogni amore vero ma ingoiai sedativi da diva” frase che l'enigmista Krypton dedicò nel 1982 a Marylin Monroe.
Il più antico, misterioso e famoso palindromo è la ricorrente iscrizione latina detta “Quadrato del Sator”:


E allora, visto che c'è ben poco da dire riguardo alle prospettive di questa nazionale Lippi II molto poco giovane, antimeritocratica, e frutto delle simpatie di chi decide - e quindi ritratto fedele di ciò che può esprimere il paese in questo momento - la frase palindroma di buon augurio alla nazionale da me creata vuole essere null'altro che un omaggio a Beppe Varaldo che nel 1982, dopo la storica vittoria della squadra di Bearzot, compose il più lungo palindromo della lingua italiana, e uno dei più lunghi al mondo (un altro molto famoso e probabilmente il più lungo mai stato scritto è quello composto dallo scrittore francese George Perec nel 1969, che puoi leggere qui).
Ecco il testo di Varaldo:

Ai lati, a esordir, dama e re, Pertini trepida, tira lieti moccoli, dialoga - vocina, pipa... -, ricorre alle battute. E’durata!... ne patì Trap: allena - mèritasi lodi testé - Juvitalia, mai amata. Il boato n’eruppe su filato, mero atto d’ira: assorga da gai palati, ingoi l’arena! Si rise, noi: gara azzurra - felicità, reti - e ricca! Né tacerò pose, ire, rapidi miti; citerò paure... però meritan oro. Ci sono rari tiri? Sia! ma i latini eroi goderono di rigore - c’è fallo -; "Fatale far tale rete": lassa prosopopea nei peani dona aìre facile. Ma "fatale" malessere globi dilata, rene, vene ci necrotizza: ratto, vago, da finir al còre (l’oblierà? Dall’idea - l’Erinni! - trepiderà: tic e tac...)... Lapsus saliente (idra! sillabo!): non amai Cabrini; flusso acre - pus era? Sudore? - bile d’ittero ci assalì: risa brutali, amaro icore... Fiore italo, cari miei, secca, alidirà vizzito là, se sol - a foci nuove diretti, fisi - a metà recedete: l’itala idea di vis (i redivivi, noti, ilari miti!) trapasserà, inerte e vana, in italianità lisa, banal. Attutite relativa ira, correte: eterni onori n’avrete! Sibili - tre "fi" - di arbitro: finita lì metà partita; reca loro l’animo di lotta, fidata ripresa! mira, birra ridà! attuta ire, bile! La si disse "eterea", la Catalogna: alla pari terrò cotali favolose ore... Notte molle, da re! Poeti m’illusero ("Va’!", "Fa’!", "Osa!") colla fusione - esile, serica, viva -, rime lepide, tra anelito d’età d’oro e rudezze d’orpello; così cederò all’eros, ai sensi rei; amai - l’amavo... - una grata città, la gag, la vita; nutro famosa cara sete, relativa a Lalo, Varese, De Falla, Petrassi, e Ravel, e Adam, e Nono... Sor... bene, totale opaca arte; né pago fui per attori, dive, divi (lo sarò?)... Là ogni avuto, mai sopito piacere s’evaporò, leggera falena era: se con amor, lì, alla cara - cotale! - virile sera - coi guadi sereni, grevi da dare angine, beati - lo paragono, decàde a ludo, mollica, vile cineseria, onere. Sì! Taccola barocca allora rimane, meno mi tange: solo apatia apporterà, goffa noia... Paride, Ettore e soci trovarono sì dure sorti - riverberare di pira desueta! - coi gelosi re dei Dori (trono era d’ira, Era, Muse); a Ilio nati e no, di elato tono, di rango, là tacitati - re... mogi -, videro Elleni libare, simil a Titani, su al Pergamo: idem i Renani e noi... "...caparbi", vaticinò - tono trepido -, ed ora tange là tale causale trofeo (coppa di rito è la meta della partita), trainer fisso; mìralo come l’anemone: fisso, raro, da elogi... D’animo nobile, divo mai: mai tetro, fatale varò la tattica. Cito Gay, ognor abile devo dir: da Maracanà sono tacco, battuta... Ai lati issò la vela l’ala latina Bruno: cerca la rete, si batte