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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

lunedì 4 aprile 2011

# Quando Dio si offese e affondò il Titanic

Roberto De Mattei, storico cattolico antievoluzionista nonché vicepresidente del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, lo scorso 16 marzo in una intervista a Radio Maria, (ascoltala qui) in merito al terremoto e allo tsunami che hanno colpito il Giappone ha affermato:

Dio talora si serve delle grandi catastrofi per raggiungere un fine alto della sua giustizia.

Le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi. Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali;[...] possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell’eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno.

Senza dubbio talvolta Iddio salva l'innocente operando un miracolo; ma Dio non è obbligato a moltiplicare i miracoli, o a rinunziare al piano della sua creazione per salvare la vita di un innocente

Ogni giorno vediamo fanciulli innocenti, uomini virtuosi che muoiono di morte naturale o violenta, perché meravigliarsi quando vediamo molti innocenti morire sotto le rovine di un terremoto?

Le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio.

Il terremoto è un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima perché Dio le ha voluto risparmiare un triste avvenire

La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo


Ovviamente, visto che il prof. De Mattei è vicepresidente del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, queste sue dichiarazioni decisamente poco scientifiche oltreché oltraggiose nei confronti del popolo giapponese hanno sollevato un vespaio di polemiche, con molte critiche piovutegli addosso dalla rete e dalla stampa, compresa la richiesta di dimissioni dalla sua importante carica nel CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche (con tanto di appello su facebook e petizione online), e con una presa di distanza ufficiale anche da parte del presidente del CNR Maiani.
Purtroppo la notizia, via friendfeed TokyoJapanNews è arrivata anche in Giappone, così:

(Italia- Dirigente del Consiglio Nazionale delle Ricerche afferma che lo tsunami in Giappone potrebbe essere un "castigo divino" e un "battesimo di sofferenza").


Ma De Mattei non ha solo detrattori: a prenderne repentinamente le difese ci hanno pensato alcuni esponenti del panorama ultra-cattolico italiano, come per esempio lo stesso direttore di RadioMaria Don Livio Fanzaga, che ha lanciato strali contro i "soliti laicisti", "cornuti" che hanno le mani marchiate col 666, il numero della bestia (leggi o ascolta per credere..), o come gli adepti di Riscossa Cristiana che hanno redatto una lettera di solidarietà a De Mattei con allegata petizione da sottoscrivere (al momento i sottoscrittori sono ben 166).
Anche il sito pontifex.roma.it si è dato molto da fare, e per difendere le tesi di De Mattei ha aggiunto sproloquio a sproloquio, arrivando, con la complicità dell'arcivescovo emerito di Potenza, anche a fare l'esempio dei castighi continui con cui Dio punisce gli ebrei, "che nell'antico testamento varie volte hanno respinto l'amicizia con Dio", e che non si smentiscono proprio mai, visto che oggi, in molti, "aderiscono alla massoneria la quale rinnega apertamente Dio".

Però ciò che in questa sede più interessa è che il sito Pontifex qualche giorno fa ha ripubblicato un pezzo dal titolo "Riflessioni su catastrofi e castighi", scritto da don Giuseppe Rottoli e pubblicato la prima volta sulla rivista Tradizione Cattolica n.60 all'indomani dello tsunami che colpì il sud est asiatico il 26 dicembre 2004. In questa lunghissima e dotta rassegna di casi si possono effettivamente ritrovare quelle prove decisive che sostengono i dogmi teologici alla base dell'orientamento del vicepresidente del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roberto De Mattei, e secondo cui le catastrofi naturali non sarebbero mai casuali ma risponderebbero sempre ad un preciso disegno del Signore, che così facendo ci punisce e ci purifica. Bontà sua.

Il pezzo del buon don si apre subito con una folgorazione, allorché dopo poche righe viene tirato in ballo il turismo sessuale che la fa da padrone in molti dei luoghi colpiti dal distruttivo maremoto del 2004, pratica ovviamente proibita dalla legge di Dio. Ueh! E pensare che la soluzione del caso "di chi diavolo è la colpa dello tsunami?" ce l'avevamo sotto il naso e nessuno c'aveva mai pensato. Comunque, dopo tal premessa comincia un lungo excursus storico che ovviamente prende il via dalla Bibbia ma che presto approda alla voce "fatti storici".
Il primo fatto storico citato dal Rottoli è un evento geologico che si racconta nel 1248 abbia portato morte e distruzione nella vallata di Chambery: un enorme pezzo di montagna si sarebbe staccato radendo al suolo la ridente cittadina di Saint'André e altri abitati vicini, causando migliaia di morti. Ebbene il punto è che Saint'André era dominata da un personaggio empio e perverso che viveva tra orge, banchetti e sacrilegi. E tanto bastò.
Si passa poi al 1778, anno della scomparsa di quell'eretico di Voltaire di cui Don Beppe ricorda le empie parole "Io sono stufo di sentire raccontare che bastarono dodici uomini per fondare la Chiesa cattolica! Voglio far vedere che ne basta uno solo per annientarla" e che, come sempre il don ci ricorda, morì di conseguenza "di una morte disperata e spaventosa" (??).

