Quando la bella stagione lascia il passo ai mesi più freddi, ti hanno insegnato che ci dovrebbe essere quel lasso di tempo che si chiama autunno, di cui però in questi tempi di clima impazzito ormai ti sfugge la percezione, strattonato com'è un po' dall'estate che non vuole andare via, un po' dall'inverno che ha fretta di imporre il suo dominio.
In questo clima da "non esistono più le mezze stagioni", in cui lo scontro ravvicinato tra caldo e freddo provoca innumerevoli complicazioni e drammi ben più gravi che per forza di cose distolgono la tua attenzione, succede pure che pian piano, complice anche la "vita moderna", spariscono tutte quelle suggestioni autunnali con cui sei cresciuto, e con cui hai imparato a consolarti quando l'estate è ormai alle spalle: l'aria che soltanto perché è un po' più fresca ti sembra profumata e più soddisfacente da respirare; i colori accesi degli alberi che si svestono dei loro abiti apparentemente più rigogliosi; il ritrovato piacere nel mettere mani e piedi al calduccio; sapori di cui ti eri dimenticato (tè caldo) o che al contrario non ti sorprendono più perché ormai destagionalizzati (mandarini); il rinnovato interesse per il tepore e l'intimità che ti sanno garantire i posti al chiuso, di fronte al freddo che avanza e al buio che dimezza i pomeriggi, ma che perlomeno ti restituisce il fascino sfuggente dei lampioni.
Per fortuna, come sempre in questi casi, c'è la musica che viene a soccorrerti con la sua straordinaria capacità evocativa. Ad esempio, e non certo solo per il titolo, per riassaporare qualche sprazzo di atmosfera autunnale può bastare ascoltare un brano storico, originariamente francese, interpretato negli anni da molti grandi artisti, e che qui di seguito viene riproposto in due tra le sue migliori esecuzioni. L'"Autumn Leaves" strumentale eseguita magistralmente da Julian Edwin "Cannonball" Adderley con la partecipazione tra gli altri di Miles Davis, e la versione cantata da Nat King Cole.
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