Si era cominciato con "via le br dalle procure" e abbiamo finito con i pm milanesi cancro da estirpare, la Boccassini metastasi, quelli di sinistra che puzzano, che hanno donne più brutte di quelle di destra, che votano un candidato sindaco condannato per furto e amico dei terroristi (anche se poi è tutto falso, essendo soltanto l'ennesimo prodotto della ben oliata macchina del fango). Quali che ne siano stati gli interpreti - Berlusconi stesso, i suoi scagnozzi o i suoi candidati - la campagna elettorale pidiellina tutta politicizzata e tutta incentrata sul "crea il nemico e diffondi la paura" si è conclusa così come è cominciata. Anzi peggio, con toni ancora più triviali di quanto all'inizio ci si potesse legittimamente aspettare da questa gente, e senza che mai ad animare il dibattito siano state le questioni locali su cui hanno competenza comuni e province, ovvero le proposte ed i programmi che dovrebbero differenziare un candidato dall'altro.
Questa è perlomeno l'impressione che si è avuto a livello nazionale, nella speranza che a livello locale, laddove si vota - aldilà degli slogan (spesso ridicoli) stampati sui milioni di manifesti che hanno reso ancor più sporche e degradate del solito le nostre città - i cittadini abbiano avuto una percezione più precisa delle intenzioni di chi si accingono a votare.
La causa di questa ennesima distorsione e deviazione del dibattito pre-elettorale va ricercata ancora una volta nella decisione del Presidente del Consiglio di incentrare la campagna elettorale su di sè e su quei temi (giudici minaccia della democrazia e sinistra pro tasse e pro immigrati) lontanissimi dalle competenze di comuni e province, ma che in teoria più dovrebbero scaldare il nocciolo duro del suo elettorato, che stavolta più delle altre volte ha bisogno di essere spronato e invogliato ad andare alle urne.
B. questo giochino l'ha fatto soprattutto su Milano, dove evidentemente anche i sondaggi che ha in mano lui descrivono uno scenario diverso dagli appuntamenti elettorali degli ultimi anni. Sarebbe in bilico e non affatto scontata la rielezioni della Moratti, e in caso di risultati sorprendenti, come la sconfitta del sindaco uscente nel feudo del feudo del berlusconismo, la cosa, oltre a far sfumare la triplete comune-provincia-regione grazie a cui un'unica lobby potrebbe meglio gestire (leggi: spartirsi) gli affari d'oro dell'Expo' 2015 - anche se in realtà sono stati già capaci di litigare tra loro - , potrebbe avere enormi ripercussioni anche a livello nazionale, rappresentando un vero e proprio spartiacque della storia politica recente. La Lega ha già spiegato che a suo insindacabile modo di vedere un'eventuale sconfitta andrebbe addebitata tutta allo scontento per le malefatte del partito del malaffare Pdl, e allo sciagurato modo in cui il Premier ha governato negli ultimi mesi (su tutto le incertezze e le figuracce in politica estera, l'ostinazione nel dare priorità alla giustizia e la vergogna delle poltrone da poco elargite ai Responsabili: insomma il messaggio filtrato da Palazzo Chigi è evidentemente "sarò inadatto e circondato da incapaci ma comunque tiro a campare per farmi le leggi che mi servono"), senza contare tutti gli scandali sessuali, i dettagli fallici, le barzellette squallide, volgari ed estremamente poco divertenti etc....
Con la perdita di Milano insomma c'è da giurare che gli animi della Lega, strategicamente e accortamente placatisi in queste ultime ore di campagna elettorale, esploderebbero definitivamente, e con essi sicuramente anche gli equilibri di una maggioranza e di una compagine governativa fragili, e il cui baricentro peraltro si è recentemente spostato a sud con l'ingresso dei Responsabili nel governo.
Ma la partita è tutta aperta, e il risultato più scontato è comunque la rielezione (probabilmente al ballottaggio) della Letizia. In questo caso i commenti che sentiremo e leggeremo saranno i soliti: il Pd e la sinistra che Milano l'hanno persa per sempre e già da un bel po'; Berlusconi che chissà di quale nefandezza si deve macchiare per poter perdere una qualche competizione elettorale, e quindi è ormai sicuro che domina le nostre menti; la Lega che avanza e senza la quale la Moratti non avrebbe mai vinto; i terzi incomodi (grillini e terzo polo) che hanno finito per fare il gioco di B. etc...
