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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

domenica 20 febbraio 2011

VERSUS Gli amici di Silvio (quelli buoni)

Dai 4000 cables partiti tra il 2002 ed il 2010 dall'ambasciata americana a Roma e finiti ora nelle mani di Wikileaks, e che Repubblica e Espresso stanno pubblicando, emergono molti dettagli sulla strategia molto pratica e concreta con cui gli statunitensi si relazionano con l'Italia di Berlusconi: nonostante i conflitti d'interesse e gli abusi di potere con cui il premier monopolizza la scena politica, nonostante la conseguente incapacità dei suoi governi nell'affrontare il declino del paese, nonostante le gaffes che hanno offeso ogni categoria umana e le figuracce nei consessi internazionali, nonostante la pericolosa e malvista amicizia con Putin, nonostante i processi che lo perseguitano e che già hanno portato a condanne di persone a lui vicine, e nonostante la sua reputazione disgraziatamente comica, la diplomazia statunitense si muove per assecondarlo sempre e comunque, nonostante tutto, al fine di ottenere importanti dividendi strategici presenti e futuri. Difatti la debolezza politica di Berlusconi, che si riflette anche nel poco prestigio internazionale di cui gode l'Italia in questo momento, secondo l'ex ambasciatore Usa a Roma Ronald Spogli si traduce nella sua incapacità a obiettare alcunché di fronte alle richieste dell'alleato più importante, e la cui considerazione può salvargli la faccia sia sul piano interno che su quello internazionale. Esattamente come accadde al G8 del luglio 2009 a L'Aquila, quando Obama si prestò al gioco del Cav., in camicia in giro tra le macerie del centro storico accompagnato dal suo "amico" italiano, nonostante agli americani fosse chiaro (e lo dimostra quanto l'ambasciata di Via Veneto poco prima aveva scritto alla Casa Bianca) che Berlusconi stesse usando il G8 spostato dalla Maddalena a L'Aquila esclusivamente per rinsaldare in patria la sua immagine di leader stimato sulla scena internazionale in un momento per lui già difficile (erano da poco scoppiate le grane Noemi e D'Addario).
Ma a fronte di un'accondiscendenza che si traduce in tali piccole "marchette" che aiutano la sopravvivenza politica del nostro Presidente del Consiglio, da parte dell'Italia e del governo italiano negli ultimi anni i ritorni per gli Stati Uniti sono stati notevoli: per esempio il contingente militare italiano in Afghanistan è stato cospicuamente rinforzato; l'Italia poi ha accettato senza riserve la richiesta americana di "ospitare" alcuni presunti terroristi in provenienza da Guantanamo, e ha garantito agli americani che la base aerea del Dal Molin a Vicenza ospiterà i bombardieri dell'United States African Command (Africom), le cui navi invece saranno di stanza a Napoli.
Insomma, l'amico alleato d'oltreoceano chiude un occhio, ma lo fa perché sa che ha il coltello dalla parte del manico e dalla controparte riceverà importanti dividendi strategici.