I tanti lutti che nel corso della prima metà del 1855 colpirono la famiglia reale dei Savoia non si spiegano che col contemporaneo progetto di legge Rattazzi per la soppressione delle corporazioni religiose che non svolgessero funzioni assistenziali o di insegnamento. Ma nonostante l'ecatombe reale perpetrata per mano divina la legge poi venne comunque approvata (che laico quel Piemonte del 1855!! ).

Don Giuseppe poi ci viene incontro, fugando finalmente i tanti dubbi sulla terribile eruzione del vulcano LaPelée in Martinica che rase al suolo la città di Saint Pierre e causò più di 30.000 vittime: più che la natura vulcanica dell'isola, a giustificare la catastrofe furono certamente le empietà commesse quell'anno sull'isola, come per esempio gli oltraggi ad un grosso crocifisso da parte di un gruppetto di isolani che l'avrebbero trascinato per una corda e poi gettato dall'alto di un monte. Allo stesso modo il terremoto e il maremoto che il 28 dicembre 1908 rasero al suolo il 90% di Messina uccidendo decine di migliaia di persone si spiegano più che con la nota alta sismicità dell'area attorno all'omonimo stretto, con gli affronti fatti al buon Dio nella città siciliana i giorni immediatamente precedenti l'evento, come per esempio una sacrilega parodia teatrale del mistero di Betlemme messa in scena la notte di Natale.

Ma dove si intuisce veramente la permalosità di Nostro Signore è in relazione al caso del Titanic, la gigantesca nave speronata da un iceberg la notte del 14 aprile 1912, e affondata portando con sé 1750 anime: ebbene pochi lo sanno ma durante la costruzione della nave alcuni operai birichini per prendersi gioco dei loro colleghi cattolici avevano riempito la carcassa della nave di bestemmie e scritte sacrileghe come "Nemmeno Dio mi può affondare", "Nè la terra nè il cielo possono inghiottirci", "No God, No Pope". Sebbene successivamente ricoperte dalla vernice, le scritte erano pur sempre là, sul groppo del Titanic, e, come ci riferisce il Rottoli, non è certo un caso se la crepa provocata dall'iceberg divise esattamente a metà la scritta "No God, No Pope".

E così arriviamo ai giorni nostri e allo tsunami del 26 dicembre 2004, a proposito del quale il don ci tiene a precisare come in Thailandia e Sri Lanka siano dati di fatto le persecuzioni contro i cristiani e soprattutto la diffusione dell'odioso turismo sessuale fatto di sfruttamento e violenze su bambine e bambini. A proposito di quest'ultimo aspetto scrive il reverendo:

"Occorre ricordare l’avvertimento di Nostro Signor Gesù Cristo contro questi peccati: “Chiunque scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in me sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e che fosse sommerso nel profondo del mare” (Mt 18, 6). Simili peccati gridano vendetta verso il Cielo. Dio ha certamente il diritto di punire nel modo che vuole le nazioni (purtroppo anche con degli innocenti) che lasciano maltrattare così i loro bambini".

Ora, a leggere queste ultime parole, scritte dal Rottoli nel 2005 (prima che venissero alla luce non pochi casi di preti pedofili coperti e insabbiati dalle gerarchie vaticane), c'è da aver paura, specie se si vive a Roma, ovvero a due passi dalla Città del Vaticano. Difatti non può non venire in mente l'altra grande scemenza che è circolata sul web nei giorni successivi al terremoto giapponese: sulla base di alcune presunte previsioni dell'astronomo e sismologo Raffaele Bendandi (scomparso nel 1979) tra l'11 e il 13 maggio prossimi un potente terremoto distruggerà Roma. Nonostante le smentite ufficiali da parte dell'osservatorio Bendandi e dell'associazione bendandiana, e nonostante sia abbastanza risaputo che non si può certo prevedere la data di un terremoto, sul web sta montando una certa psicosi, dovuta principalmente al fatto che pare che Bendandi avesse predetto con una certa precisione il terremoto di Senigallia del 1924 e quello del Friuli del 1976.
Alla luce dell'irascibilità del buon Signore e del numero di crimini perpetrati e insabbiati da ecclesiastici che vivono all'interno delle mura vaticane sorge un dubbio: e se Bendandi avesse ragione??
..Oppure certe caste sono esentate dal giudizio divino (e quindi da ogni giudizio visto che quello è l'unico che riconoscono) e dagli immani castighi che esse reputano adeguati per punire le malefatte degli altri?




Dettaglio da: Underwood & Underwood - "Il lungomare, un tempo bellissimo, dopo il terremoto. Si scava alla ricerca dei corpi. Messina, Sicilia, Italia". Stereofotografia. © 1908, numero di catalogo: 10.495.


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