- aggiornamento Dossier Minzolini -
Ieri 16 luglio il Tg1 delle ore 13:30 dopo l'apertura sui militari feriti in Afghanistan ha dedicato una cosa come 6 minuti a servizi sul caldo, con tanto di collegamenti e interviste da Cortina e da Mondello, il punto sulle previsioni con l'esperta in studio, il servizio sui boom dei consumi elettrici. Solo dopo quest'ultimo è arrivato finalmente il turno di una striminzita pagina politica sulle "polemiche interne alla maggioranza": si ascoltano gli interventi di Bersani e Penati, e per la maggioranza si trasmette solo una dichiarazione di Quagliariello. Poi è il momento di un accenno alla “cosiddetta P3”, ovviamente senza fare un solo nome o un solo accenno relativo agli sviluppi delle indagini sull'eolico in Sardegna, o (figuriamoci) alle intercettazioni che evidenziano attività poco trasparenti effettuata da gente troppo vicina a importanti leader del Pdl, etc.. giusto per dare spazio ad una dichiarazione del Ministro Alfano che afferma che la giustizia ha al suo interno gli anticorpi per reagire....però per reagire a che cosa non è dato sapere. Fine della pagina politica...anche perché sennò poi non c'è spazio per il servizio sulle italiane che hanno aspettato George Clooney davanti al tribunale di MIlano dove ha testimoniato in un processo contro una griffe che utilizzava il suo nome, o per quello sull'antipatia delle hostess di Airfrance che in sudamerica ha creato non pochi problemi alla compagnia transalpina, che è dovuta correre ai ripari assumendo ben 90 hostess brasiliane.
Minzolini però sembra aver perso un pò di smalto, ha perso il tatto di una volta: complice una grafica asettica e "alla Cologno Monzese", complice una scaletta ormai degna del miglior "Studio Aperto", complice il totale oscuramento di certi filoni di notize, il tg1 ormai è troppo simile a un Tg4 qualsiasi, e la cosa è troppo evidente per tutti. Proprio come iei alle 13:30 era troppo evidente la totale e anomala assenza di politica dal tg...
Vista la mole di testimonianze prodotte dal nostro direttorissimo anche in questi ultimi mesi, urge dunque ricapitolare le imprese di Minzolini e del suo Tg satirico, da dove ci eravamo fermati, ovvero dal maggio scorso.
[Però per entrare "caldi" nell'argomento si ripropone in apertura un'intervista che il 15 marzo scorso Beatrice Borromeo ha estorto per strada ad Augusto Minzolini...da non perdere]
Ma veniamo al nostro racconto.
A metà maggio, mentre diventa assordante il nuovo silenzio minzoliniano in merito ai loschi affari e appalti della "cricca" , alla redazione scoppia definitivamente il caso di Maria Luisa Busi: la giornalista il 21 maggio con una lettera al drettore Minzolini afferma di voler abbandonare la ambita direzione del tg delle 20. Qui il testo integrale della lettera, di cui questo è l'incipit:
"Caro direttore ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del TG1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori".
Ma il senso di ciò che per la Busi è insopportabile, oltre a un tg per metà ridicolo per quello che non dice, per l'altra metà ridicolo per il genere di notizie che da, è tutto racchiuso nella descrizione dell'aria che attualmente (e mai così prima d'ora) tira al Tg1: " E' palese che non c'é più alcuno spazio per la dialettica democratica al Tg1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo".
Il 2 aprile Maria Luisa Busi aveva ricevuto da Minzolini una lettera di richiamo per l'intervista rilasciata pochi giorni prima a Repubblica, in cui la giornalista non lesinava critiche al suo tg e alla sua direzione, spaziando dalla linea editoriale, al calo degli ascolti, alle epurazioni di colleghi come lei non allineati.
Alla lettera con cui la Busi rinunciava ala conduzione del Tg1 Minzolini ha risposto giustificandosi di fronte a quelle critiche e dimissioni adducendo le motivazioni che in fondo non renderebbero così dolorosa questa perdita: a suo dire la Busi commentava le notizie con la mimica facciale, e poi stava in quella posizione da 18 anni (vedi questa intervista del direttorissimo al Corriere).