Venerdì scorso, al termine dell'incontro ufficiale tra vertici dello Stato italiano e dello Stato Vaticano, nell'ambito della cerimonia della ricorrenza della firma dei Patti Lateranensi, Berlusconi ai giornalisti si è lasciato scappare un entusiastico "è andata benissimo": d'altronde si è trattato del primo incontro ufficiale con le gerarchie ecclesiastiche dopo il ciclone degli scandali sessuali del Rubygate. Tanto entusiasmo poco dopo è stato ridimensionato da un imbarazzato presidente della Cei Cardinal Bagnasco, che invece ha parlato di "un incontro istituzionale, di prassi, nella norma dell’incontro e del rapporto tra le istituzioni"; niente di più: d'altronde Bagnasco non può più non tenere conto del disappunto di una crescente parte del mondo cattolico italiano verso i comportamenti privato-politici di Berlusconi. Ma se è vero che anche parte della stampa vaticana sembra ormai aver assunto posizioni molto critiche sul Presidente del Consiglio, è vero anche che il Vaticano non ha certo scaricato Berlusconi. Tutt'altro; e d'altronde nonostante tutto non avrebbe nessuna convenienza a farlo: il governo, il cui destino sembra ora più che mai legato all'esito delle vicende giudiziarie del premier, non può certo permettersi di perdere appeal presso il mondo cattolico, e difatti si è dimostrato fedelissimo difensore delle istanze della Chiesa in qualsiasi occasione possibile. Si prenda per esempio la scuola: la scure Tremonti-Gelmini si è abbattuta su ogni categoria del personale delle strutture scolastiche. Tagliati gli insegnanti di ruolo, tagliati i supplenti, tagliato il personale amministrativo e ausiliario, l'unica categoria che inspiegabilmente ha visto ingrossare le proprie fila è stata quella dei professori di religione, aumentati nell'ultimo anno ben del 14%, secondo gli stessi dati della Cei. Fenomeno veramente controcorrente, se si pensa che ogni anno, seppur di poco, gli studenti presenti in classe durante l'ora di religione continuano a calare costantemente - nell'ultimo anno il calo è stato di quasi il 2%. Categoria fortunata quella dei prof di religione, che, nel vortice dei fendenti tremontiani che niente e nessuno hanno risparmiato, un anno fa vedevano appesantirsi anche la propria busta paga. E che dire delle scuole private? Con la legge di bilancio approvata lo scorso autunno il governo ha tagliato i fondi alle scuole pubbliche, agli istituti di ricerca pubblici, alle borse di studio, alle università. Voleva anche tagliare del 47% i fondi per le scuole paritarie: apriti cielo, le proteste si sono levate anche dal mondo cattolico, e devono essere state particolarmente efficaci, visto che queste sì che sono state ascoltate, mica come quelle di tutto il resto del mondo dell'istruzione. Con un sagace maxi-emendamento notturno, il 12 novembre il governo infatti restituiva alle scuole private (in maggioranza cattoliche) 245 dei 253 milioni che si era permesso di pensare di tagliare.
Ma è soprattutto sulla cosiddetta agenda etica che Berlusconi fa affidamento per riguadagnare l'accondiscendenza d'oltretevere al suo governo e alla sua persona, nonostante sia ormai evidente al mondo intero, Vaticano incluso, che il premier italiano in privato fa carta straccia della morale cattolica, seppure in pubblico si erga a suo paladino: diverse fonti (compreso L'Avvenire) raccontano che l'incontro ufficiale di venerdì scorso è stato preceduto da un più riservato faccia a faccia tra Berlusconi e Tarcisio Bertone, che avrebbe chiesto precise (ulteriori) garanzie su fondi alle scuole cattoliche, sulle adozioni ai single (oggetto di una recente sentenza favorevole della Cassazione), sul crocifisso nelle aule, e soprattutto sul tema più attuale, ovvero sulla legge sul testamento biologico. Proprio in questi giorni difatti è in discussione alla Camera il progetto di legge sul biotestamento (Ddl Calabrò), il cui testo così com'è in sostanza azzera il valore delle dichiarazioni e del consenso del malato, la cui volontà quindi, specie in merito ad alimentazione ed idratazione forzata, per legge non conterebbe nulla. I neolibertini e paladini della libertà quindi, noncuranti di sondaggi che danno al 77% la quota di italiani a favore del diritto a scegliere e decidere liberamente sul proprio fine vita, si apprestano ad approvare una legge indegna di uno stato laico e democratico, barattando sulla pelle della maggioranza degli italiani l'assoluzione dei peccati di Arcore con una legge illiberale e antidemocratica che piace soprattutto all'alleato benedetto. Questo sì che è una prima concreta conseguenza del Rubygate, altro che 6 aprile..
Insomma, l'amico alleato d'oltretevere chiude un occhio, ma lo fa perché sa che ha il coltello dalla parte del manico e dalla controparte riceverà importanti dividendi strategici.




1 commento:

  1. In merito alla sudditanza di B. verso gli USA trovo da dire che dalle altre parti non si respira aria migliore. Il Padrone è il Padrone e non si discute. Mi chiedo quale indipendenza possa avere la Nazione Laica, cresciuta al suono di casalinghe disperate, Nirvana, Camel e rock&roll, quei tanti giovani anti B. che quando sentono una canzone italiana storcono il naso, perché non ha il suono colonial-familiare dell'inglese. Per loro la sudditanza non è nemmeno come nel caso di B. una sudditanza di ordine politico bensì immanente, stante. Loro non c'è nemmeno bisogno che Hillary faccia una chiamata, perché si sono già mossi anticipando i suoi voleri, nel timore che sennò si incazza. E infatti, tutto ciò che viene spacciato come "laico", vedi testamento biologico, diritto di famiglia pro-gay/pro-single, anticlericalismo artatamente costruito e rafforzatosi intorno a una vulgata pedofila le cui fila trovano origine proprio nelle chiese progressiste d'oltre oceano e nel sionismo, tutto ciò che l'opposizione di B. impugna come segno di civiltà ben visto, è ovvio, all'estero (che poi quando si parla di altri paesi si parla sempre degli stessi) altro non è che l'espressione di un sentire etico anglosassone, che si vuole colonialmente universalizzare.

    Mi domando come possa un soggetto dirsi democratico, quando nei suoi temi cita una sentenza sulle adozioni da parte di single, trascurando il piccolo dettaglio che il diritto di famiglia e la conseguente fine di fatto della famiglia naturale, non è un tema che possono decidere un manipolo di giudici, casomai, un governo che ha fiducia nel Parlamento e che quindi non è lì per diritto di usurpazione bensì per diritto di rappresentanza.
    Trovo poi molto più sensato aspettare ventiquattro ore prima di parlare della Libia da parte di un capo di governo confinante, rispetto alla frettolosità creativa e pericolosa con cui Bersani e i sedicenti democratici danno subito appoggio ai moti di rivolta, già sdoganati come spontanei e ispirati ai valori della democrazia (anglosassone) e della società civile (sempre anglosassone). Mi viene da chiedermi come possa un popolo sedicente democratico accusare B. di sudditanza quando il loro stesso scandalo per il sesso di un adulto con un adulto minorenne altro non è che uno scandalo-specchio di ciò che hanno deciso oltre oceano.
    L'importante è fare una bella manifestazione pro-donna, come ha insegnato il National Women Organization, indovina il paese ...

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