In fondo a pensarci un attimo si capisce facilmente che si tratta di un tandem veramente ben assortito.
Il primo da tempo si adopera a svuotare di significato il potere legislativo, depauperando il parlamento delle sue funzioni, abusando di decreti e fiducie e mantenendo una legge elettorale antidemocratica che produce un parlamento di nominati, di soldatini pronti al voto a comando; si adopera a delegittimare ogni giorno agli occhi degli italiani il capo dello Stato e la giustizia a tutti i suoi livelli; si adopera ad allontanare i cittadini dalla partecipazione alla vita democratica assuefacendoli alla sua leadership e riducendo il confronto politico ad un perenne referendum sul gradimento sulla sua persona e sul suo operato; si adopera ad annacquare e neutralizzare ogni contropeso messo lì dalla Costituzione a garanzia dell'equilibrio tra poteri e a garanzia del pluralismo (informazione, servizio pubblico, autorità indipendenti).
Una volta che il ruolo e il senso delle istituzioni nazionali sono rase al suolo, arriva bel bello Bossi, che ovviamente in tale contesto acquista sempre più forza e potere contrattuale, e che cavalcando il vuoto che avanza della vita democratica nazionale, e il crescente disorientamento e senso di frustrazione e di abbandono dei cittadini, può edificare la sua costruzione federalista sulle macerie della Repubblica italiana che fu. Il federalismo, purché equilibrato e ben attuato, di per sé non è una iattura. Ma lo è se ci si arriva perché è affondata l'Italia.
Il primo da tempo si adopera a svuotare di significato il potere legislativo, depauperando il parlamento delle sue funzioni, abusando di decreti e fiducie e mantenendo una legge elettorale antidemocratica che produce un parlamento di nominati, di soldatini pronti al voto a comando; si adopera a delegittimare ogni giorno agli occhi degli italiani il capo dello Stato e la giustizia a tutti i suoi livelli; si adopera ad allontanare i cittadini dalla partecipazione alla vita democratica assuefacendoli alla sua leadership e riducendo il confronto politico ad un perenne referendum sul gradimento sulla sua persona e sul suo operato; si adopera ad annacquare e neutralizzare ogni contropeso messo lì dalla Costituzione a garanzia dell'equilibrio tra poteri e a garanzia del pluralismo (informazione, servizio pubblico, autorità indipendenti).
Una volta che il ruolo e il senso delle istituzioni nazionali sono rase al suolo, arriva bel bello Bossi, che ovviamente in tale contesto acquista sempre più forza e potere contrattuale, e che cavalcando il vuoto che avanza della vita democratica nazionale, e il crescente disorientamento e senso di frustrazione e di abbandono dei cittadini, può edificare la sua costruzione federalista sulle macerie della Repubblica italiana che fu. Il federalismo, purché equilibrato e ben attuato, di per sé non è una iattura. Ma lo è se ci si arriva perché è affondata l'Italia.
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