[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)
Ce lo aspettavamo che Draquila, il film di Sabina Guzzanti sul malaffare e gli scandali del dopo-terremoto de L'Aquila, potesse con la sua partecipazione al Festival di Cannes infastidire governo e maggioranza. Ce lo avevano fatto capire i vari Bertolaso, Brambilla, e lo stesso Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, che, ingenuo come sempre, aveva protestato contro Draquila con parole dure e disertando il festival. Arrivando a far sbottare Frémaux, il direttore della kermesse di Cannes che in sala dopo la proiezione del discusso film aveva detto: «Troviamo inconcepibile questo atteggiamento verso la libertà di espressione mentre è importante che tutti i paesi la difendano». Meno scontato che "noie" potessero arrivare anche da altrove. Elio Germano ha vinto ex-aequo con Javier Bardem la palma d'oro come migior attore protagonista, e al momento della premiazione ha dedicato il premio «all’Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere il Paese migliore nonostante la loro classe dirigente». Detto fatto, e la classe dirigente eccola là a profondersi nel non fare altro che dargli ragione.
Il sottosegretario di Bondi, Francesco Giro, prima da a Germano del moralista, poi invece di complimentarsi e di compiacersi per la bella "prestazione" del cinema italiano a Cannes rinfaccia al giovane attore romano "i meccanismi ancora troppo vischiosi e non sempre trasparenti e meritocratici con il quale il cinema è stato finanziato". Infine, e questo è l'aspetto più interessante, Giro commentando la dedica di Germano parla di una "presunta contrapposizione fra italiani e classe dirigente come se i primi non scegliessero con il loro voto la seconda".
..Ora chi glie lo spiega a Giro che lui insieme a tutti i suoi colleghi deputati e senatori non sono stati affatto scelti dagli italiani, ma nominati dai loro partiti, visto che l'attuale legge elettorale che non contempla le preferenze attribuisce ai cittadini il solo potere di stabilire le quote con cui i partiti si spartiranno le poltrone??
E poi c'è il Tg1, ma qui siamo alla FARSA.. per uno di quei soliti casi disgraziati che capitano alla redazione del Tg1 (come il disguido per cui la "prescrizione" di Mills divenne "assoluzione") al tg di domenica sera salta l'audio proprio mente si mandano in onda le immagini della dedica di Germano. Con tanto di minimizzazione prima di Mollica, e poi del conduttore del Tg che dopo un altro servizio e in fretta legge il testo dell'audio saltato. Una Minzolinata doc.
Nessun commento:
Posta un commento