Pare che il primo febbraio il "Comitato della Libertà per il premio Nobel per la Pace a Silvio Berlusconi" abbia inviato e formalizzato la proposta di candidatura di Silvio Berlusconi al premio Nobel per la Pace 2010.
Sul sito Silvio per il Nobel puoi trovare un esauriente elenco delle motivazioni alla base di questa candidatura. Ne consiglio vivamente la lettura, anzitutto perché è pieno di retroscena finora poco noti (almeno a me), come per esempio il fatto che è grazie a Berlusconi che la crisi del 2008 tra Russia e Georgia non sia sfociata nella terza guerra mondiale. E poi perché si rivendicano con orgoglio i molteplici successi diplomatici ottenuti grazie alle ottime relazioni instaurate con Putin e Gheddafi. In realtà qualcuno che volesse parlare più seriamente potrebbe obiettare che il Cavaliere è ben poco indicato per l'ambìto riconoscimento internazionale se non altro proprio per l'accondiscendenza incondizionata mostrata verso questi leader, i cui paesi sono continuamente sotto accusa per violazioni dei diritti umani; a queste relazioni amichevoli si aggiunge poi la recente apertura verso il presidente bielorusso Lukashenko, ultimo sdoganamento ( o tentativo di sdoganamento) da parte del nostro premier , alquanto distratto in tema di diritti umani, e forse più impegnato a perseguire (peraltro legittimamente) interessi economici nazionali, giocando però una partita diplomatica di cui non è sempre chiaro quali potranno essere i benefici strategici di lungo periodo per il nostro paese.
Sul sito Silvio per il Nobel puoi trovare un esauriente elenco delle motivazioni alla base di questa candidatura. Ne consiglio vivamente la lettura, anzitutto perché è pieno di retroscena finora poco noti (almeno a me), come per esempio il fatto che è grazie a Berlusconi che la crisi del 2008 tra Russia e Georgia non sia sfociata nella terza guerra mondiale. E poi perché si rivendicano con orgoglio i molteplici successi diplomatici ottenuti grazie alle ottime relazioni instaurate con Putin e Gheddafi. In realtà qualcuno che volesse parlare più seriamente potrebbe obiettare che il Cavaliere è ben poco indicato per l'ambìto riconoscimento internazionale se non altro proprio per l'accondiscendenza incondizionata mostrata verso questi leader, i cui paesi sono continuamente sotto accusa per violazioni dei diritti umani; a queste relazioni amichevoli si aggiunge poi la recente apertura verso il presidente bielorusso Lukashenko, ultimo sdoganamento ( o tentativo di sdoganamento) da parte del nostro premier , alquanto distratto in tema di diritti umani, e forse più impegnato a perseguire (peraltro legittimamente) interessi economici nazionali, giocando però una partita diplomatica di cui non è sempre chiaro quali potranno essere i benefici strategici di lungo periodo per il nostro paese.
E d'altronde nella lunga pagina che spiega perché Silvio Berlusconi meriterebbe il Nobel per la Pace la locuzione "diritti umani" non appare mai.
Ma è vero anche che tentar non nuoce, specie dopo la decisione di assegnare il Nobel per la Pace 2009 ad Obama, ora sofferente di un'acuta e probabilmente irrimediabile ansia da prestazione.
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