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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

martedì 3 maggio 2011

MUSICLIBRARY Figli di Manchester


Il pittore britannico Laurence Stephen Lowry (1887-1976) è noto soprattutto per i dipinti che ritraggono scene di vita urbana nei distretti industriali del nord dell'Inghilterra nei primi decenni del secolo scorso. La maggioranza di questi suoi dipinti più famosi e ritraenti i brulicanti ma quasi apatici paesaggi urbano-industriali ritraggono luoghi di Salford e dell'area circostante, nella contea di Greater Manchester, dove L.S. Lowry nacque e visse gran parte della sua esistenza.
Tuttavia, nonostante i suoi lavori abbiano acquisito immensa popolarità (anche se non prima che il pittore ebbe compiuto 50 anni) e siano stati venduti per milioni di sterline, nonostante sia indiscutibile la sua influenza su numerosi artisti successivi, nonostante i tanti riconoscimenti ricevuti in vita e dopo, L.S. Lowry, 35 anni dopo la sua morte, non viene ancora annoverato tra i "grandi classici" del suo paese, tanto che è tuttora difficile trovare esibite le sue opere nelle più importanti gallerie d'oltremanica (con l'esclusione ovviamente della grande esposizione permanente "The Lowry" al Quay di Salford). Probabilmente quest'ostracismo con la puzza sotto al naso è dovuto allo stile anomalo, primitivo, quasi infantile, che spesso ha portato il pittore ad essere considerato nient'altro e niente più di un pittore naive. Tuttavia oggi quel suo personalissimo stile pittorico viene sempre più apprezzato, sia per i suoi tratti distintivi (i matchstick men:gli uomini fiammifero rappresentati nelle sue opere) sia perché attraverso esso Lowry riesce perfettamente a caricare di una tensione malinconica e umana i soggetti dei suoi quadri, con la semplicità del tratto e con l'essenzialistà dei paesaggi, pieni di vita, ma in un certo senso sempre vuoti.
E così proprio in questi giorni è nata una vera e propria polemica, soprattutto grazie ad un programma andato in onda il giorno di pasqua sul network britannico ITV1, in cui il celeberrimo attore Ian McKellen (grande interprete shakespeariano, tuttavia noto ai più giovani come "Gandolf"), da grande appassionato dell'opera di Lowry qual'è, ha presentato il documentario Looking for Lowry, attravero cui la regista Margy Kinmonth intende rendere giustizia al pittore, alla qualità del suo lavoro, all'importanza dell'eredità culturale che ha lasciato. Durante il programma McKellen ad un certo punto se l'è presa con la Tate Britain, la più famosa galleria d'arte di Londra, presso cui si sta verificando una situazione che è emblematica del destino riservato fin'ora all'artista mancuniano: la galleria possiede una collezione di 23 quadri di Lowry, che però si guarda bene dall'esporre, anche per la cronica mancanza di spazio espositivo in rapporto alla ricchezza di opere che la galleria possiede, e che dovrebbe perdurare almeno per un paio di anni ancora, ovvero fino a quando la Tate non sarà ingrandita. Nel frattempo altri artisti ed altre esposizioni sembrano sempre avere la precedenza.
Tra le varie personalità intervenute nel programma della ITV1 spicca Noel Gallagher, ex chitarrista ed anima degli Oasis: grande fan oltre che conterraneo del pittore, Noel si stupisce dell'atteggiamento della Tate Britain, e si chiede con fare provocatorio se quindi i quadri di Lowry non siano all'altezza della Tate più che altro perché il loro autore fu un "northener" (ovvero un uomo proveniente da quel nord dell'Inghilterra industriale, campagnolo e quindi molto più rozzo della colta Londra). Alla domanda su quando fu la prima volta che vide un lavoro del pittore, Noel ha risposto di non ricordarlo, perchè è come quando gli chiedono "Quand'è che hai sentito i Beatles per la prima volta?" e lui risponde "Non me lo ricordo amico, è come se fossero sempre stati lì per me, da sempre". Il chitarrista di fronte ad un'opera di Lowry ha tante suggestioni: nota come tutte le persone raffigurate non siano mai ferme, ma siano sempre in movimento, quasi stessero sempre andando da qualche parte; scommette che sono tutte persone che il pittore ha incontrato nella realtà. Osservando con attenzione quella moltitudine di persone, ognuna con la propria provenienza e destinazione da raggiungere, seppure mestamente, Noel racconta di trovare un certo conforto, come una familiarità: essi camminano, si muovono e vivono come se fossero all'interno di un loro proprio piccolo mondo. Esattamente come si sentiva Noel da giovane, tranquillo nel suo piccolo mondo, a Manchester.
Noel Gallagher ha sempre ritenuto che una delle migliori canzoni da lui composte in quasi un ventennio di carriera musicale sia "The Masterplan": tuttavia nonostante questa sua consapevolezza il pezzo uscì soltanto come b-side di Wonderwall nell'autunno del 1995. Solo più di dieci anni dopo, nel 2006, in occasione dell'uscita della raccolta Stop The Clocks, alla canzone venne data un po' più di visibilità, anche se solo al fine di promuovere la nuova uscita discografica: si decise infatti di realizzarne un videoclip. Curato da Ben Jones, il video animato che ne venne fuori è eccezionale, e più che prendere spunto, sembra svolgersi direttamente all'interno di un quadro di L.S.Lowry. Un omaggio che Noel ha voluto tributare ad un pittore che a suo dire meglio di chiunque altro è stato in grado di dipingere i sobborghi industriali di Manchester, con quel taglio malinconico ed in un certo senso anche sociale, che l'ex chitarrista degli Oasis ha saputo cogliere e fare proprio.





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