A fronte dei progressi degli altri l'Italia è rimasta al palo - sai com'è: zero riforme..- e, con la sola eccezione della maggior facilità con cui oggi si può avviare un'impresa (+ 6 posizioni, dalla 74esima alla 68esima, principalmente grazie all'introduzione di un sistema di registrazione online), il paese resta immobile e inappetibile per le imprese straniere. Come tutti gli anni l'Italia paga dazio soprattutto per lo scandaloso piazzamento alla voce "Enforcing Contracts", ovvero il rispetto dei contratti, ovvero i tempi e le modalità di risoluzione delle dispute commerciali, ovvero la giustizia civile. Come l'anno scorso l'Italia ottiene un vergognoso 157esimo posto, giustificato dagli elevati costi, tempi (1210 giorni in media, più del doppio della media dei paesi OCSE) e numero di procedure necessari per la risoluzione di una causa commerciale. A dimostrazione di quanto sia urgente mettere mano ad una riforma seria e necessaria della giustizia civile - al di là dei pochi e poco incisivi provvedimenti presi fin qua -, non solo per i danni procurati ai cittadini e agli imprenditori dalle lungaggini e dalle inefficienze dell'apparato giudiziario (anche in termini di corruzione impunita), ma anche per attirare quella congrua quota di investimenti esteri che darebbe ossigeno ad un'economia agonizzante come la nostra che certo non disdegnerebbe qualche iniezione esogena di sviluppo.
Purtroppo il governo ha in mente di mettere mano alla giustizia per altri aspetti, ben più marginali, ma a quanto pare quelli sì prioritari.
Ma d'altronde vorrà dire qualcosa se il governo espressione della parte politica più vicina agli industriali e agli imprenditori viene tacciato di immobilismo, inadeguatezza e latitanza un giorno sì e l'altro pure anche dalla Confindustria.
A proposito, Italiafutura, la fondazione vicina a Montezemolo, ex presidente a Via dell'Astronomia, ha pubblicato sul suo sito una ricerca effettuata da El Pais, che analizza la crescita di 180 economie del mondo nel decennio 2000-2010. Ebbene nella classifica che è stata elaborata l'Italia con una crescita in 10 anni del 2,43% è al 179esimo posto, davanti solo a Haiti, unico paese che nel decennio preso in considerazione è "decresciuto" (consulta la classifica: parte 1 - parte 2). Tra le altre cose ad una tale bassa crescita si sono accompagnati inevitabilmente il deterioramento dei conti pubblici e la perdita di competitività del sistema paese.
Ma sicuramente la colpa di questo declino sarà dei venti mesi del Governo Prodi, che hanno macchiato l'altrimenti immacolato ed entusiasmante decennio berlusconiano.
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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)
venerdì 5 novembre 2010
# Gli affari che non interessano al Cav.
Anche se la notizia almeno per il momento non ha suscitato l'interesse dei principali media nostrani, alle prese come al solito con le questioni autoreferenziali della politica, il rapporto Doing Business 2011 della Banca Mondiale relega l'Italia all'80esima posizione (su 183, dietro anche Tonga, Zambia e Vietnam) nella classifica che ordina i paesi in base alla facilità di svolgere attività d'impresa. Nel rapporto 2010 l'Italia era 76esima, mentre in quello del 2009 65esima, e in quello del 2008 59esima. Una rapida e cospicua perdita di posizioni che si spiega anzitutto con i progressi effettuati dagli altri paesi nei nove indicatori presi in considerazione (che misurano il contesto più o meno favorevole che trovano le imprese quando in un paese hanno a che fare con la burocrazia, il regime fiscale, il credito, la giustizia).
(clicca per ingrandire - Immagine da Doing Business 2011)
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