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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

domenica 20 dicembre 2009

IMAGO Peyrepertuse e Carcassonne, tracce di un passato oscuro


Peyrepertuse
(Qui è stata scattata la foto che appare sullo sfondo de "L'interessante")

Carcassonne


Peyrepertuse e Carcassonne: una fortezza ed una cittadella di origini antiche, che nel XII e XIII secolo furono oggetto di massicci interventi di fortificazione, che conferirono loro quei tratti spettacolari che ne fanno oggi notevoli attrazioni turistiche. Ma quale ferocia e quale furia temerono così tanto gli uomini che a quel tempo vissero in questi luoghi?
Queste terre furono teatro dei massacri dei soldati del papa di Roma, in quella che viene ricordata come la Crociata contro gli Albigesi ( i catari), un vero e proprio genocidio nel cuore dell'Europa.

Riporto da un mio articolo sulla regione francese della Linguadoca qualche cenno sulla vicenda dei catari:

Nel XI secolo l’eresia catara giunse dall’Europa centro-orientale ad Albi, Toulouse e Carcassonne, e a partire da questi centri si diffuse rapidamente, convertendo molta parte della popolazione locale ad una dottrina essenzialmente gnostica, che respingeva l’intermediazione della Chiesa nel rapporto con Dio, e di conseguenza rifiutava i sacramenti, le preghiere, le icone sacre. I catari inoltre non riconoscevano l’episodio della Crocifissione di Gesù, e veneravano la Maddalena, il cui culto peraltro si era radicato in tutta la Francia meridionale già nei secoli precedenti, sovrapponendosi ad antichissime divinità femminili di origine celtica. Tracce di ciò si riscontrano spesso da queste parti: molti siti sacri, chiese ed anche luoghi naturali sono dedicati alla Maddalena, e in diversi paesini della zona durante alcune ricorrenze religiose vengono portate in processione singolari madonne nere (per esempio a Limoux), perpetuando tradizioni dal sapore ancestrale. Dal carattere gnostico della loro dottrina ne consegue la grande spiritualità che caratterizzava i catari, il loro essere puri, da cui il nome; allo spirito puro però si contrapponeva la materia, contaminata. Questo dualismo che concepiva la materia, e la carne, come corruzione dello spirito, implicava tra le altre cose l’esercizio del voto di povertà e di carità, e soprattutto un approccio alla procreazione del tutto diverso da quello cattolico, per il quale c’era perlomeno il battesimo a “mondare” il peccato originale. Per cui il Catarismo, ripudiando il matrimonio e la procreazione giungeva , quasi per paradosso, a praticare l’amore libero, e difatti i catari non si sposavano, scagionando inoltre la donna dalla sua colpa di peccatrice e di fonte di peccato. Promuovevano quindi la parità dei sessi e inoltre convivevano pacificamente con ebrei e musulmani.

Insomma quella catara era una dottrina ed una filosofia decisamente anacronistica per i tempi che correvano, ed inoltre apertamente in contrasto con il cattolicesimo delle gerarchie ecclesiastiche romane, che ben presto ne cominciarono a temere il potenziale destabilizzante dal punto di vista sociale, visto che con la sua prassi minava l’ordine costituito dell’epoca, e religioso, poiché stravolgeva quanto predicato dalla chiesa di Roma per secoli, delegittimandola e facendosi nel contempo portatrice di una verità alternativa. Tanto bastò per scatenargli contro una sanguinolenta crociata (c.d. degli Albigesi) che nei primi decenni del XIII secolo provocò lo sterminio tra atroci torture di decine di migliaia di persone. Tra i tanti, rimasero tristemente famosi due episodi della carneficina: durante l’assedio di Beziers, il 22 luglio 1209, alla domanda di un capo militare che chiedeva come doversi comportare di fronte alle migliaia di persone, catare ma anche cattoliche, che , mescolandosi, si erano rinchiuse nella chiesa di Santa Maddalena alla ricerca di rifugio e protezione, il legato pontificio che seguiva i crociati rispose “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi”. Montsegur è invece famosa per essere stata l’ultima roccaforte dei Catari a cadere, e quando questo avvenne, il 16 marzo 1244, le 215 persone rimaste asserragliate per ultime furono bruciate tutte insieme in un unico grande rogo.

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