Egregio Sindaco Bitonci*,
ho avuto modo di apprendere da alcuni giornali locali le parole che ha usato per commentare la sentenza della Corte europea dei diritti umani secondo cui il crocifisso va rimosso dalle aule scolastiche italiane. In particolare mi ha colpito la Sua invettiva lanciata contro i coniugi Lautsi-Albertin, rei di essere stati coloro che nel 2007 hanno presentato il ricorso da cui è scaturita questa pronuncia: a Suo avviso, il Sindaco di Abano Terme, il paese dove essi vivono, dovrebbe revocare loro la cittadinanza. Ha altresì aggiunto che se la famiglia Albertin si trovasse a passare per la vicina Cittadella, di cui Lei è primo cittadino, essi troverebbero probabilmente sui muri i loro faccioni con la scritta “wanted”. Affermazioni sinceramente pericolose, che Lei non ha completamente rinnegato neanche l'altro ieri quando è stata espressa unanime solidarietà agli Albertin a seguito delle notizie sugli atti intimidatori di cui sono stati vittime negli ultimi giorni. In questa circostanza infatti Lei ha affermato che, al di là degli episodi che ovviamente sono da stigmatizzare, i coniugi di Abano un po' se la sono cercata .
Nel frattempo dai media locali e nazionali e dal Suo sito personale ho preso atto anche delle Sue – certamente legittime - iniziative atte a difendere il crocifisso nelle scuole e a mostrare l'attaccamento del popolo veneto per la religione cristiana e per il suo simbolo, e consistenti essenzialmente nel distribuire ai passanti per le piazze di Abano Terme e Cittadella centinaia di crocifissi in legno di noce.
Alla luce di questi fatti sarei curioso di sapere come Lei interpreta e mette in pratica i dogmi della religione cristiana di cui tanto strenuamente prende le difese: da una parte infatti mi chiedo se il Suo anatema contro la famiglia Albertin sia compatibile con l'etica cristiana della tolleranza, della comprensione, del rispetto del prossimo, e del rifiuto dell'odio e della violenza, anche in considerazione del fatto che gli Albertin hanno semplicemente esercitato il loro diritto ad adire la Corte europea dei diritti dell'uomo in difesa di un loro altro diritto. Dall'altra parte non riesco proprio a capire come si possa protestare contro la pronuncia della corte di Strasburgo, tra l'altro ampiamente contestabile sul piano del merito e delle argomentazioni, meramente distribuendo crocifissi, manco fossero volantini pubblicitari di un centro commerciale alle prese con una crescente concorrenza.
Le chiedo queste delucidanti precisazioni al fine di esorcizzare il sospetto, a dir poco sgradevole, che Lei e il Suo partito stiate strumentalizzando questa vicenda. Sospetto sicuramente ingiusto e immeritato, ma che necessita di essere definitivamente fugato.
In attesa di un Suo cortese riscontro Le porgo cordiali saluti.
Alessandro
*Massimo Bitonci è Sindaco di Cittadella e coordinatore dei sindaci veneti della Lega Nord
(L'email è stata effettivamente inviata ta ad un indirizzo di Massimo Bitonci facilmente reperibile sulla rete, ma che comunque preferisco non divulgare in questo blog)
Leggi la risposta di Massimo Bitonci
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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)
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