assai, opera lì, fora, rimargina... Bergomi, nauta ragazzo, riserra giù sì care fila: è l’età... Coi gradi vedo - troppa la soavità - capitano Dino, razza ladina. Rete vigila! dilàtati...!: la turba, l’arena, ti venera. Ad ogni rado, torpido e no, tirabile tiro, trapelà rapidità sua: parò (la tivù, lì, diè nitidi casi). Di tutto - fiero, mai di fatica, vivace - raccatta: e, se tarpate, le ali loro - è la verità - paion logore. Zoff (ùtinam!) è dei... Parà: para... Piede, mani, tuffo: zero gol, noi a patire. Vale oro: lì, là... è l’età... "Pratese, attacca! reca vivacità!", "Fidiamo!", "Rei fottuti disaciditi!"... Nei diluvi, talora pausati, di parole partorite lì, baritone o di proto, da ring o da arene ("Vita nera là, brutalità tali da ligi veterani, da... lazzaroni!", "Dònati! pàcati va’! osa!: l’apporto devi dar!", "Giocate leali, feraci!", "Su i garresi!", "Rozza gara!", "Tu, animo!", "Grèbani! Grami!", "Raro filare!"; poi: "Assaetta!", "Bis!" e "Ter!"), alacre, con urbanità, l’alalà levossi: "Italia!", a tutta bocca, tonò. Sana cara Madrid, ove delibaron Goya... gotica città talora velata...: forte ti amiamo! Vi delibo nomina di goleador a Rossi - fenomenale! -: mò, colà, rimossi freni artati (tra palle date male o tiri dappoco è forte la sua celata legnata), rode, o d’ipertono, tonicità, vibra. Pacione inane, rimediò magre, plausi - nati tali - miserabili nelle ore di Vigo (meritàti!); Catalogna ridonò totale idoneità - noi lì a esumare, a ridare onor - tiro diede, riso; le giocate use - da ripide, rare, brevi, ritrose, rudi - son ora vorticose e rotte, e d’ira paion affogare (troppa?). Aìta, Paolo!: segna, timone mena, mira, rolla, accora, balòccati sereno, aìre - se Nice li vacillò - modula e dà (cedono...): gara polita e benigna - e rada, di vergine residua... - gioca. Re s’è lì rivelato (Caracalla? Il romano Cesare!): anela, fa, regge loro, pavese reca...: ipotiposi amo. Tu va’ in goal, ora! Sol, ivi, devi dirottare più foga: penetra a capo elato - tenebroso non è... - ma da elevare, issar te, palla, fede, sera (vola, là) a vitale rete! Sarà caso... Ma Fortuna ti valga galattica targa, nuova malìa: mai Eris ne sia sorella! Or è deciso: colle prodezze, dure e rodate doti - lena, arte di Pelè, mira -, vivaci rese lì sé e noi: su fallo (caso a favore sul limite, opera dell’ometto nero) è solo, va filato, corre, tira, palla angolata cala... è rete! Essi di sale, l’Iberia tutta a dir "Arriba!", rimaser. Pirata? Di fatto li domina... Loro lacerati tra patemi; Latini forti, braidi, fertili, bis e ter van, ìrono in rete... E terrò cari a vita: le reti; tutta l’anabasi latina; i Latini, a nave e treni, a ressa partiti (mìrali!); i toni vivi, derisivi, d’aedi alati; le tede cerate ("Mai sì fitte" ridevo: unico falò s’esalò, tizzi vari di là accesi); e i miracolati eroi, feroci... Oramai la turba si rilassa: i coretti deliberò d’usare. Supercaos sul finir! Baciamano? No: balli sardi, etnei lassù (spalcate!); citaredi per tinnire, là, ed il "la" dare; il Bolero, clarini, fado, gavotta, razzi, torce (Nice n’è venerata) lì. Di bolge, resse, la melata famelica "feria" anodina è piena, e po’ po’ sorpassa l’etere la trafelata folla. Fecero giri d’onore: dogi o re, in Italia, mai si ritirarono sì coronati. Remore, Perù, aporetici timidi pareri... e sopore, catenacci reiterati, Cile, far ruzza: a ragione si risanerà lì ogni itala piaga; da grossa a ridotta, o remota, lì fu, seppur nota, obliata. Mai amai la tivù: jet-set, idoli, satire...; ma nella partita - penata, rude e tutta bella: erro? - ci rapì: panico vago, lai di locco, mite ilarità di Pertini... tre pere a Madrid, rosea Italia!

