Genova non è certo una città che porta fortuna ai ministri degli interni dei governi Berlusconi: nel 2001, a seguito dei fatti del G7, fu il ligure Scajola a finire al centro delle polemiche.
Ora tocca a Maroni mettere qualche pezza sulla figuraccia rimediata dalle autorità italiane in occasione delle intemperanze degli ultras serbi che lunedì hanno portato all'interruzione della partita Italia-Serbia: il rimpallo di responsabilità tra forze dell'ordine e autorità italiane e serbe in definitiva non fa che alimentare la sensazione che sia stata la disorganizzazione degli apparati di entrambi i paesi a portare alle scene surreali cui abbiamo assistito lunedì sera. Quindi non proprio una grande figura per l'Italia, perlomeno per quel che attiene la gestione della sicurezza nei dintorni e all'interno dello stadio Marassi. Una figura mediocre anche perchè sono almeno vent'anni che è nota la pericolosità di alcune frange politicizzate del tifo serbo: esse salirono all'onore delle cronache il 13 maggio 1990 in occasione della partita Dinamo Zagabria - Stella Rossa di Belgrado, quando i violenti scontri tra tifosi croati e serbi, questi ultimi spalleggiati dalla polizia di Zagabria composta però in prevalenza da elementi della minoranza serba, furono una delle scintille scatenanti delle guerre balcaniche che di lì a poco sarebbero scoppiate portando alla dissoluzione della Jugoslavia. (Vedi qui un filmato degli scontri).
Ma anche negli ultimi anni gli ultras serbi non hanno mai smesso di far notizia, soprattutto per la collusione tra le frange estremiste e la politica, e specie per quanto riguarda le contrapposizioni etniche sempre vive nei balcani, e segnatamente per la questione dell'indipendenza del Kosovo: a tal proposito leggi l'articolo di Limes del 2009 "Serbia: tifo e politica tra violenze e turbofolk".
Senza arrivare a fare delle illazioni dietrologiche sin troppo facili sul lassismo manifestato lunedì verso i facinorosi serbi (la Lega Nord ha nel suo passato dei legami storici con i nazionalisti serbi, tanto che lunedì sera Bossi si era affrettato a ricordare che "i serbi sono un grande popolo", mentre il leghista Gobbo da Lerner rivendicava che "noi eravamo lì a Belgrado, sotto le bombe, di fianco ai fratelli serbi”, come effettivamente ieri ha ricordato anche il Giornale), e quali che siano i reali motivi che hanno portato alle macroscopiche smagliature nell'apparato della sicurezza predisposto per la partita di Genova, quello che è certo è che ora il Viminale deve rapidamente recuperare credibilità e affidabilità.
E così con tempestività è arrivato l'allarme di Maroni per la manifestazione della Fiom in programma domani a Roma: a Porta a Porta il ministro leghista ha detto ''Il clima non e' buono. Per sabato prossimo, alla manifestazione della Fiom, c'e' il rischio di infiltrazioni anche di gruppetti violenti di stranieri" . Staremo a vedere se questi lavoratori saranno più pericolosi dei tifosi serbi, per i quali non c'era stato bisogno di lanciar alcun allarme.
Da ieri poi è sul sito della squadra inglese del Tottenham, la squadra di Londra tradizionalmente legata alla comunità ebraica, un avviso rivolto ai tifosi che si recheranno a Milano per la partita di Champions League Inter-Tottenham di mercoledì prossimo, e con cui si chiede di non portare al Meazza bandiere con la stella di David, con la motivazione che le autorità di polizia italiana che hanno emesso il provvedimento, apparentemente per ragioni di sicurezza, potranno requisire le suddette bandiere, probabilmente nel timore che il simbolo dell'ebraismo e dello stato di Israele possa attirare attacchi e violenze contro la tifoseria del Tottenham da parte di tifosi dell'Inter o fanatici antisemiti (da Repubblica).
E quindi quei tifosi ebraici londinesi che magari hanno visto le immagini di lunedì sera potrebbero chiedersi: "Ma come, quelli sono entrati armati fino ai denti, con tanto di cesoie, centinaia di petardi e quant'altro, e noi non possiamo esporre le nostre bandiere con il simbolo del nostro popolo?? Strano paese l'Italia..".
Stesso tipo di paragone che ora potrebbero fare le centinaia di migliaia di tifosi italiani che per andare ancora allo stadio devono farsi schedare acquistando la tessera del tifoso, oltre che sottoporsi ai rigidi e giusti controlli da cui però lunedì sera sono stati esentati i tifosi più pericolosi d'Europa.Vedremo in questo caso come Maroni correrà ai ripari... potrebbe sempre suggerire a tutti questi tifosi italiani così anarchici di acquistare al posto della tessera del tifoso una bella scheda Mediaset Premium, per vedersi tutto il calcio e tutto il cinema a 19 euro al mese.
