.

[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

venerdì 19 marzo 2010

MUSICLIBRARY Charles Manson è padre

(Matthew Roberts oggi e Charles Manson 40 anni fa)
Matthew Roberts, 42 anni fra tre giorni, fa il dj e vive a Los Angeles. Matthew Roberts è cresciuto nell'Illinois, ed è stato tirato su da genitori adottivi. All'età di 29 anni ha deciso di cominciare ad indagare per scoprire chi fossero i suoi genitori naturali. In breve tempo è riuscito a risalire alla sua vera madre, Terry, che però inizialmente si è mostrata reticente a confidare a Matthew il suo vero cognome e quindi l'identità del suo vero padre. Di fronte alle insistenti lettere del figlio però Terry ha ceduto presto, e ha rivelato tutto a Matthew : il suo padre biologico è Charles Manson, una delle menti criminali più abominevoli di tutto il secolo scorso. Tuttora in vita (75 anni), Manson sta scontando l'ergastolo per essere stato il mandante degli efferati omicidi che sconvolsero l'estate californiana del 1969. Tra questi l'orrenda carneficina di cui restarono vittime, a Cielo Drive, Los Angeles, l'allora moglie del regista Roman Polanski, la bellissima Sharon Tate (incinta di 8 mesi), e quattro amici della coppia. Il regista era in Europa per impegni di lavoro, e per questo si salvò. Magra consolazione, considerato ciò cui sopravvisse.
Dopo aver passato diversi anni in galera per reati minori (in cui condivise la cella con un detenuto che lo iniziò alla chitarra e ai Beatles, da cui divenne ben presto ossessionato), Charles Manson tornò libero nel 1967, e si trovò a San Francisco in piena rivoluzione hippy. In carcere aveva deciso che sarebbe diventato un musicista rock, e nonostante il suo semianalfabetismo e la sua aria nient'affatto rassicurante, grazie alla chitarra e al fascino che emanava la sua folle persona, riuscì presto a farsi dei seguaci, la c.d. “Manson Family”, ovvero qualche decina di ragazzi e ragazze di strada, una via di mezzo tra una gang di piccoli criminali ed una setta religiosa, imbevuta di tanto razzismo, droghe psichedeliche e sesso libero. Manson si atteggiava a loro messia, predicando un'imminente apocalisse negli Stati Uniti, e il suo ruolo di salvatore, così come (secondo lui) era anche implicitamente cantato nel White Album dei Beatles. Stregati da un tale squilibrato mentale, e sotto l'effetto degli stupefacenti, furono alcuni membri della Family ad eseguire i macabri delitti voluti da Manson.
E' tristemente nota la scia di sangue che la folle violenza predicata da Charles Manson lasciò nella villa dei coniugi Polanski di Cielo Drive: furono ritrovati 5 corpi martoriati da pallottole e coltellate, e col loro sangue fu scritto “Pig” su una porta della casa, ed “Helter Skelter” su uno specchio (se proprio credi ne valga la pena, puoi vedere qui le foto raccapriccianti della scena di questo e degli altri delitti targati Manson). Le parole sono il titolo di una famosa canzone dei Beatles (letteralmente il titolo si riferisce ai lunghi scivoli a spirale dei parchi divertimento), che secondo Manson nascondeva messaggi apocalittici sullo scontro di razza che avrebbe portato allo steriminio dei bianchi da parte dei neri, che però, dopo aver fallito nel governare gli Stati Uniti, sarebbero stati definitivamente dominati dai pochi bianchi rimasti - ovvero Manson e i suoi seguaci - che nel frattempo si sarebbero rifugiati in una città sotterranea. Non c'è neanche bisogno di dire che i Fab-four in realtà non pensarono mai di scrivere testi del genere.
Il povero Matthew Roberts lo scorso novembre ha raccontato al tabloid britannico TheSun la triste storia di come è riuscito a scoprire chi fosse suo padre, e come fu concepito: Manson stuprò Terry nel corso di un'orgia a base di droghe. Non molto edificante. Matthew ha comunque intrapreso una relazione epistolare col padre, ma le lettere di quest'ultimo sono tutte intrise di frasi sconnesse e farneticanti, e sempre firmate con una svastica (che tra l'altro il vecchio Manson ha tatuata sulla fronte). Il dj, che si definisce pacifista, vegetariano, e il cui mito personale è Ghandi, voleva conoscere la vera identità di suo padre per capire meglio chi fosse. Ma forse a volte è meglio non sapere: scoprire che suo padre è una delle menti criminali più folli degli ultimi cento anni lo ha fatto sprofondare in una cronica depressione. Però Matthew di recente ha affermato che anche se non può certo amare il suo vero padre, non riesce comunque ad odiarlo.
Fa riflettere come oltre alla somiglianza dei tratti somatici (e alla musica) padre e figlio non abbiano nient'altro in comune e anzi siano esattamente gli opposti: a riprova che non c'è nulla di genetico nelle menti criminali, molto condizionate invece dai contesti in cui sono maturate e dalle esperienze personali vissute (per esempio Manson, figlio di una prostituta e di padre ignoto - da cui il cognome - non ebbe mai una vita facile o quantomeno normale).
Quello che molti non sanno è che a scatenare la follia omicida di Manson molto probabilmente fu il fallimento della sua nascente carriera musicale, che portò avanti con i seguaci della Family parallelamente alle altre attività illegali, quando non folli e criminali, con cui si sostentavano e con cui mettevano in atto il loro credo. Nel 1968 riuscì a conoscere Dennis Wilson, batterista e membro fondatore dei Beach Boys, e a farsi produrre da lui l'incisione di alcuni pezzi. Ma nella prima parte del 1969 arrivarono le docce fredde che forse furono le gocce che fecero traboccare la follia psicopatica di Manson: prima uscì l'album 20/20 dei Beach Boys, che includeva “Never Learn Not To Love”, un pezzo scritto da Charles Manson, ma di cui la band dei fratelli Wilson aveva riscritto titolo, testo e parti della melodia, mantenendo tuttavia l'impianto originario, senza però mai citare il vero autore nei credits dell'album; poi il produttore musicale Terry Melcher snobbò Manson non presentandosi come promesso ad un appuntamento in cui avrebbe dovuto ascoltare il disco da lui inciso con i suoi adepti. C'è chi crede che furono queste cocenti delusioni a dare il là definitivo alla follia sanguinaria di Manson: gli omicidi non sarebbero stati che un folle pretesto per attirare quell'attenzione dei media e dell'opinione pubblica che non era riuscito ad avere con la musica. (Foto da TheSun.co.uk)
Ecco qui il brano scritto da Charles Manson e poi reinterpretato dai Beach Boys:

Charles Manson - "Cease To Exist"



Beach Boys - "Never Learn Not To Love"

Nessun commento:

Posta un commento