(di Beppe Varaldo da "Anagrammi e giochi di parole", di Francesco Adami e Roberto Lorenzoni; Oscar Giochi Mondadori, 1989)

# Intercettazioni: il punto di vista delle forze dell'ordine

Invece che dare conto delle solite lamentele di quei cattivoni e faziosi di giornalisti e magistrati, nel giorno in cui il Senato - con voto di fiducia - ha approvato il ddl intercettazioni, può essere interessante citare il pensiero di un paio di rappresentanti degli uomini delle forze dell'ordine, in particolare in merito alla proroga delle interecettazioni necessaria di 72 in 72 ore una volta passati i 75 giorni concessi dalla legge:
Claudio Giardullo segretario generale del sindacato di polizia Silp-cgil ha affermato:
''Ancora una volta - rileva Giardullo - l'obiettivo sembra quello di svuotare di contenuto uno dei piu' importanti strumenti investigativi, anziche' assicurare alle forze di polizia efficaci strumenti di lotta al crimine e di tutela della legalita' ".
Gianni Ciotti, segretario provinciale di Roma del Silp spiega con un esempio: "Se a Formia si sta indagando su un camorrista, una volta scaduti i 75 giorni, ogni 72 ore una pattuglia dovrà perdere un giorno per venire a Roma a chiedere la proroga” [a un “collegio” di 3, dicasi 3, giudici].
Ottimo modo di impiegare il tempo di giudici e agenti delle forze dell'ordine..

giovedì 10 giugno 2010

VIDEOSTORIE Noblesse oblige



Sgarbo diplomatico di Berlusconi a Zapatero per sottrarsi alle domande dei giornalisti.

martedì 8 giugno 2010

# Succede alla Camera...

(Vedi qui il video della votazione che ha causato le polemiche)

Succede che alla Camera si vota la pregiudiziale dell'Idv sul decreto "recante temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania".

Succede che la presidente di turno della Camera, Rosi Bindi, apre le votazioni e le chiude 51 secondi dopo. Succede che la pregiudiziale passa con 249 voti a favore, 231 contro e un astenuto. Una vittoria dell'opposizione: decade il decreto legge sull'abusivismo in Campania.

Succede allora che scoppia la bagarre: si perché al momento dell'apertura del voto molti deputati non erano al loro posto, e soprattutto molti della maggioranza non hanno fatto in tempo a tornare al proprio banco a votare. E allora giù con le urla, giù con “Vergogna, vergogna!”, giù con Cicchitto che prende la parola e accusa la Bindi di aver pilotato con dolo questo voto, si parla di prevaricazione e vulnus al sistema democratico (azz..il primo), giù con la convocazione da parte di Fini di una riunione dei capigruppo domattina alle 08:30....Insomma ferro e fuoco sulla Bindi.

Dai tabulati risulta che effettivamente al momento del voto erano assenti il 23,79% dei deputati del Pdl, il 25% dei leghisti, il 20,5% dei centristi, il 20% dell'Idv e solo il 5,85 dei deputati del Pd.

Succede però che nel marzo del 2009 il sito fondazioneitaliani.it parlando delle allora nuove norme entrate in vigore alla Camera e in Senato per arginare il fenomeno dei c.d pianisti, citava “dati forniti da Fini”:
[...]In totale, dunque, la media rimane di una – due votazioni al minuto, pressoché identica a quella con il sistema finora adottato. Secondo i dati forniti da Fini, infatti, “su 2.667 votazioni effettuate in questa legislatura fino ad oggi, in oltre 2.000 casi se ne è fatta una al minuto, in 276 casi due al minuto, in 41 casi tre, in 33 casi quattro”.

Alla luce di questi numeri il tempo di votazione concesso dalla Bindi sembra rientrare perfettamente nella norma.

