Il futuro della mobilità a Roma e nel Lazio va in un'unica direzione: per cui allacciati la cintura.
Una settimana fa il Cipe, sbloccando 468 milioni di euro, ha dato il via libera a progetti di rafforzamento di due importanti arterie stradali del Lazio meridionale: la Pontina diverrà corridoio intermodale, ovvero diverrà autostrada (a pedaggio) tra Tor de Cenci (Roma Sud) e Borgo Piave (Latina Nord) e stesso destino avrà la Cisterna-Valmontone, che sarà anch'essa ampliata e dotata di pedaggio. Per un totale di poco più di 100 km di nuove tratte autostradali la cui realizzazione, con le relative opere connesse, avrà un costo complessivo di 2,728 miliardi di euro, di cui il 40% a carico dello Stato, che oltre ai 468 milioni sbloccati dal Cipe parteciperà con altri 700 milioni pubblici che dovrebbero arrivare nei prossimi anni dal piano programmatico delle infrastrutture del governo.
La Polverini ha commentato entusiasta definendo i progetti approvati come necessari per la mobilità e per la sicurezza. Per quanto riguarda quest'ultima occorre specificare che il 70% degli incidenti che fanno della Pontina la seconda strada più pericolosa d'Italia avvengono nel tratto Latina -Terracina, che è ad una corsia e su cui non è previsto alcun intervento migliorativo.
Considerare poi l'ampliamento di un'arteria stradale, per quanto importante e congestionata che sia, la soluzione ai problemi di mobilità legati soprattutto ai pendolari, esprime una visione della questione alquanto antiquata e decisamente in controtendenza con quanto accade nel resto d'Europa, dove si interviene potenziando soprattutto le infrastrutture ferroviarie, con l'obiettivo primario di diminuire proprio il traffico su gomma, più inquinante e su cui è più costoso intervenire. Per esempio Gualtiero Alunni, portavoce del Comitato No Corridoio Roma-Latina (la cui delegazione in queste ore ha occupato la sede della Regione Lazio senza che nessuno ne parli) sottolinea giustamente l'uso improprio che si fa del termine "intermodale" affibiato alla futura Roma-Latina, visto che non sono previsti interventi su altre infrastrutture di trasporto che non siano la rete stradale. Relativamente alla Pontina, quale potrebbe essere un'ipotesi alternativa alle mere colate di asfalto lo spiega lo stesso Alunni :
"Dal momento che la TAV ha liberato 26 corse sulla tratta Roma Napoli, che interessa pure Latina, noi suggeriamo di mettere in rete vettori che possano portare i pendolari nella Capitale. Con un costo di circa 5 mln per ogni treno, sapendo che basterebbe acquistarne 10, già avremmo fatto un passo significativo. In aggiunta la costruzione di una metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea, garantirebbe per queste aree a forte urbanizzazione una buona alternativa all'utilizzo dell'auto. Con un basso impatto ambientale, e una riduzione di tempi e costi, completando il tutto con parcheggi di scambio".
Ma operazioni di questo genere, più efficaci, più ecologiche e meno costose almeno per il momento non sembrano essere appetibili per questa destra del cemento così ben incarnata da Polverini e Alemanno, di cui è difficile non cogliere l'inclinazione a favore del trasporto privato e soprattutto verso l'edilizia, peraltro perfettamente in linea col governo centrale: basti per esempio vedere i casi del Gp di Formula 1 alle'Eur per l'uno o il piano casa regionale varato dalla giunta dell'altra. Inoltre entrambi si dicono favorevoli anche ad un secondo raccordo anulare, e non deve passare inosservato che insieme alla realizzazione appena approvata del corridoio Roma-Latina verrà costruito anche il raccordo tra Tor de Cenci e l'A-12 Roma-Civitavecchia, che in realtà pare un inutile doppione, visto che esiste il Gra, e che, stando a quanto denunciano i Verdi, sarà un'opera faraonica e costosissima se non altro per il numero di viadotti e gallerie con cui la nuova arteria dovrà incrociare e scavalcare la Cristoforo Colombo, l’Ostiense e il treno Roma Ostia.
