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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

lunedì 22 novembre 2010

GIOCHIdiPAROLE Se ci possiamo "perplimere" è grazie a Rokko Smithersons

A giocar con le parole a volte si ottengono risultati stupefacenti. Come testimonia un caso eclatante relativo a Corrado Guzzanti, uno dei migliori - se non il migliore - autore satirico e comico televisivo dei nostri tempi, e per questo ovviamente esiliato a vita dalle tv, esilio che peraltro molto probabilmente verrà ampiamente rinnovato dopo la grandiosa e irriverente apparizione di stasera a Vieni via con Me (vedila qui).
Guzzanti nel dare vita ai suoi personaggi e alle sue caricature è ricorso spesso alla storpiatura creativa delle parole (il lessico romano-creativo di Lorenzo, Quelo, gli "'mbuti", di Vulvia, il presentatore del caso Scafroglia che ognivolta chiamava il prete in modo diverso con improbabili cognomi....).
Il suo primo personaggio (interpretato sin dal 1990 in "Scusate l'interruzione" ), ovvero Rokko Smithersons, l'autore di film "de paura" nonché strampalato critico cinematografico, era particolarmente avvezzo a inventare e a piegare parole a proprio uso e consumo. Tra le sue numerose "invenzioni" anche la coniugazione nei vari tempi e modi di un verbo che fino a quel momento non esisteva, ovvero quello che corrisponderebbe al participio passato "perplesso", participio passato di un verbo che per Smithersons all'infinito faceva "perplimersi". Tanto Rokko abusò delle forme verbali che aveva inventato che, complice il successo del personaggio e dei programmi televisivi in cui apparve, pian piano quel "perplimersi" ha cominciato ad insinuarsi nella testa degli italiani; a chi non è capitato di sentirsi rivolgere con tono di sfida da parte di un amico la domanda : sai qual'è l'infinito di perplesso? E quello tutto tronfio di fronte alla tua presunta ignoranza ti veniva a spiegare che deriva da "perplimere", un verbo magari desueto ma esistente. Esistente sì, ma grazie a Guzzanti che lo inventò di sana pianta. A certificare lo straordinario caso di neologismo di origine satiro-televisiva ci ha pensato direttamente l'Accademia della Crusca:

[...]L’impiego del verbo perplimere è dovuto alla prosa creativa del comico Corrado Guzzanti[...] Molte furono le parole inventate da Rokko Smitherson, un personaggio che basava la sua comicità satirica proprio sui giochi di parole e su neoconiazioni allusive (sospensionismo, su astensionismo; antiproibizionale, su antiproibizionista; sopravvolare, su sorvolare)[...] Fra le molte innovazioni linguistiche perplimere attecchì più facilmente nella lingua comune a causa della sua perfetta adeguatezza morfologica, che tra l’altro colma anche una lacuna lessicale della nostra lingua[...]sulla scia della trasmissione la parola ebbe una notevole e crescente fortuna, seppure in contesti informali e per lo più in accezione ironica; e, del resto, nonostante l’origine peculiare, perplimere ha resistito a lungo nella nostra lingua, tanto che recentemente se ne è persa anche la sfumatura ironica [...].

Rokko Smithersons e la Dandini che si perplime (da Avanzi, 1992)

E così grazie a Corrado Guzzanti, in questi tempi in cui la politica italiana sembra non avere vergogna più di nulla, gli italiani oltre a dirsi perplessi possono anche perplimersi sempre più, avvalendosi così di un'espressione che non spiega soltanto un sentimento già acquisito, quanto piuttosto uno stato d'animo in perenne evoluzione, rendendo più adatto alle contingenze un concetto che al massimo continuerebbe ad avere il solo difetto di poter apparire eufemistico.

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