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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

lunedì 4 ottobre 2010

# La montagna ha partorito il topolino

Una vicenda esemplificativa. Ci sono voluti cinque mesi esatti (Scajola si è dimesso il 4 maggio) per sbloccare la nomina del nuovo Ministro dello Sviluppo economico: oggi poco dopo le 19 ha giurato come nuovo Ministro Paolo Romani, già sottosegretario alle comunicazioni e attuale assessore del Comune di Monza con delega all'Expo 2015, ma soprattutto uomo di fiducia del Cav, in grado di occuparsi proficuamente degli interessi delle svariate aziende della famiglia Berlusconi, con una predilezione per Mediaset*, da proteggere dal web, vedi il Decreto Romani, e da Sky. In merito alla battaglia del nostro uomo super partes contro la paytv di Murdoch si ricorda il "Me ne frego dell'Europa, decido io", pronunciato da Romani quando la Commissione europea lo scorso marzo ha deciso che Sky può partecipare all'asta sulle frequenze digitali. Ma si ricorda anche il recente ultimo regalo, che risale ad appena un mese fa, quando nel silenzio generale il sottosegretario ha autorizzato Mediaset ad utilizzare gratuitamente la superfrequenza (pulita e ad alta copertura) del canale 58 per trasmettere in digitale in alta definizione, permettendo all'azienda di Cologno Monzese di arricchire la propria offerta HD in anticipo sulla concorrenza (leggasi: Sky) e prima dello svolgimento della regolare gara per l'assegnazione della banda di frequenza.
Come se non bastasse Paolo Romani è stato un editore televisivo ed è per questo che nonostante il suo nome fosse caldeggiato da Berlusconi fin dalla prima ora la nomina è arriva soltanto oggi: il Presidente Napolitano ha più volte obiettato che la nomina di Romani avrebbe prodotto una situazione di conflitto d'interesse; ma la novità è che adesso, giiusto in tempo prima che la mozione di sfiducia presentata dall'opposizione contro l'interim del premier possa produrre qualche effetto, i dubbi del Colle sono stati sanati dall'invio da parte di Palazzo Chigi della documentazione necessaria ad attestare la non sussistenza del conflitto d'interesse, nonostante i trascorsi da editore nelle telecomunicazioni.
A proposito di trascorsi, Romani fu tra le altre cose editore di Colpo Grosso e sul suo canale televisivo, Lombardia 7 , negli anni '90 tra una pubblicità di una linea telefonica erotica ed un'altra di una linea 144 andavano in onda celeberrimi programmi di Maurizia Paradiso come Los amicis de Las Noches e "Vizi privati e pubbliche visioni". Sarà per l'elevata qualità della sua esperienza di imprenditore televisivo che poco tempo fa ebbe a dire che a lui il Tg1 di Minzolini non dispiace: E’ quello che guardo se voglio essere sicuro di essere informato in una maniera ragionevolmente corretta". Aggiungendo anche: "Guardo il tg3 o anche RaiNews 24. Il Tg3 fa danni per 30 minuti. Rainews24 fa danni per 24 ore". Ora, tralasciando il Tg3, chiunque si sintonizzi ogni tanto su RaiNews24 sa perfettamente che quel canale è da annoverare tra le cose migliori che la Rai oggi giorno è in grado di produrre. E invece no: W il Tg1, abbasso Rainews24. Ahi.
Con questo bel curriculum super partes e vagamente imperniato sulla tv, Paolo Romani si appresta a rilanciare e impementare l'agenda del Ministro per lo Sviluppo Economico, in cui nel frattempo, in questi cinque mesi di interim, gli impegni si sono accumulati: all'ordine del giorno c'è il concreto rilancio del nucleare con l'istituzione e il lancio dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, ma anche la pianificazione di un nuovo sostegno alle energie rinnovabili, l'assunzione di misure a sostegno della produttività, la questione degli esuberi della Fiat, la chiusura delle fabbriche, la riforma degli incentivi per le imprese, l'approvazione della delibera per la ripartizione del Fondo a favore delle aree di crisi, le liberalizzazioni, le nuove regole per la concorrenza, le infrastrutture per la banda larga ed anche (o forse soprattutto, ce ne accorgeremo presto) l'assegnazione delle frequenze digitali.

Una vicenda esemplificativa: Berlusconi voleva il suo uomo e ha avuto il suo uomo. Non ha voluto, o non ha saputo, candidare nessun altro alla guida di un dicastero chiave per le sorti del paese ed anche per la performance complessiva del suo esecutivo. Il chè è sintomatico sia dell'uso privatistico che Berlusconi fa della politica, sia della modestia della classe dirigente dell'area Pdl (possibile non ci fosse nessuno più adatto dello scopritore di Maurizia Paradiso??).
L'unica volta che Silvio ha pensato ad un altro nome per lo Sviluppo Economico è stato quando il 27 maggio scorso all'assemblea di Confindustria ha invitato la stessa presidente Emma Marcegaglia ad entrare nel suo governo, nel gelo e nell'ìimbarazzo di tutti coloro che erano convenuti nella speranza di un qualche annuncio di rilancio della politica industriale del paese, e che invece si sono dovuti sorbire la solita strampalata boutade, che però forse ha segnato il momento più emblematico di questi cinque mesi persi per nulla e alla fine dei quali la montagna ha partorito il topolino.

* Leggi da Il Post una biografia completa di Paolo Romani


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