Lo stato del trasporto pubblico nel Lazio
Questo debole per le betoniere e questo proliferare di progetti in fase di realizzazione a favore della mobilità privata, oltre che stridere con le tendenze che si registrano normalmente nei paesi civili, stridono anche con l'attuale realtà del trasporto pubblico regionale, le cui gravi inefficienze sono penalizzanti soprattutto per i pendolari, i cui problemi con molti meno milioni di euro di quelli stanziati per le nuove tratte autostradali potrebbero essere se non risolti perlomeno molto alleviati. Mentre invece ora peggiorano, anche per effetto della scure di Tremonti che con la manovra del giugno scorso ha tagliato i fondi per il trasporto pubblico laziale per ben 457 milioni di euro.
Il Partito democratico ha stimato che le linee degli autobus regionali del Lazio ( Co.tra.l) stanno subendo un taglio del 20% (già alcune tratte sono state soppresse nel viterbese così come in provincia di Latina), mentre i treni regionali diminuiranno di un terzo, a fronte di un probabile aumento delle tariffe nel 2011. Proprio le ferrovie già ora sono la vergogna del sistema dei trasporti del Lazio, massacrate come sono da una parte dalla mancanza di fondi regionali, dall'altra dal nocivo monopolio di Trenitalia.
Bati pensare alla Roma Viterbo, la linea dannata, odiata dai pendolari per i suoi quotidiani ritardi e treni soppressi, o ai disservizi della Roma-Civitavecchia, o ancora i crescenti ritardi e sovraffollamenti sulla linea Roma-Cassino(Fr). Senza parlare del trenino che collega l'aeroporto di Fiumicino con Roma, pessimo biglietto da visita che la capitale offre ai turisti prim'ancora che essi abbiano messo piede in città, visto l'elevato costo del biglietto assolutamente sproporzionato rispetto alla qualità del servizio offerto, e vista anche la non attività nelle ore notturne; e senza parlare della stazione di Rieti , che da poco è stata "eletta" peggior stazione d'Italia.
Oltre al danno la beffa
Tuttavia se da una parte si avviano interventi di miglioramento esclusivamente per le infrastrutture stradali, dall'altra si assumono decisioni penalizzanti per gli automobilisti, come il pedaggio sul Grande Raccordo Anulare e quello sulla Roma-Fiumicino, che potrebbero entrare in vigore già nel corso del 2011, tra l'altro senza che a queste nuove imposizioni corrisponda alcun intervento migliorativo sulle tratte in questione.
Come a dire: visto che in mancanza di alternative sei obbligato a prendere la macchina, già che ci siamo ti facciamo pure un po' pagare. Sai com'è, non è colpa nostra, sono ordini che vengono dall'alto...
A Roma
Se prendere la macchina pare essere una scelta obbligata per chi si deve spostare attorno o verso Roma, intraprendendo quotidiani odissee tra code e ingorghi, nella capitale l'antifona non cambia molto. Anzitutto il traffico: i cittadini di Roma, con 260 ore all'anno, sono gli italiani che perdono più tempo al volante, tra code e rallentamenti. Una situazione che negli ultimi anni è addirittura peggiorata, tanto che la capitale è scivolata in fondo alla classifica delle città italiane più ecosostenibili, a causa di un traffico talmente caotico e intenso che tra le altre cose provoca in media tre morti alla settimana e di recente ha causato un improvviso, ulteriore, peggioramento della qualità dell'aria. E poi la vita dell'automobilista all'ombra del Colosseo è resa ancor più dura dalla congenita mancanza di parcheggi, e dalle Ztl, giustissimo argine al traffico nelle zone centrali della città, ma che possono causare frustrazione e invidia di fronte all'assalto selvaggio e tollerato perpetrato quotidianamente ai danni delle strade del centro storico da furgoni maestri dei parcheggi più estrosi e ingombranti, e pullman turistici, che grazie ad un nuovo regolamento negli ultimi mesi hanno triplicato le loro presenze nel centro storico.
