1) Dopo la sconfitta B. è desaparecido, quasi fosse un fantasma politico; insomma sta dando l'impressione di non sapere come reagire alla batosta; tuttavia ora pare si stia rimboccando le maniche. Nel frattempo il partito di B., sempre più allo sbando e sempre più in balia delle diverse correnti, continua imperterrito a basare tutta la sua ricerca del consenso perduto esclusivamente sugli attacchi all'avversario, quasi non avesse null'altro da dire e da proporre, e cercando di risvegliare nel proprio elettorato di riferimento i più viscerali sentimenti "anti-".
2) Nel giro di poche ore B. ha prima ammesso che i toni alti usati in campagna elettorale dal centrodestra sono stati eccessivi e controproducenti, e ora vanno corretti; poi si è immediatamente contraddetto tornando al suo gergo abituale e dando del matto a Pisapia che vorrebbe trasformare Milano in una zingaropoli; infine ha dichiarato di essere stato frainteso e di non aver mai pronunciato quelle parole sul candidato di centrosinistra.
Fino alla settimana scorsa si sarebbe detto che il B. di cui al punto 1 non poteva che essere Bersani, mentre quello del punto 2 corrispondeva all'identikit di Berlusconi. E invece non è così...

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