
Milano è di cartapesta: checché sia la sua identità, checché sia la sua storia, e nonostante sia la culla di un movimento politico che ne rivendica identità e storia, è così debole, insipida e allo sbando che in men che non si dica potrebbe soccombere e cambiare volto, proprio come il palco di un teatro cambia scenografia, e diventare di colpo una Stalingrado, una zingaropoli, o meglio una zingaropoli islamica, dove i musulmani marciano sul Duomo, e le strade sono invase da femminielli; in sostanza una mecca dei gay e dei rom, magari meta internazionale del turismo omosessuale (che poi chissà perché dovrebbe essere un problema).
Milano è di cartapesta: è la vera Cinecittà d'Italia. Figuranti e comparse sono in giro dovunque: dallo spiazzale di fronte al Tribunale ai quartieri dove finti rom fanno volantinaggio pro-Pisapia e addirittura finti operai prendono le misure per le nuove moschee. Senza parlare di figuranti osé non benvenute in centro che vengono deportate verso le periferie, e che spesso fuggono e si rifugiano in ville e palazzi ambiti del settore nord-est.
Milano è di cartapesta: tutto quello che si è fatto si può rimuovere e cancellare come se niente fosse, tanto è il consenso che è importante, non certo la funzionalità e la vivibilità della città. Che cos'altro pensare di fronte a promesse e scelte programmatiche del sindaco uscente che contraddicono le decisioni più significative del suo precedente mandato?
Questo manifesto apparso a Milano pochi giorni fa parla da solo e descrive a perfezione il cortocircuito in atto, tra rinnegamento di quanto fatto e "presunzione di colpevolezza" anticipata.
Milano è di cartapesta, e così può accadere che interi quartieri spuntino come funghi sopra cumuli di rifiuti tossici, mentre altri prendono vita grazie ad un tweet.
Milano è di cartapesta, e quindi (per fortuna) lo sarà sicuramente anche l'Expo'...se non con la cartapesta come si farà a tirare su tutto l'ambaradan in tre anni, recuperando così tutto il tempo perduto fino ad ora ?
Milano è di cartapesta, e con essa tutte le sue problematiche più urgenti da affrontare e più a cuore ai cittadini, dal traffico alle infrastrutture di trasporto, dall'ambiente al degrado, dalla sicurezza al Seveso e al Lambro: tutte priorità che in queste settimane di campagna elettorale sono state calpestate, sopraffatte e spazzate via dai veri protagonisti del proscenio, ovvero da quei toni alti e da quei colpi bassi che si rifanno ad una partita nazionale, ma che non hanno nulla a che vedere col destino della città.
Per fortuna i milanesi non sono di cartapesta e non sono dei pupazzi, e Milano può sperare di tornare ad essere quantomeno realistica, e reale.
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