Tuttavia a darci la misura della performance del governo in questo che è anche un importante test di verifica dell'umore dell'elettorato sarà soprattutto e semplicemente il combinato disposto del risultato di Milano con quello di Napoli, dove la conquista anche del comune da parte del centrodestra sembra probabile, anche se non scontata, visto che in questo momento è più che mai difficile prevedere gli orientamenti dei napoletani, molti dei quali (ma quanti?) si orienteranno verso l' astensionismo o verso forme di voto di protesta. Al di là dello scoramento e del legittimo risentimento verso le istituzioni, è difatti ardua la scelta per gli elettori partenopei, essendo i due principali candidati espressione entrambi del malgoverno centrale e locale che così massicciamente hanno contribuito a fare delle strade di Napoli quello che sono oggi, nella più totale e geneticamente incurabile incapacità di proporre valide soluzione ad una questione, quella dei rifiuti, complessa e delicatissima, ma su cui non è mai stato impossibile incominciare ad intervenire seriamente.
Se Pd e centrosinistra perderanno Napoli e Milano non sarà che una sconfitta annunciata. Se Berlusconi perdesse a Milano sarebbe un tonfo pazzesco e impensabile fino a poco tempo fa, ma se contemporaneamente vincesse perlomeno a Napoli sarebbe anche il segno dei tempi, con il baricentro del berlusconismo, il fulcro del suo elettorato, che si sposterebbe verso sud. Se il centrosinistra vincesse sia a Milano che a Napoli (oltre che a Bologna e a Torino) sarebbe un miracolo, e un premio che obiettivamente non si meriterebbe, frutto soltanto della nausea di molti elettori rispetto a ciò che gli tocca vedere tutti i giorni sui giornali e nei telegiornali. Se vincessero entrambi le coalizioni che sostengono le amministrazioni uscenti sarebbe da chiedersi se sarà stato solo merito del loro operato nel quinquennio precedente. Se il centrodestra infine vincesse sia a Milano che a Napoli il destino dell'Expò e della monnezza napoletana saranno completamente nelle mani della stessa parte politica che finora ha rischiato di far fallire in partenza il progetto Expo' e che, al netto di un termovalorizzatore difettoso, nonostante il coinvolgimento di militari e protezione civile non ha mai dimostrato di sapere che pesci pigliare nel programmare un ciclo dei rifiuti sostenibile e camorra-free.
Insomma, se pure questa tornata amministrativa interessa 13 milioni di italiani e porterà al rinnovo di 11 province e 1344 comuni, di cui 13 con più di 100.000 abitanti, sembra che gli esiti che conosceremo a fine mese dopo i ballottaggi di Napoli (la città dove si vive in mezzo alla spazzatura) e di Milano (la città dove si vive sopra la spazzatura) non ci racconteranno l'Italia che sarà, o quali formule vincenti per la buona amministrazione locale saranno state premiate in un paese che pare abbia deciso di votarsi al federalismo, quanto piuttosto che Silvio sarà: se più forte di ora, e quindi oramai invincibile e resistente di fronte a qualsiasi cosa faccia, dica, o si scopra abbia pagato per poter fare; oppure un po' più debole, magari un po' terrone, e prossimo ad essere mollato dalla Lega?
Al di là delle supposizioni, e prima che si accendino vane speranze, si ribadisce che B. è comunque in pole per realizzare la triplete, anzi il poker, il filotto, sui due più grandi business italiani del prossimo futuro (oltre al nucleare e alla cementificazione, s'intende): comune-provincia-regione-governo nazionale, tutti dello stesso colore, alle prese con gli appalti dell'Expo' e con quelli delle discariche e dei nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti: una catena monocolore che visti i precedenti e visto l'andazzo non sembra proprio la migliore garanzia per la trasparenza e la legalità....per cui attenzione gente, meditate, e chiedetevi se un qualche elemento magari non eccelso ma comunque di contrappeso non faccia al caso nostro.
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