Siamo in piena "era Youtube".
Da pochi giorni all'indirizzo Ytinstant.com si può navigare su Youtube utilizzando gli stessi vantaggi della ricerca rapida di Google. In pratica il video parte mentre ancora si sta digitando la parola chiave per la ricerca. Il tutto è frutto di un'intuizione di un giovanissimo quanto promettente programmatore di Facebook.
Ma non è questo il punto: sono due notizie di ieri a rendere evidente il segno dei tempi.
In Spagna Telecinco ha perso la causa contro YouTube, accusata di violazione di copyright relativamente ai contenuti video postati dagli utenti e protetti dal copyright del canale spagnolo. Il giudice ha sottolineato che, specie grazie alla tecnologia "Content ID" , YouTube offre ai titolari dei diritti gli strumenti per rimuovere i contenuti in violazione del copyright. Questo significa che è responsabilità del soggetto titolare dei diritti - e non di YouTube - identificare e segnalare a YouTube la presenza sulla piattaforma di contenuti protetti. (da La Stampa)
Così mentre in Italia l'approccio sia della politica (vedi il Decreto Romani), sia della giustizia (vedi la sentenza del tribunale di Milano del 2 marzo scorso) , sia del Garante per la Privacy (addirittura adesso contro la raccolta immagini di Google Street View) , sembra essere alquanto diverso, in Spagna si è creato un precedente che probabilmente aprirà ancora più la strada alla diffusione e al libero utilizzo di YouTube.
Più in generale è il video su Internet in ogni sua forma a prendere il sopravvento: tv sul pc, video di qualsiasi tipo sulle piattaforme digitali, dirette sportive e film in streaming a pagamento, o quando si può - e si può sempre più spesso e più facilmente - gratis.
Tanto che l'altra notizia di ieri è la richiesta di avvio della procedura fallimentare da parte di BlockBuster Inc., azienda leader mondiale nel noleggio e vendita di film e videogiochi. Anche se la procedura fallimentare al momento riguarda solo l'azienda madre statunitense e non tocca per esempio Blockbuster Italia, il miliardo di dollari di debiti che ha portato a questa decisione della società di Dallas è sintomo di una evidente condizione di sofferenza per un settore destinato a scomparire sotto il dominio del web. Comprare, guardare gratis, o scaricare un film su internet è molto meno costoso, oltre che forse anche più ecologico...E allora sorge un sospetto: che la vicenda Blockbuster non sia che l'inizio di un cambiamento radicale che porterà alla scomparsa di tutti i supporti materiali dei contenuti audio e video? Scompariranno anche i cd a favore di Itunes e simili? E' molto probabile, per convenienza dei consumatori, dell'ambiente, e contro i soli interessi particolari dei costruttori di questi supporti materiali sempre più desueti.
Bene.
Benissimo.
Purtoppo il punto è che così diventa lampante come internet stia rivoluzionando le nostre vite - per carità sempre in meglio - ma intervenendo solo (o soprattutto) nel settore dell'intrattenimento leggero. Ovvero con uno sfruttamento da parte delle masse solo di una minima parte delle potenzialità che la rete offre sia in termini di conoscenza (che non si può appiattire su Wikipedia) che in termini di interconnessione del genere umano (che non si può declinare solo attraverso ebay o i social networks).
Intanto però noi italiani invece di lamentarci di ciò dovremmo vigilare e impegnarci affinché anche in Italia certi traguardi del web possano ritenersi scontati e acquisiti per sempre. Anche se si tratta solo dei video di YouTube, o delle partite in streaming. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare, e se internet si afferma soprattutto come mass media e video-provider a scapito della tv, allora ben venga anche questo web leggero e funzionale solo all'intrattenimento e all'attualità...
Da pochi giorni all'indirizzo Ytinstant.com si può navigare su Youtube utilizzando gli stessi vantaggi della ricerca rapida di Google. In pratica il video parte mentre ancora si sta digitando la parola chiave per la ricerca. Il tutto è frutto di un'intuizione di un giovanissimo quanto promettente programmatore di Facebook.
Ma non è questo il punto: sono due notizie di ieri a rendere evidente il segno dei tempi.
In Spagna Telecinco ha perso la causa contro YouTube, accusata di violazione di copyright relativamente ai contenuti video postati dagli utenti e protetti dal copyright del canale spagnolo. Il giudice ha sottolineato che, specie grazie alla tecnologia "Content ID" , YouTube offre ai titolari dei diritti gli strumenti per rimuovere i contenuti in violazione del copyright. Questo significa che è responsabilità del soggetto titolare dei diritti - e non di YouTube - identificare e segnalare a YouTube la presenza sulla piattaforma di contenuti protetti. (da La Stampa)
Così mentre in Italia l'approccio sia della politica (vedi il Decreto Romani), sia della giustizia (vedi la sentenza del tribunale di Milano del 2 marzo scorso) , sia del Garante per la Privacy (addirittura adesso contro la raccolta immagini di Google Street View) , sembra essere alquanto diverso, in Spagna si è creato un precedente che probabilmente aprirà ancora più la strada alla diffusione e al libero utilizzo di YouTube.
Più in generale è il video su Internet in ogni sua forma a prendere il sopravvento: tv sul pc, video di qualsiasi tipo sulle piattaforme digitali, dirette sportive e film in streaming a pagamento, o quando si può - e si può sempre più spesso e più facilmente - gratis.
Tanto che l'altra notizia di ieri è la richiesta di avvio della procedura fallimentare da parte di BlockBuster Inc., azienda leader mondiale nel noleggio e vendita di film e videogiochi. Anche se la procedura fallimentare al momento riguarda solo l'azienda madre statunitense e non tocca per esempio Blockbuster Italia, il miliardo di dollari di debiti che ha portato a questa decisione della società di Dallas è sintomo di una evidente condizione di sofferenza per un settore destinato a scomparire sotto il dominio del web. Comprare, guardare gratis, o scaricare un film su internet è molto meno costoso, oltre che forse anche più ecologico...E allora sorge un sospetto: che la vicenda Blockbuster non sia che l'inizio di un cambiamento radicale che porterà alla scomparsa di tutti i supporti materiali dei contenuti audio e video? Scompariranno anche i cd a favore di Itunes e simili? E' molto probabile, per convenienza dei consumatori, dell'ambiente, e contro i soli interessi particolari dei costruttori di questi supporti materiali sempre più desueti.
Bene.
Benissimo.
Purtoppo il punto è che così diventa lampante come internet stia rivoluzionando le nostre vite - per carità sempre in meglio - ma intervenendo solo (o soprattutto) nel settore dell'intrattenimento leggero. Ovvero con uno sfruttamento da parte delle masse solo di una minima parte delle potenzialità che la rete offre sia in termini di conoscenza (che non si può appiattire su Wikipedia) che in termini di interconnessione del genere umano (che non si può declinare solo attraverso ebay o i social networks).
Intanto però noi italiani invece di lamentarci di ciò dovremmo vigilare e impegnarci affinché anche in Italia certi traguardi del web possano ritenersi scontati e acquisiti per sempre. Anche se si tratta solo dei video di YouTube, o delle partite in streaming. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare, e se internet si afferma soprattutto come mass media e video-provider a scapito della tv, allora ben venga anche questo web leggero e funzionale solo all'intrattenimento e all'attualità...
Per come siamo messi non sarebbe neppure tanto male. La questione della libera informazione si affronta partendo anche da qua. Dalla libera visione e condivisione.
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