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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

mercoledì 10 novembre 2010

VIDEOSTORIE Noi figli di Magnotta

Attenzione: la vostra sensibilità religiosa potrebbe rimanere offesa dalla lettura di questo post o dalla consultazione dei file ad esso allegati

Il 16 ottobre il comitato 3e32 de L'Aquila ha celebrato il “Magnotta Day



In un momento in cui tutti parlano di mignotte e dell'Italia di oggi L'interessante si occupa di Magnotta e dell'Italia di ieri. Sì proprio lui, Mario Magnotta, il bidello dell Istituto tecnico commerciale de L'Aquila che a metà degli anni '80 fu vittima di alcuni ingegnosi e brillanti scherzi telefonici che provocarono le sue spropositate reazioni, condite da sanguigni improperi, pesanti bestemmie e improbabili quanto esilaranti minacce. Negli anni successivi le registrazioni di quegli scherzi (sono tutti sul sito magnotta.it), e soprattutto quello famigerato "della lavatrice" (ascoltalo qua sotto) cominciarono a circolare per tutta Italia, trasformandosi presto in un cult nazional-popolare, e facendo del bidello abruzzese (scomparso nel gennaio 2009 a 66 anni) una vera e propria celebrità, invitato come ospite alle serate in discoteca o nelle trasmissioni delle principali emittenti televisive nazionali. Il che fu forse una eccessiva esposizione mediatica, che poteva far storcere il naso non solo ai cristiani e ai benpensanti schizzinosi, ma anche a chi come il sottoscritto non ha mai amato l'ipocrisia di certi "sdoganamenti", e che ha sempre ritenuto le gesta di Mario Magnotta successive ai primi scherzi soltanto delle minestre riscaldate, delle forzature, che in quanto tali non rispecchiavano più quanto il bidello aquilano aveva rappresentato, cioè il non plus ultra della spontaneità e della genuinità. Per avere una vaga impressione di ciò basta dare un'occhiata qui all'ultima apparizione di Mario in una tv locale qualche mese prima del suo decesso.

Quali che siano i motivi per cui si è deciso di indire il Magnotta Day a L'Aquila, onorare di questi tempi la memoria del buon Mario può avere un suo significato, al di là della pura provocazione. I trentenni e i quarantenni di oggi ricordano bene che mondo traspariva da quelle registrazioni di bassissima qualità. Un altro mondo, perchè quelle telefonate rappresentavano quanto di più pruriginoso potesse incuriosire noi ragazzini e adolescenti dell'epoca, insieme a qualche giornaletto patinato. Un altro mondo, dove non esisteva la globalizzazione, e la tecnologia era rappresentata da una lavatrice della italianissima San Giorgio e dai rudimentali supporti tramite cui quegli scherzi si diffondevano (semplici audiocassette). Un altro mondo, dove le intercettazioni di cui si rideva o di cui ci si scandalizzava erano quelle delle telefonate del bidello aquilano. Un altro mondo, dove la goliardia non faceva male e la presa per i fondelli era finalizzata ad una sana risata, e non a farci soldi su. E un'altra Italia: anzitutto perchè i bidelli c'erano, e poi perchè se, come oggi, traspariva l'immagine di un paese reale provinciale, antiquato, un po' ignorante, verace e terra terra, perlomeno allora esso pareva fatto di gente genuina e "alla buona" come il Magnotta, che s'incazzava e imprecava magari all'inverosimile, ma che al di là delle pesanti parole in fin dei conti non si rivelava mai violento e mai scivolava nell'eccesso di difesa, per quanto fosse provocato; andatela a trovare nello scherzo della lavatrice una vera offesa o una pesante ingiuria da parte del povero Magnotta verso chi lo stava importunando e lo stava facendo sclerare: non la troverete. Il massimo della vendetta minacciata consiste in un proposito di iscrizione a un gruppo terroristico non meglio precisato (ahah). Il contrario esatto dell'ipocrisia e della falsità di oggi, dove l'etica si tira in ballo quando fa comodo, si bandiscono le bestemmie dai campi di calcio, si predicano amore e spiritualità, ma dilagano violenza e intolleranza e si discrimina qualsiasi forma di diversità.
Magari poi le cose non stavano (e non stanno) proprio così, ma a me piace vederla così. Mi piace pensare che la mia è la generazione dei figli di Magnotta.


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