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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

lunedì 12 luglio 2010

# Wi-Fi? Non sia mai!

(Ovvero disamina in 7 punti sullo stato dell'arte dell'ostruzionismo praticato in Italia alla diffusione del Wi-fi)

1) Chi in Italia è spesso in giro con il suo pc portatile sa bene quanto sia difficile, quando non impossibile, andare al bar o al ristorante, in biblioteca, in piazza, al parco, alla stazione, all'aeroporto aprire il portatile e mettersi a controllare l'email o a lavorare su internet. In Italia è difficilissimo beccare un segnale wireless che non sia di un privato, ma che sia di una rete pubblica e accessibile gratuitamente o a pagamento. E' molto probabile che non solo nelle città ma anche nei luoghi di villeggiatura di molti degli altri paesi europei ciò possa essere molto più facile.

2) In effetti in Italia la diffusione di hotspot Wi-fi gratuiti o a pagamento è decisamente limitata, specie se in relazione ai nostri “vicini”: secondo i dati jiwire (sito Wi-fi Finder) in questo momento in Italia i punti di accesso Wifi esistenti sono 5.168 mentre sono quasi 30.000 in Francia, poco più di 28.000 nel Regno Unito, 7.725 in Svezia, 6.457 in Turchia.

3) A proposito, vien da ridere pensando a tutti quei fessacchiotti di nostri connazionali che si sono affrettati a spendere centinaia di euro per l'Ipad, scimmiottando gli americani e permettendo anche da noi il grande successo che il fondamentale aggeggio ha avuto negli States, dove però i possessori del gingillo della Apple possono fare affidamento su molti più accessi Wi-Fi sparsi su tutto il territorio e quindi anche su tariffe molto meno care delle nostre .

4) Perchè siamo messi così male? Il motivo principale è da ricercarsi nella normativa prevista in una legge antiterrorismo inizialmente in vigore nel nostro paese dal 2005 al 2007, ma che viene immancabilmente prorogata ogni anno: si tratta della c.d Legge Pisanu 155/2005, ora prorogata fino al 31 dicembre 2010 dal milleproroghe approvato lo scorso dicembre , nonostante alcune voci di protesta, come per esempio quelle della "Carta dei cento per il libero Wi-Fi" che denunciava quanto restrittiva e dannosa sia questa normativa. In effetti essa stabilisce tra le altre cose che chi offre a terzi il servizio di connessione a internet deve registrarsi alla Questura, deve tenere un registro con i dati e l'identificazione di tutti i clienti che usufruiscono della connessione tramite documento o numero del cellulare. Deve conservare i dati sul traffico internet, tramite appositi software. Deve vietare di andare in chat. Insomma una legislazione in materia di accesso pubblico a internet unica per severità e rigidità in Europa, assimilabile solo a quanto avviene in Cina o a Cuba, e più restrittiva di quanto addirittura fu previsto negli Stati Uniti dal Patriot Act varato all'indomani dell'11 settembre. Col risultato che non solo gli internet point ma anche tutti gli esercizi pubblici che intendessero mettere a disposizione dei clienti una connessione a internet tramite linea fissa o connessione wi-fi, dovendo sottostare all'autorizzazione preventiva e a tutti gli altri onerosi vincoli, vengano di fatto parecchio ostacolati e disincentivati ad attivare il servizio.

5) Ma il punto è che non è colpa di una legge, ma più in generale di una precisa attitudine anti-internet (e pro-tv), come testimoniato anche da quanto sta accadendo adesso. Il passaggio dalla tv analogica al digitale terrestre, in corso in tutti i paesi dell'Ue, grazie alla miglior tecnologia che permette di comprimere i dati in trasferimento, libera spazi nelle bande di frequenza, spazi di proprietà dello Stato che possono essere riassegnati ad altri segnali, magari non solo televisivi, ma soprattutto delle telecomunicazioni mobili, e magari con aste pubbliche molto redditizie per le casse dello stato e incentivanti una maggiore apertura di questo settore di mercato. E' quello che sta accadendo in altri paesi: negli Usa nel 2008 sono stati incassati 19,6 miliardi di dollari, e molte delle nuove frequenze acquistate all'asta dalle compagnie di telefonia sono state destinate a servizi di telecomunicazioni mobili. A maggio un'asta simile in Germania ha visto 3 grandi compagnie telefoniche aggiudicarsi un ampio spettro di frequenze e ha fruttato alle casse dello Stato 4, 38 miliardi di euro. E i benefici non sono solo economici e di mercato, ma anche sociali, grazie alla conseguente maggior diffusione dei servizi internet.

6) Da noi invece si procede con tutt'altro spirito: come riporta Il Fatto Quotidiano e come ha denunciato l'ex Ministro Gentiloni su Il Sole24ore, le frequenze attualmente ancora libere non saranno soggette ad asta ma a un "beauty contest" (??), ovvero riassegnate con procedura decisa dal governo, e saranno destinate unicamente alle emittenti televisive, Rai e Mediaset in testa. E ciò oltre a rafforzare il duopolio tv che nelle intenzioni delle direttive europee è il contrario di quanto dovrebbe accadere col passaggio al digitale terrestre, oltre a significare un ingente mancato introito per l'erario per il modo con cui saranno assegnate (quantificato su Lavoce.info in 4 miliardi di euro) , rappresenta la becera indifferenza e miopia di questo governo in merito alle potenzialità di crescita insite nello sviluppo dell'economia digitale, concetto che invece è ben chiaro ovunque nel mondo civile e civilizzato. Difatti le frequenze liberate dallo switchover al digitale eventualmente acquistate all'asta dalle compagnie telefoniche potrebbero essere destinate ai c.d servizi di banda larga mobile, portando internet veloce via Wi-fi laddove, come accade ancora in buona parte del nostro territorio, la banda larga e la fibra ottica ancora non arrivano, colmando almeno in parte quel digital divide che l'Europa e il buon senso ci chiedono di colmare.

7) E allora perché Tremonti non pensa a fare cassa in questa maniera sana, instillando pure - pensa te - qualche gocciolina di sviluppo?? Chissà ...(ironico)

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