In questo comunicato stampa del 2005 il senatore repubblicano della California del Sud Roy Ashburn annunciava, congiuntamente al reverendo Sheldon (fondatore della Traditional Values Coalition), una campagna a sostegno della "famiglia tradizionale" attraverso l'approvazione di un emendamento costituzionale che definisse il matrimonio esclusivamente come l'unione tra un uomo ed una donna. Questo perché, testuali parole "Noi dobbiamo preservare i valori tradizionali per il futuro dei nostri figli. I bambini devono crescere con moralità e principi."
Concetti non affatto in contraddizione con la linea politica del senatore Ashburn, che nei suoi 14 anni di carriera si è sempre strenuamente battuto contro ogni tentativo di approvare misure a favore della non-discriminazione sessuale , contro ogni riconoscimento alle coppie gay, contro anche la proposta di istituire il 22 maggio l' Harvey Milk Day, in onore dell'eroe del movimento di liberazione omosessuale, primo gay dichiarato ad essere eletto nel 1977 ad una carica pubblica a San Francisco, salvo essere poi assassinato l'anno successivo. Il tutto in nome della moralità.
Roy Ashburn, divorziato e con 4 figli, alle due di notte del 3 marzo è stato arrestato poiché trovato sotto effetto di alcool (tasso di 0.6 superiore al limite di 0.8), alla guida di un auto del Senato e in compagnia di un altro uomo, con cui era appena uscito dal Faces, noto locale gay di Sacramento. Dopo 8 ore di reclusione è uscito su cauzione e finalmente l'8 marzo, nel corso di un'intervista radiofonica, ha ammesso di essere gay. E relativamente alla leggera discrepanza tra la sua vita privata ed il suo impegno pubblico ha dichiarato di aver sempre votato contro misure a favore dei diritti dei gay perchè quelle sue posizioni riflettevano l'orientamento prevalente degli elettori del suo collegio elettorale, di cui non voleva tradire la fiducia.
Delle due l'una: o si tratta di una scusa che non sta in piedi, oppure siamo di fronte ad un'ammissione sincera di un modo (diffuso?) di interpretare la politica, e soprattutto del rapporto tra essa e la sfera privata. Il "rappresentante dei cittadini" rappresenta gli interessi (almeno a parole) e gli orientamenti presunti dei suoi elettori esattamente come un avvocato in tribunale, senza necessitare di alcun ulteriore coinvolgimento. Senza alcun bisogno di dimostrare con il proprio comportamento e perlomeno a se stesso la validità di ciò in cui dice di credere e che vuole imporre agli altri. Insomma senza alcun bisogno di sintonia tra quel che dice e quel che fa. Ovvero senza nessuna moralità. Anche quando abusa proprio del termine "moralità", a sproposito evidentemente.
Nessun commento:
Posta un commento