Ora tocca a Maroni mettere qualche pezza sulla figuraccia rimediata dalle autorità italiane in occasione delle intemperanze degli ultras serbi che lunedì hanno portato all'interruzione della partita Italia-Serbia: il rimpallo di responsabilità tra forze dell'ordine e autorità italiane e serbe in definitiva non fa che alimentare la sensazione che sia stata la disorganizzazione degli apparati di entrambi i paesi a portare alle scene surreali cui abbiamo assistito lunedì sera. Quindi non proprio una grande figura per l'Italia, perlomeno per quel che attiene la gestione della sicurezza nei dintorni e all'interno dello stadio Marassi. Una figura mediocre anche perchè sono almeno vent'anni che è nota la pericolosità di alcune frange politicizzate del tifo serbo: esse salirono all'onore delle cronache il 13 maggio 1990 in occasione della partita Dinamo Zagabria - Stella Rossa di Belgrado, quando i violenti scontri tra tifosi croati e serbi, questi ultimi spalleggiati dalla polizia di Zagabria composta però in prevalenza da elementi della minoranza serba, furono una delle scintille scatenanti delle guerre balcaniche che di lì a poco sarebbero scoppiate portando alla dissoluzione della Jugoslavia. (Vedi qui un filmato degli scontri).
Ma anche negli ultimi anni gli ultras serbi non hanno mai smesso di far notizia, soprattutto per la collusione tra le frange estremiste e la politica, e specie per quanto riguarda le contrapposizioni etniche sempre vive nei balcani, e segnatamente per la questione dell'indipendenza del Kosovo: a tal proposito leggi l'articolo di Limes del 2009 "Serbia: tifo e politica tra violenze e turbofolk".
Senza arrivare a fare delle illazioni dietrologiche sin troppo facili sul lassismo manifestato lunedì verso i facinorosi serbi (la Lega Nord ha nel suo passato dei legami storici con i nazionalisti serbi, tanto che lunedì sera Bossi si era affrettato a ricordare che "i serbi sono un grande popolo", mentre il leghista Gobbo da Lerner rivendicava che "noi eravamo lì a Belgrado, sotto le bombe, di fianco ai fratelli serbi”, come effettivamente ieri ha ricordato anche il Giornale), e quali che siano i reali motivi che hanno portato alle macroscopiche smagliature nell'apparato della sicurezza predisposto per la partita di Genova, quello che è certo è che ora il Viminale deve rapidamente recuperare credibilità e affidabilità.
E così con tempestività è arrivato l'allarme di Maroni per la manifestazione della Fiom in programma domani a Roma: a Porta a Porta il ministro leghista ha detto ''Il clima non e' buono. Per sabato prossimo, alla manifestazione della Fiom, c'e' il rischio di infiltrazioni anche di gruppetti violenti di stranieri" . Staremo a vedere se questi lavoratori saranno più pericolosi dei tifosi serbi, per i quali non c'era stato bisogno di lanciar alcun allarme.
Da ieri poi è sul sito della squadra inglese del Tottenham, la squadra di Londra tradizionalmente legata alla comunità ebraica, un avviso rivolto ai tifosi che si recheranno a Milano per la partita di Champions League Inter-Tottenham di mercoledì prossimo, e con cui si chiede di non portare al Meazza bandiere con la stella di David, con la motivazione che le autorità di polizia italiana che hanno emesso il provvedimento, apparentemente per ragioni di sicurezza, potranno requisire le suddette bandiere, probabilmente nel timore che il simbolo dell'ebraismo e dello stato di Israele possa attirare attacchi e violenze contro la tifoseria del Tottenham da parte di tifosi dell'Inter o fanatici antisemiti (da Repubblica).
E quindi quei tifosi ebraici londinesi che magari hanno visto le immagini di lunedì sera potrebbero chiedersi: "Ma come, quelli sono entrati armati fino ai denti, con tanto di cesoie, centinaia di petardi e quant'altro, e noi non possiamo esporre le nostre bandiere con il simbolo del nostro popolo?? Strano paese l'Italia..".
Stesso tipo di paragone che ora potrebbero fare le centinaia di migliaia di tifosi italiani che per andare ancora allo stadio devono farsi schedare acquistando la tessera del tifoso, oltre che sottoporsi ai rigidi e giusti controlli da cui però lunedì sera sono stati esentati i tifosi più pericolosi d'Europa.Vedremo in questo caso come Maroni correrà ai ripari... potrebbe sempre suggerire a tutti questi tifosi italiani così anarchici di acquistare al posto della tessera del tifoso una bella scheda Mediaset Premium, per vedersi tutto il calcio e tutto il cinema a 19 euro al mese.
Nessun commento:
Posta un commento