Queste montagne di trucioli alte fino a sei metri immortalate un mese fa al porto di Palamòs, in Catalogna, sono quanto resta di 120.000 ettari di foresta andati distrutti durante una tempesta di neve che l'8 marzo scorso ha colpito la regione di Girona, lasciando tra l'altro al buio per molte ore 220.000 spagnoli. Al momento dello scatto della foto già 3000 tonnellate erano state inviate in Sardegna. Ora pian piano alla centrale Enel di Portovesme arriverà anche tutto il resto. Per la gioia di Miquel Soliva, l'imprenditore che nel 2006 si è inventato questo business che consiste nel raccogliere, sminuzzare ed esportare la biomassa legnosa. E per nostra fortuna, visto che bruciandola la convertiamo in energia elettrica a disposizione di milioni di italiani, a prezzi modici – almeno all'origine - , in un affare da cui sembrano guadagnarci tutti: la legna raccolta e utilizzata è legna “morta”; alla società di Soliva la lavorazione e il trasporto dei trucioli costa dai 40 ai 43 euro a tonnellata;l'Enel acquista a 65 a tonnellata; noi abbiamo bisogno di inquinare di meno e di diversificare le nostre fonti energetiche.
Soliva esporta in Italia perché in Spagna le centrali a biomasse sono molto poche. Quindi bene per noi che invece dimostriamo di saper sfruttare questa risorsa energetica rinnovabile (perché tale è considerata la biomassa forestale). Meno positivo però il fatto che la importiamo. Primo perché significa che il settore dal punto di vista del reperimento della materia prima è molto indietro: secondo alcuni studi nel nostro paese sfruttiamo appena un terzo del potenziale di biomassa da legno.
Secondo perché (come spiegato bene qui) la combustione del legno può essere considerata a bilancio neutro di emissioni di carbonio poichè l'anidride carbonica rilasciata in fase di combustione è pari a quella fissata dalla pianta, durante la crescita, mediante il processo di fotosintesi. In questo modo si chiude il ciclo del carbonio, senza emissioni aggiuntive di gas serra in atmosfera. A patto però che la biomassa venga bruciata nella stessa area in cui è stata raccolta, per non falsare questo bilancio e affinché non ci siano emissioni aggiuntive dovute al suo trasporto. Insomma, c'è poco da fare, la biomassa legnosa è veramente ecologica ed economica solo quando tutto il suo ciclo si svolge in ambito locale.
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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)
martedì 8 giugno 2010
IMAGO E' giusto importare biomassa legnosa?
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