Come tutti sanno Berlusconi e il suo fido Frattini hanno messo l'Italia al centro di molte polemiche per l'ambiguità e il ritardo con cui hanno condannato l'estremamente violenta repressione con cui Gheddafi sta cercando di sedare la sollevazione contro di lui, e per cui il raìs potrebbe essere accusato di crimini contro l'umanità di fronte alla Corte Penale Internazionale.
Premier e Ministro degli Esteri sono andati ben oltre la dovuta "diplomazia" che un paese come il nostro, così legato alla Libia sia economicamente che strategicamente (dall'energia all'immigrazione), può tenere nei confronti di quello che è prima di tutto un regime antidemocratico e dittatoriale, ora in difficoltà e perciò all'apice della sua espressione violenta e repressiva. Le critiche non sono arrivate solo dall'interno ma anche dalle altre diplomazie europee e dalla stampa d'oltreoceano (New York Times in testa).
Ma per fortuna ci ha pensato il diretto interessato a dare una mano al nostro paese e a rimetterlo dalla giusta parte: nel cupo e farneticante discorso di oggi pomeriggio Gheddafi ha accusato Italia e Stati Uniti di aver armato i ribelli di Bengasi, fornendo loro i razzi rpg: quindi secondo il raìs l'Italia, insieme agli U.S.A si sarebbe adoperata per aizzare e organizzare la protesta contro di lui, nel tentativo di sbarazzarsi una volta per tutte del suo regime.
A pensarci bene, piuttosto che un'accusa da ingrato, questa cosa dei missili in realtà non è che un assist insperato che ci salva la faccia, e che scaccia le ombre e le cattive luci che si stavano addensando sull'Italia per colpa dei tentennamenti dei nostri rappresentanti.
(Tant'è che Frattini non solo ci ha messo ben tre ore per rilasciare una dichiarazione in merito, ma si è limitato a parlare di falsità solo nel caso "fossero confermate le parole di Gheddafi", parole che in realtà tutti hanno sentito pronunciare dal dittatore libico, tranne il nostro ministro evidentemente).
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