1) Centrosinistra: Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Basilicata, Puglia
Centrodestra: Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania, Calabria
2) Il centrodestra ha stravinto perché non sfugge il peso delle nuove regioni in cui si appresta a governare (Piemonte, Lazio, Campania e Calabria); ha stravinto perché è al governo, ed elezioni di medio-termine penalizzano sempre le coalizioni di governo, soprattutto in tempi di crisi, come per esempio è recentemente successo in Francia; ha stravinto perché dopo il caos liste ed il decreto “interpretativo” ha sostanzialmente limitato i danni che si temevano in termini di consenso.
3) Per quanto possano valere i dati aggregati relativi a 13 regioni su 20, a livello nazionale nessuno dei due principali partiti ha ottenuto risultati particolarmente positivi: il Pdl registra un calo sul piano complessivo dei voti ottenuti, attestandosi al 26,6%. Il Pd è immobile: praticamente conferma lo stesso risultato delle europee: 26%. Il temuto astensionismo c'è stato ma non ha penalizzato solo il centrodestra. A penalizzare entrambi i poli poi anche un altro elemento di novità, ovvero la grande dispersione verso liste minori: ben il 13% dei voti a livello nazionale sono andate ad “Altri” partiti, senza contare l'1,7% del Movimento cinque stelle di Grillo. Per via di questo exploit delle piccole liste non è facile leggere, come in consultazioni precedenti, una fuoriuscita di voti da Pd e Pdl verso i “falchi” delle due coalizioni, Idv (che non sfonda, il dato nazionale lo da al 7%, alle europee aveva l'8%), e la Lega che cresce (+2,5 il dato complessivo), ma senza sorpassi, eccezion fatta per il Veneto dove si rafforza e si conferma primo partito.
Centrodestra: Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania, Calabria
2) Il centrodestra ha stravinto perché non sfugge il peso delle nuove regioni in cui si appresta a governare (Piemonte, Lazio, Campania e Calabria); ha stravinto perché è al governo, ed elezioni di medio-termine penalizzano sempre le coalizioni di governo, soprattutto in tempi di crisi, come per esempio è recentemente successo in Francia; ha stravinto perché dopo il caos liste ed il decreto “interpretativo” ha sostanzialmente limitato i danni che si temevano in termini di consenso.
3) Per quanto possano valere i dati aggregati relativi a 13 regioni su 20, a livello nazionale nessuno dei due principali partiti ha ottenuto risultati particolarmente positivi: il Pdl registra un calo sul piano complessivo dei voti ottenuti, attestandosi al 26,6%. Il Pd è immobile: praticamente conferma lo stesso risultato delle europee: 26%. Il temuto astensionismo c'è stato ma non ha penalizzato solo il centrodestra. A penalizzare entrambi i poli poi anche un altro elemento di novità, ovvero la grande dispersione verso liste minori: ben il 13% dei voti a livello nazionale sono andate ad “Altri” partiti, senza contare l'1,7% del Movimento cinque stelle di Grillo. Per via di questo exploit delle piccole liste non è facile leggere, come in consultazioni precedenti, una fuoriuscita di voti da Pd e Pdl verso i “falchi” delle due coalizioni, Idv (che non sfonda, il dato nazionale lo da al 7%, alle europee aveva l'8%), e la Lega che cresce (+2,5 il dato complessivo), ma senza sorpassi, eccezion fatta per il Veneto dove si rafforza e si conferma primo partito.
Quello che è certo è che tra dispersione e astensionismo i partiti maggiori rispetto ad altre recenti consultazioni elettorali hanno perso in tutto circa il 20% dei voti.
4) Il centrodestra e la Lega dominano più che mai al nord: dalle conferme in Lombardia e Veneto, e dalla vittoria seppur risicata di Cota in Piemonte, ne esce ancor più rafforzato il potere contrattuale di Bossi, e questi ottimi risultati non mancheranno di influenzare indirettamente il prosieguo della legislatura. In Lombardia Formigoni prolunga la sua reggenza per altri cinque anni (si potrà parlare di ventennio formigoniano): CL ringrazia, e gli imprenditori amici pure...ora è sicuro che l'EXPO' 2015 sarà tutto affare del centrodestra. In Veneto, eletto con più del 60% dei voti, ha vinto superZaia, il neo-governatore leghista che, a quanto pare, non si dimetterà da Ministro dell'agricoltura. Buoni risultati della Lega anche in Liguria (10,2%), Emilia Romagna (13,6), Toscana (6,5), Umbria (4,3%).
