Il resoconto delle gesta minzoliniane (solo di quelle più significative, sennò ci vorrebbe un blog apposito) è fermo ai primi giorni di luglio, quando era stato Di Pietro a sbottare per i reiterati silenzi del Tg1, non solo su quanto in quei giorni stava emergendo nello scandalo della "P3" di Carboni, Lombardi &C. ma anche sulle accuse di camorra a Cosentino e sulla ridicola vicenda Brancher...
Il 29 luglio l'Augusto direttor ci dice la sua in un editoriale in cui difende l'esosa manovra economica del governo appena approvata, critica i giornali che spargono pessimismo, sminuisce il caso "P3" parlando di "inchieste confuse", e punta il dito contro il giustizialismo e la "cappa mediatica" che asfissierebbero il governo, con un'immancabile stoccata finale contro i "tatticismi esasperati" di Fini.
29 luglio
Uno dei momenti più ilari di tutta l'estate minzoliniana tuttavia arriva, inaspettato, sotto ferragosto da Cortina, dove il direttorissimo se l'è presa anche coi blog, che a suo dire attaccano e offendono senza che ci sia la possibilità di rispondere. Qualcuno forse dovrebbe spiegargli in cosa consta la differenza tra tv e internet, e che i blog di cui parla per definizione sono aperti alle repliche, oltre che non essere pagati da nessuno e imposti a nessuno. Soprattutto non hanno la pretesa di qualificarsi come servizio pubblico. Ma sono solo un'applicazione del diritto d'opinione e del diritto ad una libera informazione. I blog.
Il 26 agosto Augusto Minzolini è ospite di Pierluigi Diaco a Unomattina estate. Visto che si è lamentato della poca democraticità dei blog, pare in questa sede opportuno offrigli il giusto spazio per esporre il suo pensiero, sempre così soffocato; per cui qui di seguito si riporta l'intervista completa (qui invece un resoconto scritto), che inizia con l'introduzione all'acqua di rose di un altro prono come Diaco, che descrive il tg1 come il "tg più autorevole e seguito d’Italia".
E così tra un'esternazione e l'altra, tra un colpo ai magistrati, una scarsa attenzione alle indagini scomode, un'eccessiva attenzione alla non certo epocale vicenda della casa di Fini a Montecarlo, e addirittura tracomici e penosi espedienti (come quello di mostrare in un servizio su una tela di Van Gogh rubata in Egitto immagini di Bondi accanto a un quadro del pittore e il "fantasma" di Berlusconi dentro un altro quadro - vd frame qua sotto) è passata un'estate che però ha lasciato molta carne al fuoco. E quindi molto lavoro per Minzolini.
Il primo settembre l'Idv ha presentato un esposto alla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai dopo che la sera prima il pregiudicato Dell'utri ha avuto il suo spazio al tg1 dove poter dire la sua e attaccare indisturbato i suoi detrattori, Di Pietro in primis.
L'Idv ha contestato anche le tre interviste, mandate in onda dal Tg1 nei giorni precedenti, a 3 esperti giuridici sul processo breve; 3 esperti che di fatto sono risultati tutti favorevoli al progetto di legge del governo, anche perché politicamente schierati, come l'Idv sottolinea. Effettivamente tutto porta a considerare i tre giuristi interpellati come berlusconiani doc: si tratta di Gustavo Pansini, ex collaboratore del governo di centro destra, che in passato già si è adoperato a difesa di Mediaset; Cosimo Maria Ferri, già implicato con Innocenzi nell'inchiesta di Trani sull'Agcom, e il meno noto Salvatore Sica.
Ecco l'opinione del super partes Gustavo Pansini:
Il 5 settembre a Mirabello il Presidente della Camera Fini pronuncia il suo atteso discorso, in cui non fa che confermare la sua ferma intenzione di rompere con Berlusconi e con un Pdl molto diverso da quello che aveva immaginato meno di due anni prima all'atto della sua fondazione. In quest'occasione il tg1, che ha seguito parte dell'evento in diretta, ha ospitato in studio Cicchitto ed in collegamento Gasparri, ovvero due pidiellini berlusconiani doc, i cui commenti peraltro andavano a spezzare e a rendere incomprensibile i ragionamenti di Fini. Tanta triste ed evidente faziosità.. che per la vergognosa diretta di Mirabello il tg1 rischia un'ammenda di 200.000 euro(che pagherebbe la Rai, ovvero i contribuenti).
A proposito, non molti sanno che la Rai ha già sborsato 100.000 di multa per la violazione dei principi di equilibrio e pluralismo da parte del Tg1 durante la campagna elettorale delle elezioni regionali del marzo scorso.
E dopo Mirabello è ovviamente monta la protesta anche dalle parti di Fli:
Fini da Mentana: "Guardate i telegiornali : Salvo nobili eccezioni sembrano fotocopie dei fogli d’ordine del PdL".
Il Ministro Ronchi : “La faziosità di Minzolini non è più tollerabile" .
