E adesso come la mettiamo? Come la mettiamo con le centinaia di "persone" che hanno riversato su cartelloni e volantini, su Facebook e nei commenti online i loro insulti razzisti e xenofobi, ovvero tutto il loro odio e tutta la loro violenza repressa (tipica dei frustrati e degli ignoranti) sul primo capo espiatorio che fosse ben identificabile e a tiro, salvo poi rendersi conto di aver probabilmente preso di mira il bersaglio sbagliato? E adesso che cosa diranno Salvini e Borghezio che da subito, molto prima che le indagini arrivassero a qualche punto fermo, avevano cavalcato l'onda proponendo tra le altre cose l'inasprimento delle leggi (solo) nei confronti degli immigrati? Adesso come la mettiamo con la realtà, che ci dice che la posizione del marocchino (per alcuni tunisino - ma tanto che differenza fa, giusto?) arrestato per la scomparsa di Yara Gambirasio è cambiata completamente, visto che sta emergendo che non c'entra niente con il rapimento e con il purtroppo sempre più probabile omicidio della tredicenne, e che forse dietro ci sono due consumatori finali italiani e padanissimi? Adesso che tutto l'impianto accusatorio nei confronti di Fikri sta crollando perchè si basava quasi esclusivamente su una intercettazione tradotta male, come la mettiamo con la bella figura di merda che ha fatto la procura di Bergamo (apparsa approssimativa, provinciale e irresponsabile, e probabilmente solo impaziente di trovare un colpevole da dare in pasto alla sempre più famelica opinione pubblica)? E com'è che sono sicuro che nessuno della maggioranza userà questo episodio per rivendicare la giustezza del ddl intercettazioni con cui ci siamo trastullati qualche mese fa quando non avevamo cronaca nera, wikileaks e crisi di governo a occupare le nostre giornate altrimenti così vuote?
E come la mettiamo con questo viziaccio tipico degli italiani del 2000 di buttarsi sul primo indiziato che capita per sfogare una rabbia e una frustrazione veramente preoccupanti? Era accaduta la stessa cosa un mese e mezzo fa, quando il popolo italico diede prova del livello di sviluppo raggiunto esprimendosi dettagliatamente sulle torture che si sarebbe meritato Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi, prima che venisse appurato il ruolo determinante di Sabrina (vedi qui una istruttiva sintesi di quanto apparso su Facebook). Una massa di pecoroni repressi, codardi e senza testa, pronti a mostrar virtù e superiorità solo insultando "carcasse" mediatiche, che spesso sono pure quelle sbagliate.
Da Facebook, da internet, ma anche dalla tv e dai giornali si evince che anche stavolta come nel caso di Avetrana non c'è niente che sembra tangere di più gli italiani che isolati casi di cronaca, possibilmente aventi come protagoniste minorenni scomparse (il perché me l'ero già chiesto in un altro post). Non fa niente poi che ci siano altre decine di casi simili, o centinaia di diversi casi di altri drammi familiari che da un punto di vista statistico ci riguarderebbero tutti di più, come per esempio l'avere in casa familiari colpiti da malattie terminali.
Ma in fondo non c'è da stupirsi di nulla: questo è il paese dove si organizzano i pullman per andare a visitare Avetrana, mica L'Aquila. Questa volta però di ancor più grave e deprimente c'è la strumentalizzazione politica di stampo razzista dell'arresto di Mohammed Fikri, che ci lascerà il vago sospetto che la Lega, che amministra Brembate di Sopra da quindici anni, seppur con la significativa eccezione del sindaco Locatelli, sia buona soprattutto a creare allarmismi, a incutere insicurezza nella popolazione laddove non ce ne sarebbe bisogno (in Italia negli ultimi 10 anni i crimini sono diminuiti, ma la percezione di insicurezza è rimasta invariata, se non aumentata), a individuare e criminalizzare il nemico comune (l'immigrato), inculcando nelle masse il falso mito dell'equazione immigrazione=criminalità, e insomma capace, piuttosto che di governare e incidere positivamente nei processi d'integrazione, solo di puntare il dito contro i falsi nemici degli italiani. Italiani che, dal canto loro, abboccano alla grande, visto che la ricerca del capro espiatorio e l'irrefrenabile necessità di sfogare e vomitare la propria indignazione non appena si presenti l'occasione sono sempre più i veri sport nazionali. Siamo pecoroni, non razzisti. Al massimo razzisti indotti.
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