5) Il Pd è vincente solo per numero di regioni conquistate (7-6, e comunque si partiva da 11-2); ma ha vinto solo dove non poteva perdere, e ha perso dovunque la partita fosse aperta, con la sola eccezione della Liguria.
6) Il ruolo dell'Udc si rivela determinante a favore del centrodestra nel Lazio (con una dote del 5,5%) ma non in Piemonte dove appoggiava la candidata del centrosinistra (il 4% circa non è bastato). Per il resto il suo risultato complessivo conferma esattamente il peso elettorale avuto nelle consultazioni precedenti (attorno al 6%).
7) In Piemonte ad incidere negativamente sulla performance della Bresso (che ha perso di 0,5%) è stata senz'altro la lista di Grillo, se si può ricondurre il 3,6 % di voti ottenuti dal Movimento 5 stelle ad un bacino elettorale vicino al centrosinistra.
8) Dove si sono verificate scissioni all'interno dei due schieramenti principali, ha ovviamente vinto chi è rimasto unito (il centrosinistra in Puglia, il centrodestra in Calabria).
9) La Polverini vince per 77 mila voti. Emma Bonino va bene nella capitale (nel comune di Roma prende poco più del 54% delle preferenze, 695 mila voti, 115 mila in più della Polverini), ma delude nel resto del Lazio: la maggioranza dei voti li ha presi a Roma, dove tra l'altro si concentrerebbero quei cattolici che aborriscono la Bonino in devoto ossequio al Vaticano...Evidentemente non è proprio così, e molti elettori cattolici romani, nonostante gli anatemi delle gerarchie ecclesiastiche, hanno saputo riporre fiducia nella leader radicale; dove semmai Emma non ha convinto e ha perso è stato in provincia. E qui si tocca un problema storico per i radicali, ovvero quello di riuscire a raggiungere, parlare, e convincere le grosse porzioni di elettorato della provincia italiana, nei centri più piccoli e nelle campagne. Stavolta come candidata del centrosinistra la Bonino avrebbe dovuto godere di un significativo apporto del Pd in quanto a presenza strutturata sul territorio, ma evidentemente non è bastato. Va inoltre tenuto presente che il 54,2 a Roma e il 48,3% nel Lazio a cinque mesi dal pesante scandalo Marrazzo più che ottimi risultati rappresentano dei veri e propri miracoli per il centrosinistra.
Ma il dato è questo: se nella provincia di Roma la Bonino vince con un milione di voti (il 51,8%), nelle altre quattro province perde, e non poco, ottenendo tra il 36 ed il 44 %. Bene in "centro", male in "periferia". (Leggi anche: bene dove i cittadini si informano e si formano un'opinione attraverso molteplici fonti, meno bene dove la tv è il principale quando non l'unico veicolo d'informazione).
4) Il centrodestra e la Lega dominano più che mai al nord: dalle conferme in Lombardia e Veneto, e dalla vittoria seppur risicata di Cota in Piemonte, ne esce ancor più rafforzato il potere contrattuale di Bossi, e questi ottimi risultati non mancheranno di influenzare indirettamente il prosieguo della legislatura. In Lombardia Formigoni prolunga la sua reggenza per altri cinque anni (si potrà parlare di ventennio formigoniano): CL ringrazia, e gli imprenditori amici pure...ora è sicuro che l'EXPO' 2015 sarà tutto affare del centrodestra. In Veneto, eletto con più del 60% dei voti, ha vinto superZaia, il neo-governatore leghista che, a quanto pare, non si dimetterà da Ministro dell'agricoltura. Buoni risultati della Lega anche in Liguria (10,2%), Emilia Romagna (13,6), Toscana (6,5), Umbria (4,3%).
5) Il Pd è vincente solo per numero di regioni conquistate (7-6, e comunque si partiva da 11-2); ma ha vinto solo dove non poteva perdere, e ha perso dovunque la partita fosse aperta, con la sola eccezione della Liguria.
6) Il ruolo dell'Udc si rivela determinante a favore del centrodestra nel Lazio (con una dote del 5,5%) ma non in Piemonte dove appoggiava la candidata del centrosinistra (il 4% circa non è bastato). Per il resto il suo risultato complessivo conferma esattamente il peso elettorale avuto nelle consultazioni precedenti (attorno al 6%).
7) In Piemonte ad incidere negativamente sulla performance della Bresso (che ha perso di 0,5%) è stata senz'altro la lista di Grillo, se si può ricondurre il 3,6 % di voti ottenuti dal Movimento 5 stelle ad un bacino elettorale vicino al centrosinistra.