Bocchino (che però fino a non molto tempo fa difendeva l'operato del direttorissimo): "È impossibile far finta di niente, il Tg1 non tiene conto del pluralismo"
La fondazione FareFuturo, tradendo disappunto e frustrazione, sul suo sito si rivolge direttamente a Babbo Natale:
«Caro Babbo Natale, in cima alla nostra lista c'è Augusto Minzolini - si legge nella lettera - prendilo con te, fallo dimettere, portalo al Polo Nord, sulla tua slitta, dove ti pare, ma levalo dal Tg1. E regalaci un telegiornale tutto nuovo, degno di questo nome, che conosca almeno dove sta di casa il "pluralismo", che sappia almeno uno dei tanti significati della parola "informazione" (e che la smetta, invece, di declinare in tutti i modi possibili la parola "propaganda")».
Il 7 settembre giunge il momento per un nuovo editoriale del direttorissimo, chiaramente anti-Fini e pro-elettorale, e in cui Minzolini detta ai suoi telespettatori la linea e spiega a noi comuni deficienti che le elezioni sono il sale della democrazia..e quindi che ben vengano, per fare chiarezza, invece che continuare con "il tatticismo esasperato" già citato anche nell'editoriale precedente.
7 settembre 2010
Editoriale di Augusto Minzolini (Tg1 7 settembre 2010, ore 20) from Dazebao on Vimeo.
Dopo quest'editoriale si scatena il finimondo: il presidente della Rai Garimberti afferma che è stato superato ogni limite, anche se poi il dg Mauro Masi ha ribattuto che lui non ha mai riscontrato nel tg1 alcuna minaccia al pluralismo.
Intanto anche Mazza, il direttore di RaiUno, ammette di guardare Mentana ogni tanto.
Quest'editoriale è arrivato nei giorni in cui fa scalpore l'ottima partenza del tg de La7 di Enrico Mentana: partenza bruciante, che ha subito posizionato il tg a livelli di share mai raggiunti in precedenza, a scapito del tg5 e soprattutto, pare, del tg1.
A proposito delle polemiche sulla perdita di ascolti proprio a favore di Mentana, Minzolini è prontamente intervenuto sul sito del tg1 per riportare le cose alla realtà: secondo i dati del direttore nel periodo preso precedentemente in considerazione da Repubblica (1-9 settembre) il tg1 rispetto all'anno prima avrebbe perso solo 29.000 telespettatori, molto meno di quelli migrati dal tg5. Che quindi sarebbe la prima a soffrire del boom del Tg de La7 (che guadagna 1.300.000 spettatori rispetto al 2009, e che ormai veleggia stabilmente attorno al 10% di share).
In realtà, secondo il Fatto Quotidiano, prendendo in considerazione l'edizione del giorno seguente all'editoriale minzoliniano pro-elezioni, in confronto all'anno precedente il Tg1 ha perso 850.000 spettatori, peraltro totalizzando uno share del 25,50%, sotto quel 26% già denunciato dalla Busi come punto più basso della storia del tg, e sempre più lontano da quel 30% di share che una volta il primo notiziario nazionale quasi costantemente raggiungeva. Insomma Mentana ha il suo peso, ma la minzolinea editoriale del tg1 evidentemente non piace molto già di suo (sempre il Fatto Quotidiano ha calcolato in 400.000 i telespettatori che il 7 settembre alla vista di Minzolini in video hanno cambiato canale).
Intanto nell'interrogatorio di Arcangelo Martino nel'ambito dell'inchiesta sulla nuova Loggia Carboni, relativamente alle pressioni su alcuni membri della Consulta e sui favori a Mediaset, l'inquisito ha ammesso che il Cesare che si nominava nelle telefonate era Berlusconi. L'11 settembre il tg1 e il tg7 trattano la notizia in modo alquanto diverso: il tg1 direttamente non la da; dalle parti di La7 invece la cosa pare di un qualche rilievo..
11 settembre 2010
A metà settembre arriva per SuperMinzo una condanna per diffamazione: dovrà pagare una multa di 30 mila euro perché in una puntata del 2007 di Omnibus La7 Minzolini, all'epoca inviato de La Stampa, disse che l'allora senatore del Pd Fuda si era fatto comprare da Prodi. Queste le frasi incriminate e intrise di quel giustizialismo che ora il direttore del tg1 tanto avversa:
"Ti posso dire io quali sono gli interessi di Fuda. Te li dico io. Vediamo a che punto è arrivato il tipo di mercato che c’è al Senato. Fuda ha avuto, nell’attuale Finanziaria, otto milioni di euro per la semaforizzazione e pedonalizzazione di un tratto di strada nel suo paese natale, Scilla. Se si va a fare i conti di questi soldi che sono stati spesi là, c’è un semaforo ogni venti metri, per cui se uno va lì ci mette un’ora per fare quei sette chilometri se tutti i semafori fossero operanti”.
Queste accuse però si sono dimostrate infondate. E fa specie vedere Minzolini scagliarsi in questo modo contro una presunta e mai provata compravendita di un senatore nei giorni in cui il suo tg tace completamente sull'effettivo mercanteggio che poi, alla vigilia della fiducia sul discorso di Berlusconi, porterà all'acquisizione da parte della maggioranza di 7 deputati centristi.
Intanto per festeggiare i primi 15 mesi di direzione minzoliana il Fatto Quotidiano diffonde "Minzoparade":
(continua...)
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