Il 22 maggio, il giorno dopo la lettera, è per la Busi il momento delle lacrime, mentre il presidente di Garanzia Garimberti confida ai consiglieri del CdA della Rai che a suo parere "Il Tg1 è un tg reticente" riferendosi alla scelta delle notizie che vengono date dal tg1, non solo con una faziosità palese in merito a ciò che riguarda più da vicino premier, governo e maggioranza, ma anche con un'inclinazione a seguire certi orientamenti propri di questa maggioranza. Tra le altre cose facendone un notiziario ben poco laico e "illuminato". Per esempio il giorno prima l'edizione serale non aveva dato la notizia - in prima pagina su tutti i quotidiani - della creazione della vita artificiale con la costruzione della prima cellula in laboratorio.
A rendere ancor più evidente che da noi c'è gente che vive in un mondo capovolto ci ha pensato anche il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani che nel corso di un'intervista ha affermato che Tg3 e Rainews24 fanno danni perché non fanno corretta informazione (a dir la verità perlomeno Rainews24 viene da molti considerato uno dei prodotti migliori di questa Rai..) e che "Il telegiornale di Minzolini non mi dispiace, è quello che guardo se voglio essere sicuro di essere informato in una maniera ragionevolmente corretta”.
Finalmente, dopo un'astinenza che di più non poteva durare, in occasione del restyling di sigla, studio e grafica del Tg1, il 10 giugno il direttorissimo è tornato in onda con un nuovo ( e ridicolo) editoriale, dove parla del suo Tg con la T maiuscola come di una "finestra sul mondo reale"..simboleggiata dal mondo reale che campeggia nella nuova sigla.
"Un tg che mai come ora si è posto il compito di accorciare la distanza che spesso divide la realtà virtuale, raccontata da una parte dei media, e quella che vedono tutti i giorni i cittadini"...spudorato..e il Minzo si prende anche il tempo per minimizzare sulla crisi, offrendoci la sua fondamentale analisi del momento, snocciolando dati (puntualmente smontati e smentiti su Il fatto quotidiano, ricordandoci che (secondo lui) stiamo meglio di Inghilterra (forse intendeva Regno Unito?) e Spagna ...e rivendicando per sé l'orgoglio nazionale che manca a troppi..
Il 16 giugno Minzolini-Silvan fa sparire 20.000 aquilani, occultando la notizia del corteo che aveva tentato di occupare pacificamente la A24 per richiamare l'attenzione sulle verità della ricostruzione.
Il 24 giugno gli aquilani protestano contro l'oscuramento del tg1, lanciando simbolicamente pomodori sulla sede Rai di Viale Mazzini, chiaramente indirizzati a Minzolini.
Il 26 giugno il senatore del Pd Vincenzo Vita denuncia come ora sia il turno dell'affaire della nomina a Ministro di Brancher a essere dimenticato dal Tg1 .
Il 29 giugno scoppia una nuova polemica in merito al modo vergognoso con cui Minzolini ha deciso di dare la notizia della condanna di Dell'Utri: il Tg1 predilige soffermarsi su metà della sentenza, quella che assolve Dell'Utri per le presunte frequentazioni mafiose dopo il 1992, glissando sui motivi alla base dei 7 anni di reclusione comminatigli per fatti antecedenti il 92. Insomma il tg preferisce dare risalto alla diminuzione della pena di due anni rispetto alla condanna precedente, anziché ai 7 confermati.
Il 2 luglio il tg di tutti gli italiani ospita l'intervista al Premier di ritorno da un'importante missione all'estero: è la già celebre intervista del "Ghe pensi mì":
Dal 3 luglio si seleziona a titolo esemplificativo un servizio-menzogna sulle intercettazioni: sui reali numeri delle telefonate intercettate annualmente in Italia non tutti hanno le certezze del tg1, che combaciano con quelle del premier, ma anzi c'è una certa confusione .
Il 7 luglio gli aquilani protestano a Roma e si beccano pure le randellate delle forze dell'ordine. Il tg1 per una volta da la notizia, ma menzionando le sole sparute contestazioni contro Bersani (?) e non quelle ben più copiose contro premier e governo, senza dar conto della notizia nei titoli, e relegando il servizio al minuto 18 del Tg, come evidenziato da Repubblica Tv.
Inoltre , in occasione della manifestazione degli aquilani a Roma, così come era successo a l'Aquila alla troupe capitanata dalla Busi lo scorso febbraio, si è verificato un nuovo episodio di contestazione da parte degli sfollati ai danni di una giornalista del tg1, che si è difesa dalle accuse di disinformazione del suo tg con dei poco efficaci “non è colpa mia” che tradiscono l'evidente imbarazzo.
Il resto, ovvero i silenzi del Tg1 sui vari Carboni, Lombardi, Verdini, Cosentino, Caliendo etc. è storia di questi giorni e sarà raccontato alla prossima puntata..
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