8) Dove si sono verificate scissioni all'interno dei due schieramenti principali, ha ovviamente vinto chi è rimasto unito (il centrosinistra in Puglia, il centrodestra in Calabria).
9) La Polverini vince per 77 mila voti. Emma Bonino va bene nella capitale (nel comune di Roma prende poco più del 54% delle preferenze, 695 mila voti, 115 mila in più della Polverini), ma delude nel resto del Lazio: la maggioranza dei voti li ha presi a Roma, dove tra l'altro si concentrerebbero quei cattolici che aborriscono la Bonino in devoto ossequio al Vaticano...Evidentemente non è proprio così, e molti elettori cattolici romani, nonostante gli anatemi delle gerarchie ecclesiastiche, hanno saputo riporre fiducia nella leader radicale; dove semmai Emma non ha convinto e ha perso è stato in provincia. E qui si tocca un problema storico per i radicali, ovvero quello di riuscire a raggiungere, parlare, e convincere le grosse porzioni di elettorato della provincia italiana, nei centri più piccoli e nelle campagne. Stavolta come candidata del centrosinistra la Bonino avrebbe dovuto godere di un significativo apporto del Pd in quanto a presenza strutturata sul territorio, ma evidentemente non è bastato. Va inoltre tenuto presente che il 54,2 a Roma e il 48,3% nel Lazio a cinque mesi dal pesante scandalo Marrazzo più che ottimi risultati rappresentano dei veri e propri miracoli per il centrosinistra.
Ma il dato è questo: se nella provincia di Roma la Bonino vince con un milione di voti (il 51,8%), nelle altre quattro province perde, e non poco, ottenendo tra il 36 ed il 44 %. Bene in "centro", male in "periferia". (Leggi anche: bene dove i cittadini si informano e si formano un'opinione attraverso molteplici fonti, meno bene dove la tv è il principale quando non l'unico veicolo d'informazione).
E' ragionevole supporre quindi che alla sconfitta di Emma Bonino, più che le qualità e le proposte della candidata, e oltre ad un inevitabile prezzo da pagare per la pesante eredità politica lasciata dalla precedente amministrazione, potrebbe aver contribuito in maniera determinante la difficoltà a rendersi visibile e conoscibile dalle meno centrali e più remote componenti del tessuto regionale, al netto ovviamente del grande impegno profuso in campagna elettorale per incontrare fisicamente i cittadini e le varie realtà socio-economiche del Lazio... come a dire, per un problema (che poi è cronico) di comunicazione...di riuscire a comunicare..E poi dov'era il Pd, che invece le strutture e il radicamento sul territorio dovrebbe averlo? Emma ha perso, e di poco, perché ha corso da sola, questa è la verità.
10) A proposito di comunicazione, a tutti coloro che parlano di prova di forza e di successo strepitoso del centrodestra, e di miracolo compiuto dall'unico governo d'Europa che è riuscito a resistere al ritorno delle opposizioni, dedico questo ragionamento sillogico:
Il 70% degli italiani si forma le proprie convinzioni politiche tramite la tv.
La politica è stata oscurata dalla tv nell'ultimo mese di campagna elettorale.
La politica in tv è passata solo attraverso i telegiornali.
L'agcom ha multato tg1 e tg5 per perduranti squilibri nell'informazione politica a favore del Pdl.
Gli altri tg negli ultimi giorni di campagna elettorale non hanno fatto meglio.
Silvio si è assicurato spazi senza contraddittorio in molte trasmissioni televisive nell'ultima settimana di campagna elettorale e specialmente nell'ultimo giorno utile (il venerdì).
10) A proposito di comunicazione, a tutti coloro che parlano di prova di forza e di successo strepitoso del centrodestra, e di miracolo compiuto dall'unico governo d'Europa che è riuscito a resistere al ritorno delle opposizioni, dedico questo ragionamento sillogico:
Il 70% degli italiani si forma le proprie convinzioni politiche tramite la tv.
La politica è stata oscurata dalla tv nell'ultimo mese di campagna elettorale.
La politica in tv è passata solo attraverso i telegiornali.
L'agcom ha multato tg1 e tg5 per perduranti squilibri nell'informazione politica a favore del Pdl.
Gli altri tg negli ultimi giorni di campagna elettorale non hanno fatto meglio.
Silvio si è assicurato spazi senza contraddittorio in molte trasmissioni televisive nell'ultima settimana di campagna elettorale e specialmente nell'ultimo giorno utile (il venerdì).
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