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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

domenica 30 gennaio 2011

VERSUS Tronisti




Ciò che hanno in comune questi due uomini non è certo Ruby, ma un pervicace attaccamento al trono su cui riposano i loro (flaccidi) glutei.

Di fronte a un paese rivoltatosi contro di lui, che è al potere da 30 anni - in cui non ha mai decretato la fine della legislazione d'emergenza varata dopo l'assassinio di Sadat che gli aprì la strada - , di fronte a un movimento di protesta che dilaga nonostante la repressione nel sangue (150 morti fin'ora) e i continui attacchi alla rete, di fronte alla comunità internazionale che gli chiede di fare un passo indietro per il bene del suo paese e per la stabilità di tutta l'area mediorientale, il re dei corrotti, così come viene chiamato in patria, Hosni Mubarak, 83 anni, non ha trovato di meglio che andare in tv ad annunciare di aver nominato un nuovo premier ed un nuovo esecutivo, ma sempre sotto la sua guida di Presidente.
E' solo lui che se ne deve andare. E' solo lui a rimanere al suo posto. Per il momento.

Dopo 37 leggi ad personam in 16 anni, con cui da una parte si è sottratto al giudizio della magistratura e dall'altra ha protetto il destino delle aziende di famiglia; dopo una serie di scandali sessuali che imperversano già dall'estate 2008 e che perlomeno all'estero lasciano i commentatori increduli circa l'inamovibilità e l'eternità politica del premier; dopo diversi scandali di altra natura che hanno toccato molto da vicino il suo governo e il suo partito (Scajola, Brancher, Bertolaso, Cosentino, Verdini, Bondi, Brambilla, Schifani i casi più noti) e nel pieno di un nuovo scandalo sessuale che ora dopo ora si arricchisce di elementi sempre più scabrosi (non solo sessualmente: si va da ingenti quantitativi di cocaina ai depistaggi delle indagini, dalle frequentazioni mafiose di alcune ragazze, alla ormai conclamata ricattabilità del premier, al mercimonio sesso-in-cambio-di-carriera-politica o televisiva, quasi la politica fosse un succedaneo della tv), Silvio Berlusconi, 74 anni, tira dritto per la sua strada, da del matto a chi ipotizza eventuali dimissioni sue e del suo governo, promette di punire i giudici e passa il tempo a guardare e redarguire (offendendo) programmi televisivi non allineati che disquisiscono delle indagini che lo riguardano, anche quando vanno in onda non sulle reti del servizio pubblico ma su reti private, tra l'altro concorrenti delle sue.


La differenza tra i due, ritratti sopra mentre si nascondono dietro una telecamera (il meglio che ora come ora riescano a fare), è che il destino del primo molto probabilmente è segnato: una sua dipartita definitiva dai palazzi del potere è pronosticabile a breve, se non altro per l'entità delle pressioni interne ed esterne cui è sottoposto in queste ore. Il secondo invece, complice l'apatia di un popolo assuefatto al suo eterno one-man-show, potrebbe sedere ancora a lungo sul suo trono, dal quale - lui sì che può, anzi: solo lui può - continuerà a giudicare, scegliere e sollazzarsi senza l'ombra di uno scrupolo. Il vero tronista alla fine è Lui.


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