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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

martedì 15 febbraio 2011

VERSUS Disordine pubblico

(Piazza del popolo 13 febbraio 2011, donne e uomini in piazza per la manifestazione organizzata dal comitato "Se non ora quando?")


(Piazza San Giovanni, 20 marzo 2010: il Popolo delle Libertà in piazza per rivendicare che "L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio" - La foto riprende la piazza verso le 17:00, poco prima che Berlusconi salisse sul palco)


Ci deve essere una differenza qualitativa sostanziale tra chi manifestava l'altro ieri in Piazza del Popolo e chi manifestò in Piazza San Giovanni lo scorso 20 marzo. Difatti il Comune di Roma per i primi non è riuscito a garantire che qualche sparuto presidio di vigili urbani, i quali, malorganizzati, impreparati e quindi sopraffatti, non sono minimamente riusciti a gestire la mobilità cittadina messa a dura prova dall'enorme afflusso di persone verso Piazza del Popolo: i varchi Ztl sono rimasti aperti, non si è vista una transenna, le strade limitrofe e le stesse vie che sfociano sulla piazza sono rimaste aperte alla circolazione come se nulla fosse, con i conseguenti gravi disagi per molti automobilisti rimasti intrappolati per ore; e insufficienti, se non inesistenti, sono state anche le misure di sicurezza per la gestione dell' ordine pubblico, notoriamente a rischio ogni qual volta un grosso assembramento umano è abbandonato a se stesso. Chi l'altro giorno era a Piazza del Popolo o nei dintorni sa di cosa si sta parlando.
Il tutto è emblematicamente simboleggiato dalla scena (che si intravede pure nella foto qua sopra) del bus turistico a due piani di colore giallo intrappolato tra la folla presso l'imboccatura di via di Ripetta, quando in realtà neanche si sarebbe dovuto avvicinare all'area dove stavano confluendo decine di migliaia di persone.
Insomma anche domenica si è avuta la sensazione di una città abbandonata per l'ennesima volta a se stessa, tanto che ora al centro delle polemiche non c'è solo la gestione della mobilità da parte della polizia municipale romana ma la più generale gestione dell'ordine pubblico da parte dello stesso Comune di Roma, reo di non essere stato in grado, in vista di una manifestazione che da giorni si preannunciava come imponente, di predisporre un decente, minimo, piano di mobilità che prevedesse la chiusura delle strade interessate e l'apertura di percorsi alternativi non solo per il traffico privato ma anche e soprattutto per i mezzi di soccorso. Per cui oggi è stata presentata da parte di Pd e Idv un'interrogazione parlamentare rivolta al Ministro degli Interni Maroni in cui si sottolinea l'insufficiente capacità organizzativa del Comune e si sollecita l'adozione di un nuovo protocollo di intesa sui cortei fra la questura e il Comune di Roma.

Tuttavia la giunta Alemanno, in occasione della manifestazione altrettanto legittima e perlomeno altrettanto faziosa del Pdl dello scorso marzo, se la cavò diversamente, visto che ebbe ben più di un occhio di riguardo per i manifestanti (in realtà più comparse che militanti, un po' come l'altro ieri a Milano di fronte al Palazzo di giustizia, dove sono stati avvistati volti noti di "Uomini e Donne") mettendo in campo un'organizzazione degna dei più grandi eventi di massa: mezzo centro di Roma quel giorno era pedonalizzato, a Piazza San Giovanni finanche i bagni chimici sembravano essere in misura eccedente ai manifestanti, e soprattutto alcune stazioni delle Linee A e B della metropolitana avevano i tornelli aperti, naturalmente esclusivamente per esigenze di ordine pubblico, come ebbe a dichiarare l'ormai ex assessore alla mobilità capitolina Sergio Marchi (poco importa poi che per quei tornelli aperti a sborsare non fosse stato il Comune ma direttamente il Pdl: non è degno di uno stato democratico che la mobilità cittadina, l'ordine pubblico e la sicurezza dei manifestanti siano garantiti soltanto quando chi organizza la manifestazione ci può mettere dei soldi).

E pensare che a guardare le due foto qua sopra si direbbe invece che le esigenze di ordine pubblico fossero ben più pressanti a Piazza del Popolo... Ma forse qualche autorità l'altro ieri aveva piuttosto l'esigenza, o quantomeno il desiderio, di un po' di disordine pubblico. Si chiama invidia. O disperazione (politica).



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