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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

domenica 3 aprile 2011

VIDEOSTORIE La claque

La cosa più triste della pagliacciata andata in scena ieri a Palazzo Grazioli non è tanto lo squallore della barzelletta sulla mela che sa di figa, e neanche l'ennesima riprova che il Cavaliere manca un attimino di classe e di rispetto per la carica che porta. La vera tristezza è la ruffianeria di quella marmaglia di sindaci campani pidiellini (a Roma per chiedere un intervento del premier che fermi gli abbattimenti delle case abusive nei loro comuni) pronti a profondersi in grasse risate ad ogni acuto e ogniqualvolta la lunga (e a dir la verità noiosissima) barzelletta sembrava giunta a conclusione. D'altronde erano lì per chiedere qualcosa a chi già aveva avuto la bontà di spendere il proprio nome per farli eleggere, e poi in ballo c'era il voto di quei poveri cittadini che si sono fatti la casa abusiva - fa niente poi che appena piove un po' più del normale quegli scempi edilizi causino morti e disastri.
Mi chiedo se ci sia qualche differenza fra questa claque istituzionale e quella retribuita a 20 euro più bibita e panino che ormai da diversi giorni staziona davanti al palazzo di giustizia di Milano.


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