Una settimana fa il Cipe, sbloccando 468 milioni di euro, ha dato il via libera a progetti di rafforzamento di due importanti arterie stradali del Lazio meridionale: la Pontina diverrà corridoio intermodale, ovvero diverrà autostrada (a pedaggio) tra Tor de Cenci (Roma Sud) e Borgo Piave (Latina Nord) e stesso destino avrà la Cisterna-Valmontone, che sarà anch'essa ampliata e dotata di pedaggio. Per un totale di poco più di 100 km di nuove tratte autostradali la cui realizzazione, con le relative opere connesse, avrà un costo complessivo di 2,728 miliardi di euro, di cui il 40% a carico dello Stato, che oltre ai 468 milioni sbloccati dal Cipe parteciperà con altri 700 milioni pubblici che dovrebbero arrivare nei prossimi anni dal piano programmatico delle infrastrutture del governo.
La Polverini ha commentato entusiasta definendo i progetti approvati come necessari per la mobilità e per la sicurezza. Per quanto riguarda quest'ultima occorre specificare che il 70% degli incidenti che fanno della Pontina la seconda strada più pericolosa d'Italia avvengono nel tratto Latina -Terracina, che è ad una corsia e su cui non è previsto alcun intervento migliorativo.
Considerare poi l'ampliamento di un'arteria stradale, per quanto importante e congestionata che sia, la soluzione ai problemi di mobilità legati soprattutto ai pendolari, esprime una visione della questione alquanto antiquata e decisamente in controtendenza con quanto accade nel resto d'Europa, dove si interviene potenziando soprattutto le infrastrutture ferroviarie, con l'obiettivo primario di diminuire proprio il traffico su gomma, più inquinante e su cui è più costoso intervenire. Per esempio Gualtiero Alunni, portavoce del Comitato No Corridoio Roma-Latina (la cui delegazione in queste ore ha occupato la sede della Regione Lazio senza che nessuno ne parli) sottolinea giustamente l'uso improprio che si fa del termine "intermodale" affibiato alla futura Roma-Latina, visto che non sono previsti interventi su altre infrastrutture di trasporto che non siano la rete stradale. Relativamente alla Pontina, quale potrebbe essere un'ipotesi alternativa alle mere colate di asfalto lo spiega lo stesso Alunni :
"Dal momento che la TAV ha liberato 26 corse sulla tratta Roma Napoli, che interessa pure Latina, noi suggeriamo di mettere in rete vettori che possano portare i pendolari nella Capitale. Con un costo di circa 5 mln per ogni treno, sapendo che basterebbe acquistarne 10, già avremmo fatto un passo significativo. In aggiunta la costruzione di una metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea, garantirebbe per queste aree a forte urbanizzazione una buona alternativa all'utilizzo dell'auto. Con un basso impatto ambientale, e una riduzione di tempi e costi, completando il tutto con parcheggi di scambio".
Ma operazioni di questo genere, più efficaci, più ecologiche e meno costose almeno per il momento non sembrano essere appetibili per questa destra del cemento così ben incarnata da Polverini e Alemanno, di cui è difficile non cogliere l'inclinazione a favore del trasporto privato e soprattutto verso l'edilizia, peraltro perfettamente in linea col governo centrale: basti per esempio vedere i casi del Gp di Formula 1 alle'Eur per l'uno o il piano casa regionale varato dalla giunta dell'altra. Inoltre entrambi si dicono favorevoli anche ad un secondo raccordo anulare, e non deve passare inosservato che insieme alla realizzazione appena approvata del corridoio Roma-Latina verrà costruito anche il raccordo tra Tor de Cenci e l'A-12 Roma-Civitavecchia, che in realtà pare un inutile doppione, visto che esiste il Gra, e che, stando a quanto denunciano i Verdi, sarà un'opera faraonica e costosissima se non altro per il numero di viadotti e gallerie con cui la nuova arteria dovrà incrociare e scavalcare la Cristoforo Colombo, l’Ostiense e il treno Roma Ostia.