Succede allora che uno finisce per pensare che tutto il gridare allo scandalo che si è fatto dai banchi della maggioranza così come gli anatemi di Cicchitto (capogruppo e quindi “responsabile” per la performance dei deputati pdiellini) non siano altro che disperati tentativi di depistare, e dare la colpa a qualcun altro per una magagna di cui si è colpevoli: una grave leggerezza causata forse dall'inesperienza di molti deputati nominati e quindi assoldati come si assoldano le comparse, comparse che ora temono gli strali e i rimproveri del grande capo che li ha assoldati.

Succede che alla fine sembra solo questo.

# 8 giugno: Silvio è in gran forma

"La Protezione Civile non si recherà più in Abruzzo finché esisterà l'accusa di omicidio colposo". Lo ha detto oggi Silvio riferendosi alle polemiche e all' inchiesta giudiziaria sul mancato allarme per il terremoto . Minaccia mica male...chi gliela spiega agli abruzzesi??

"Appena vanno in Abruzzo gli saltano addosso. Qualcuno con la mente fragile rischia che gli spari in testa" …e se ciò accadesse sarebbe colpa della "magistratura politicizzata in modo organico che sta impedendo il governo del Paese e va, in questo senso, contro gli interessi del Paese. Dove la sovranità è in mano a Magistratura democratica e alla Consulta" (Da Repubblica) .

Tanto la sovranità è in mano ai magistrati che per fortuna adesso arriva il ddl intercettazioni. Silvio afferma: "La legge è stata ostacolata da toghe e giornalisti ma adesso basta. Il testo che arriva alla Camera non sarà modificato. E questa è una decisione vincolante per il Pdl" (quindi testo blindato...d'altronde su un provvedimento così urgente e così vitale e delicato per il destino del paese non poteva essere altrimenti). "Non dobbiamo perdere più tempo e bisogna votarlo senza ulteriori modifiche".

Di sicuro quindi resteranno nel ddl le maximulte per gli editori e le altre schifezze atte a limitare le indagini, il diritto di cronaca e quello a essere informati. Sempre in tema di informazione poi..

"Se la Rai non cambia, non firmo il contratto di servizio". Questa volta Silvio minaccia nella veste di ministro dello Sviluppo Economico ad interim, ma questa sua affermazione riferita da alcuni partecipanti al vertice Pdl di Palazzo Grazioli è stata rapidamente e puntualmente smentita dal sottosegretario alla smentita Bonaiuti.

Dulcis in fundo, all'assemblea di Federalberghi, con un tempismo a cazzo, dato che la stagione turistica più importante per il nostro paese è già cominciata e si parla quindi di interventi che chissà quando sortiranno i loro effetti (quando invece noi che abbiamo la fortuna di poter contare sul turismo dei grandi numeri in tempi di crisi potevamo pensarci prima a sostenere seriamente il settore), Silvio annunciando un piano straordinario per il turismo ha promesso: "Saranno disponibili 2 miliardi di euro per incentivi agli interventi, per manutenzioni e per favorire l'attuazione della aree turistiche. Inoltre e' quasi pronto uno spot che avra' la mia voce, inconfondibile e anche abbastanza sensuale".
Albergatori siete avvertiti: sono in arrivo orde di ninfomani da tutto il mondo!

IMAGO E' giusto importare biomassa legnosa?

(foto tratta da El Pais)

