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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

lunedì 21 dicembre 2009

# Due assurdità delle attuali politiche sull'immigrazione

E' di un mesetto fa (24 novembre) l'approvazione da parte della Camera di una mozione che impegna il governo a proseguire nella politica dei respingimenti, entrata in vigore nei mesi scorsi, e per cui i barconi di clandestini intercettati a largo delle coste italiane dalle nostre forze dell'ordine vengono rispediti verso la Libia, dove i malcapitati vengono rinchiusi nei famigerati centri di detenzione libici; il provvedimento ha suscitato le critiche, tra gli altri, di Ue e Onu, ma governo e maggioranza tirano dritti, perché in materia d'immigrazione occorre severità. Purtroppo per l'esecutivo e per la Lega però solo il 5,4% (circa 37.000 ) degli irregolari presenti in Italia nel 2008 è giunto nel nostro paese via mare: gli altri 650.000 vi sono arrivati per altre vie, spesso col visto turistico di tre mesi, la cui scadenza non viene rispettata (fonte: http://www.ismu.org/ISMU_new/approfondimento.php?id=275 ). Inoltre sulle “carrette del mare” è generalmente molto alta la percentuale di persone che legittimamente avrebbero diritto all'asilo politico, mentre altrettanto alte percentuali non si riscontrano tra chi arriva coi comuni mezzi di trasporto. Quindi, dispiace dirlo, ma il governo non ha centrato la questione, e, numeri alla mano, a ben poco serve trattare col pugno duro pochi malcapitati, quando il sistema fa acqua da ben altre parti.

Invece con la legge 94/2009, dall'8 agosto è stato introdotto il reato di clandestinità, che comporta l’obbligo a carico di qualsiasi pubblico ufficiale (compresi medici, assistenti sociali, insegnanti) di denunciare il migrante che a questi si rivolge senza però possedere un permesso di soggiorno. Si è già molto scritto e detto circa i probabili profili di incostituzionalità della legge; qui sottolineo un aspetto secondario che però da conto dell'assurdità di questo provvedimento: ovvero l'incongruenza con quanto stabilito, anche in sede europea, a proposito del rimpatrio volontario assistito.
L' Ue incoraggia i rimpatri volontari, e ha stanziato dei fondi con cui intende sostenere quei migranti che intendano rientrare in patria, perché il loro progetto di migrazione è fallito. In Italia da quest'estate sono attivi due progetti che vedono la collaborazione del Ministero dell'interno con il Fondo europeo per il rimpatrio: uno è P.A.R.T.I.R ( Programma per l'assistenza al ritorno volontario dall'Italia e reintegrazione nel paese d'origine ), l'altro è il Progetto N.I.R.V.A ( Networking italiano per il rimpatrio volontario assistito ).
Con questi progetti si offre assistenza a chi intenda rientrare nel proprio paese, aiutandolo ad organizzare il viaggio, pagandogli il biglietto e offrendogli anche una piccola indennità di reinserimento (di qualche centinaio di euro), che a volte può anche comprendere un sostegno per la creazione di una microimpresa in patria. I progetti sono pensati soprattutto per categorie di immigrati particolarmente vulnerabili (come le vittime di tratta o i richiedenti asilo), ma generalmente il grosso dei richiedenti è da ricercarsi tra coloro che sono senza permesso di soggiorno. Anche tra loro infatti c'è chi vorrebbe tornare in patria: spesso è il caso di immigrati (molte volte di origine subsahariana), vittime di truffe o raggiri, come è il caso per esempio di chi è entrato regolarmente con le quote per i lavoratori stagionali, ma poi si è trovato nell'irregolarità perché il datore di lavoro è sparito nel nulla o si è rifiutato di assumerlo.
Ora però, anche se la normativa europea prevede espressamente che possano aderire ai programmi di rimpatrio anche gli irregolari, con l'introduzione del reato di clandestinità gli immigrati irregolari intenzionati a usufruire della possibilità del rimpatrio volontario, non appena si rivolgessero alla rete di operatori che si occupano dei progetti P.A.R.T.I.R e N.I.R.V.A dovrebbero essere segnalati alle forze dell'ordine, che a loro volta procederebbero con l'arresto, cui seguirebbe un processo e l'espulsione. Col risultato tra l'altro che per lo Stato il costo sarebbe più alto che nel caso del rimpatrio (processo, detenzione, espulsione...ma anche perché tutte le spese sarebbero a carico suo, senza il contributo europeo). Ma tanto al momento nessun irregolare si sogna di rischiare la denuncia e l'espulsione. Accedere ai programmi di rimpatrio rimane possibile per gli immigrati con regolare permesso di soggiorno, ma si suppone che si tratti di persone ormai ben inserite in Italia che abbiano scarso o nullo interesse a tornare in patria, e che anche il nostro paese avrebbe scarso o nullo interesse a rimpatriare.
Se è vero che ai programmi di rimpatrio nel nostro paese ogni anno accedono pochi immigrati, nell'ordine di cento, duecento persone, e se è vero anche che le risorse a cui l'Italia adesso non può attingere (mentre però lo fanno gli altri paesi europei) sono nell'ordine di pochi milioni di euro, si tratta comunque di un vero e proprio paradosso: gli immigrati irregolari che vorrebbero andare via dal nostro paese sono spinti a rimanere nella clandestinità, per non incorrere nell'arresto e nell'espulsione, non potendo così usufruire dell'opportunità di ricominciare nel proprio paese, così come previsto dall'Ue, e come invece garantito agli immigrati negli altri paesi europei.
Al Viminale sanno di questa incongruenza, sarebbe interessante sapere come intendono risolverla..pare che l'unico modo per uscire dall'impasse sia far approvare un emendamento alla legge...ma quando se ne occuperà il Parlamento? Comunque sia la miopia dei respingimenti e la contraddizione tra il reato di clandestinità e i programmi per i rimpatri in cui è coinvolto lo stesso Ministero dell'Interno mostrano chiaramente l'assurdità di provvedimenti di cui è legittimo sospettare la motivazione demagogica.

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