Lo stato del trasporto pubblico nel Lazio
Questo debole per le betoniere e questo proliferare di progetti in fase di realizzazione a favore della mobilità privata, oltre che stridere con le tendenze che si registrano normalmente nei paesi civili, stridono anche con l'attuale realtà del trasporto pubblico regionale, le cui gravi inefficienze sono penalizzanti soprattutto per i pendolari, i cui problemi con molti meno milioni di euro di quelli stanziati per le nuove tratte autostradali potrebbero essere se non risolti perlomeno molto alleviati. Mentre invece ora peggiorano, anche per effetto della scure di Tremonti che con la manovra del giugno scorso ha tagliato i fondi per il trasporto pubblico laziale per ben 457 milioni di euro.
Il Partito democratico ha stimato che le linee degli autobus regionali del Lazio ( Co.tra.l) stanno subendo un taglio del 20% (già alcune tratte sono state soppresse nel viterbese così come in provincia di Latina), mentre i treni regionali diminuiranno di un terzo, a fronte di un probabile aumento delle tariffe nel 2011. Proprio le ferrovie già ora sono la vergogna del sistema dei trasporti del Lazio, massacrate come sono da una parte dalla mancanza di fondi regionali, dall'altra dal nocivo monopolio di Trenitalia.
Bati pensare alla Roma Viterbo, la linea dannata, odiata dai pendolari per i suoi quotidiani ritardi e treni soppressi, o ai disservizi della Roma-Civitavecchia, o ancora i crescenti ritardi e sovraffollamenti sulla linea Roma-Cassino(Fr). Senza parlare del trenino che collega l'aeroporto di Fiumicino con Roma, pessimo biglietto da visita che la capitale offre ai turisti prim'ancora che essi abbiano messo piede in città, visto l'elevato costo del biglietto assolutamente sproporzionato rispetto alla qualità del servizio offerto, e vista anche la non attività nelle ore notturne; e senza parlare della stazione di Rieti , che da poco è stata "eletta" peggior stazione d'Italia.
Oltre al danno la beffa
Tuttavia se da una parte si avviano interventi di miglioramento esclusivamente per le infrastrutture stradali, dall'altra si assumono decisioni penalizzanti per gli automobilisti, come il pedaggio sul Grande Raccordo Anulare e quello sulla Roma-Fiumicino, che potrebbero entrare in vigore già nel corso del 2011, tra l'altro senza che a queste nuove imposizioni corrisponda alcun intervento migliorativo sulle tratte in questione.
Come a dire: visto che in mancanza di alternative sei obbligato a prendere la macchina, già che ci siamo ti facciamo pure un po' pagare. Sai com'è, non è colpa nostra, sono ordini che vengono dall'alto...
A Roma
Se prendere la macchina pare essere una scelta obbligata per chi si deve spostare attorno o verso Roma, intraprendendo quotidiani odissee tra code e ingorghi, nella capitale l'antifona non cambia molto. Anzitutto il traffico: i cittadini di Roma, con 260 ore all'anno, sono gli italiani che perdono più tempo al volante, tra code e rallentamenti. Una situazione che negli ultimi anni è addirittura peggiorata, tanto che la capitale è scivolata in fondo alla classifica delle città italiane più ecosostenibili, a causa di un traffico talmente caotico e intenso che tra le altre cose provoca in media tre morti alla settimana e di recente ha causato un improvviso, ulteriore, peggioramento della qualità dell'aria. E poi la vita dell'automobilista all'ombra del Colosseo è resa ancor più dura dalla congenita mancanza di parcheggi, e dalle Ztl, giustissimo argine al traffico nelle zone centrali della città, ma che possono causare frustrazione e invidia di fronte all'assalto selvaggio e tollerato perpetrato quotidianamente ai danni delle strade del centro storico da furgoni maestri dei parcheggi più estrosi e ingombranti, e pullman turistici, che grazie ad un nuovo regolamento negli ultimi mesi hanno triplicato le loro presenze nel centro storico.