Queste montagne di trucioli alte fino a sei metri immortalate un mese fa al porto di Palamòs, in Catalogna, sono quanto resta di 120.000 ettari di foresta andati distrutti durante una tempesta di neve che l'8 marzo scorso ha colpito la regione di Girona, lasciando tra l'altro al buio per molte ore 220.000 spagnoli. Al momento dello scatto della foto già 3000 tonnellate erano state inviate in Sardegna. Ora pian piano alla centrale Enel di Portovesme arriverà anche tutto il resto. Per la gioia di Miquel Soliva, l'imprenditore che nel 2006 si è inventato questo business che consiste nel raccogliere, sminuzzare ed esportare la biomassa legnosa. E per nostra fortuna, visto che bruciandola la convertiamo in energia elettrica a disposizione di milioni di italiani, a prezzi modici – almeno all'origine - , in un affare da cui sembrano guadagnarci tutti: la legna raccolta e utilizzata è legna “morta”; alla società di Soliva la lavorazione e il trasporto dei trucioli costa dai 40 ai 43 euro a tonnellata;l'Enel acquista a 65 a tonnellata; noi abbiamo bisogno di inquinare di meno e di diversificare le nostre fonti energetiche.
Soliva esporta in Italia perché in Spagna le centrali a biomasse sono molto poche. Quindi bene per noi che invece dimostriamo di saper sfruttare questa risorsa energetica rinnovabile (perché tale è considerata la biomassa forestale). Meno positivo però il fatto che la importiamo. Primo perché significa che il settore dal punto di vista del reperimento della materia prima è molto indietro: secondo alcuni studi nel nostro paese sfruttiamo appena un terzo del potenziale di biomassa da legno.
Secondo perché (come spiegato bene qui) la combustione del legno può essere considerata a bilancio neutro di emissioni di carbonio poichè l'anidride carbonica rilasciata in fase di combustione è pari a quella fissata dalla pianta, durante la crescita, mediante il processo di fotosintesi. In questo modo si chiude il ciclo del carbonio, senza emissioni aggiuntive di gas serra in atmosfera. A patto però che la biomassa venga bruciata nella stessa area in cui è stata raccolta, per non falsare questo bilancio e affinché non ci siano emissioni aggiuntive dovute al suo trasporto. Insomma, c'è poco da fare, la biomassa legnosa è veramente ecologica ed economica solo quando tutto il suo ciclo si svolge in ambito locale.

giovedì 3 giugno 2010

# Scaglia il Berlusca il più lontano possibile!


Secondo i dati diffusi da ONE, l'organizzazione internazionale co-fondata da Bono e impegnata a combattere la povertà soprattutto in Africa, l'Italia tra i paesi del G8 è stata quella che ha avuto la performance peggiore nell'onorare gli impegni presi dagli otto grandi per la riduzione del debito e per un maggiore sostegno finanziario nei confronti dei paesi del continente nero. In particolare secondo ONE a disattendere le promesse sarebbe stato Silvio Berlusconi, che dopo aver più volte garantito che l'Italia avrebbe aumentato la sua quota di Pil destinata agli aiuti all'Africa, pare invece averli addirittura tagliati. In effetti l'Italia è l'unico paese che tra il 2004 e il 2009 ha diminuito questi aiuti, di 169 milioni di euro, a causa di tagli effettuati principalmente nel 2005/6 e nel 2008/9 ovvero con Berlusconi al governo, mantenendo la quota del Pil riservata agli aiuti per l'Africa attorno allo 0,15%, praticamente lo stesso livello del 2004. Invece, secondo quanto promesso dal nostro Premier a Bob Geldolf in occasione del summit del G8 a L'Aquila dell'estate scorsa, l'Italia entro il 2010 avrebbe dovuto raggiungere non più il 0,51% del Pil come stabilito al G8 di Gleneagles del 2005, ma almeno un decoroso 0,33%. Il che sembra già alquanto improbabile.

Ecco allora che ONE ha creato la campagna Hurl Berl, per cui si può firmare una petizione finalizzata all'estromissione di Berlusconi dal G8; a corredo dell'iniziativa, evidentemente per richiamare più attenzione possibile, è stato lanciato l'omonimo gioco online, nel quale in un campo di lancio del peso ci si può confrontare nel lancio di Silvio. Io l'ho lanciato a 743 metri...che soddisfazione..

martedì 1 giugno 2010

VERSUS Israele spara,ma pure Mantica e Feltri non scherzano

Quanto accaduto la notte scorsa nelle acque internazionali a 130 km dalla costa di Gaza ha suscitato la condanna pressoché unanime di tutta la comunità internazionale: l'esercito israeliano è responsabile di una rappresaglia spropositata costata la vita ad almeno dieci persone che erano sulla nave turca Marmara, una delle sei imbaracazioni di diverse Ong che erano dirette verso la striscia di Gaza per forzarne il blocco imposto da Israele e portare ai palestinesi 10 mila tonnellate di aiuti umanitari.

