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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

martedì 18 maggio 2010

MUSICLIBRARY 3 Decades

La mattina del 18 maggio 1980, poche ore prima della partenza per una tourneé negli Stati Uniti, Ian Curtis, il giovane leader dei Joy Division, si tolse la vita impiccandosi alla rastrelliera della cucina della sua casa a Macclesfield, non lontano da Manchester. Due mesi dopo sarebbe uscito il secondo disco della band, Closer, la cui copertina sarebbe stata un'immagine di un monumento funebre del cimitero di Staglieno di Genova. Così era stato deciso ben prima del suicidio di Ian.
Egli aveva solo 23 anni, ma con quel suo gesto mise fine ad un'esistenza densa e turbolenta, sofferente, insofferente e cupa, scandita dall'inesorabile aggravarsi della grave forma di epilessia da cui era affetto. Incontrollabile il suo corpo, raggiunta la fama perse il controllo anche della sua vita: si era sposato con Deborah a 19 anni, e da lei aveva avuto una figlia; ma l'incontro con una giovane ed avvenente giornalista belga distrusse prima la sua neonata famiglia, poi dilaniò lo stesso Ian, schiacciandolo sotto il peso dei dolorosi sensi di colpa. E portandolo all'estremo gesto.
La musica dei Joy Division non potè che riflettere la drammaticità della breve parabola esistenziale di Ian Curtis, un ragazzo diverso dagli altri, per sensibilità, cultura, introspezione, per le sue crisi epilettiche, cresciuto tra l'amore per la letteratura inglese romantica e la passione per personaggi eccentrici come Bowie, Iggy Pop, Jim Morrison. I testi delle canzoni sono caratterizzati da un'alienante oscurità, perfettamente amalgamata con un sound asciutto e imponente al tempo stesso, a volte ipnotico, estremamente e volutamente ripetitivo in cui i versi di Ian affogano e riecheggiano. Quasi come se l'obiettivo fosse quello di abbattere con batteria, basso e chitarra le difese psichiche dell'individuo, per poi permettere alla voce di Ian di colpirlo nel profondo.
Unknown Pleasures e Closer: con due soli album i Joy Division hanno lasciato alla storia del rock inglese un'eredità ingombrante, capace di influenzare più di una generazione di bands d'oltre Manica (dai Cure agli U2 fino a molti gruppi dell'attuale scena indie, Interpol ed Editors in testa), e entrando di prepotenza nell'olimpo musicale della prolifica Manchester, conquistandosi un posto di assoluto primo piano tra gli Smiths, gli Happy Mondays, gli Stone Roses, gli Oasis.
Non esiste un brano più rappresentativo degli altri: più che per altre bands, ed anche per la esigua discografia, ogni pezzo dei Joy Division è imprescindibile per comprendere appieno la filosofia di Ian e la musica di Bernard Sumner, Peter Hook, Stephem Morris (che poi diedero vita ai New Order).
Però può essere interessante accostare la prima canzone del primo album e l'ultima del secondo, Closer, vero e proprio testamento spirituale di Ian Curtis, e specchio delle sue ormai insanabili sofferenze.


Disorder (da Unknown Pleasures, 1979)



Decades (da Closer, 1980)

Guarda il bel film Control sull'ascesa e l'implosione della stella Ian Curtis, interpretato da un efficacissimo Sam Raily: Control - parte 1 Control - parte 2

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