Meglio sarebbe pensare a spostarsi in altri modi, magari coi mezzi pubblici, che però i cittadini romani, così come emerso nella recentemente pubblicata Relazione annuale sullo stato dei servizi pubblici, dichiarano non amare particolarmente, poichè inadeguati, soprattutto per quel che riguarda frequenza e puntualità di autobus e tram; è andata un po' meglio per la metropolitana, che però notoriamente copre ben poco del territorio urbano, con appena due linee, che chissà quando diventeranno tre. Come se non bastasse è notizia di ieri che l'Atac, l'azienda del trasporto capitolino che gestisce sia i mezzi di superficie che la metropolitana, sembra essere sull'orlo del fallimento, vittima di cattive gestioni e complice anche il blocco dei fondi regionali di cui sopra. Anche qua si prefigura la beffa: l'unica via di uscita praticabile sarebbe un immediato aumento del prezzo dei biglietti.
Ma suvvia, in casi estremi esistono pur sempre i taxi, che però a Roma con i recenti adeguamenti tariffari voluti dal sindaco e dalla sua giunta diventeranno presto i più cari d'Italia per i percorsi brevi (5 km) e tra i più cari per i percorsi più lunghi (10 km), a causa di rincari fino al 54% e degli aumenti delle tratte da e verso Fiumicino, Ciampino e Civitavecchia, a cui anche qua non corrisponderanno nuove particolari garanzie a tutela dei consumatori, alle prese con una categoria che si sta facendo un cattivo nome, per colpa di numerosi episodi spiacevoli con protagonisti personaggi poco edificanti. Peraltro rimarrà senza risposta l'iniqua distribuzione dei taxi nelle aree di attesa, affollatissime in centro, deserte in periferia.
Ci sarebbe ancora un'altra alternativa, perlomeno per chi è sufficientemente in forma, ovvero la bicicletta. Oltre ai sette colli però anche altre criticità sembrano sconsigliare quest'ipotesi. Come denuncia l'associazione "Di traffico si muore", a Roma si consuma silenziosa una vera e propria strage di ciclisti (l'ultima vittima, Paolo Cascavilla, risale al 7 novembre), a causa soprattutto della mancanza di piste ciclabili decenti e dell'indisciplina degli automobilisti romani. Poi, come emerso dagli impietosi confronti fatti in occasione della visita romana di Boris Johnson, sindaco di Londra, il servizio di Bike-sharing, che dovrebbe permettere a chiunque di spostarsi per Roma usufruendo di biciclette a disposizioni in appositi parcheggi dislocati in varie zone della città, al momento non sembra proprio poter funzionare, anzi non è mai veramente decollato, tra degrado delle postazioni, furti delle biciclette e scarso impegno dell'amministrazione, che rendono poco utilizzabili gli appena 29 ciclo-posteggi (a Londra sono centinaia) in cui sono reperibili, sulla carta, 271 biciclette. Duecentosettantuno.
Alemanno ha annunciato che dal 2013 il Tridente, cioè l'area del centro storico di Roma compresa tra via del Babuino, via del Corso e via di Ripetta, sarà completamente pedonalizzato, con la creazione di quattro parcheggi nelle zone limitrofe e il potenziamento dei mezzi pubblici: beh, se non fosse per il leggero sospetto che la data del 2013 sia un po' birichina dato che in quell'anno ci sono le elezioni comunali, sarebbe proprio una bella cosa, che indurrebbe a rivalutare l'ultima ipotesi che rimane, ovvero l'andare a piedi, stando però sempre molto attenti ad attraversare, visto che gli automobilisti potrebbero essere molto nervosi, perché loro avrebbero fatto volentieri a meno di prendere la macchina ma tant'è, alternative non ce ne sono, perché tanto la coda c'è sicuro, perché non c'è parcheggio, perché un motivo per prendersi una multa c'è sempre....
(degrado di un ciclo-posteggio in pieno centro)
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