(Soldati israeliani su una delle navi della flottiglia umanitaria - Foto Reuters)


Ha detto bene oggi Umberto de Giovannangeli su Limes online:

"Di fronte alle immagini dei commandos israeliani che aprono il fuoco sul ponte della nave della Freedom Flotilla, è impossibile, anche per il più strenuo difensore dello Stato ebraico, parlare di diritto di difesa, di pericolo immanente. Quelle navi portavano aiuti umanitari, non armi. E l'eventuale resistenza opposta dagli assaliti non può giustificare la reazione assolutamente spropositata dei soldati di Tsahal. E tutto questo in acque internazionali. Per Israele è un'onta destinata a durare nel tempo".

L'Ue si è fatta subito sentire: l'Alta Rappresentante dell'Ue per gli affari esteri, l'inglese Catherine Ashton, in mattinata si è detta “profondamente angosciata per la perdita di vite umane in conseguenza dell'operazione militare israeliana”, e ha affermato:

“L'Ue condanna fortemente ogni atto di violenza e deplora qualsiasi uso eccessivo della forza. A questo proposito, a nome dell'Ue, l'Alto Rappresentante richiede un'immediata indagine sull'accaduto da parte delle autorità israeliane”. Parole e concetti ribaditi qualche ora più tardi dagli ambasciatori di tutti i 27 Stati membri dell'Ue.

Ma l'isolamento di Israele stavolta è totale: non solo ora deve fare i conti con i forti attriti con la Turchia - una volta unico partner di Israele nell'area mediorientale - e ovviamente con tutto il mondo musulmano, ma anche con le critiche provenienti da molte cancellerie europee e con quelle espresse da Ban Ki Moon, il segretario generale dell'Onu, che si è detto "sconvolto" per l'accaduto. E la stessa solidissima amicizia/alleanza con gli Usa è ai minimi storici: un Obama gelido al telefono ha fatto pressioni su Netanyahu affinché si faccia chiarezza al più presto su quanto accaduto.

E quindi? Chi ha preso le difese della scellerata azione militare israeliana?? Tranquilli, ci ha pensato il nostro sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica:

"Questa vicenda si può classificare come una voluta provocazione: aveva un fine preciso, politico. [...] Possiamo discutere sulla reazione israeliana ma pensare che tutto avvenisse senza una reazione di una qualche natura era una dilettantesca interpretazione di chi ha provocato questa vicenda."

D'altronde lui almeno ha detto qualcosa: Frattini al solito è come se non parlasse (oggi ha vaticinato: "Israele deve dare una spiegazione, anche se l'Italia rimane il suo miglior amico in Europa"...), Berlusconi invece è stato uno dei pochi leader di governo a tacere completamente..forse distratto, forse imbarazzato.

E poi c'è il buon Feltri che, in leggera controtendenza, sul suo prestigioso Il Giornale oggi titola in prima pagina a grandi caratteri: "Israele ha fatto bene a sparare".
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Al momento ancora nulla di ciò che è accaduto è chiaro, ed è probabile che su quelle navi qualche pacifista “anomalo” e poco pacifista ci fosse veramente, anche se è difficile credere che abbiano addirittura aperto il fuoco per primi. Intanto stanotte ancora non si hanno notizie di alcuno dei 700 attivisti arrestati dagli israeliani sulle sei navi..
Fatto sta che, se non per alcuni nostri eccentrici sottosegretari e direttori di giornale che amano sparare cazzate, per tutti quanti ciò che è accaduto all'alba di ieri è stato un grosso autogol del governo israeliano, ed anche un grosso regalo ad Hamas. Come già sottolineato in questo blog relativamente ad un altro recente grave caso ma a parti invertite, in quella che ormai è soprattutto una lenta guerra di stillicidio mediatico a fronte di uno stallo totale nelle negoziazioni e nel processo di pace, Hamas e Tel Aviv (che per fortuna non sono il popolo palestinese e il popolo israeliano) procedono più che a passi avanti a passi indietro, nel senso che ogni nefasto autogol dell'uno è l'unico "passo avanti" (ma solo verso il martirio) che riesce a fare la controparte. Segno di una situazione in terra palestinese estremamente intricata e lontanissima dal poter dare speranza per una soluzione prossima che possa essere pacifica e condivisa.