Le ultime notizie parlano chiaro: la controffensiva di B. è entrata nel vivo, e si sta articolando in diverse mosse.
Un progetto di legge ad personam rispolverato qua (processo breve) e uno là (intercettazioni), così intanto ci si para il culo che non si sa mai.
Una marchetta di qua (Confindustria) e una marchetta di là (Vaticano), così si rimettono le cose a posto con buona parte degli amici.
Massimo impegno di giornali e telegiornali amici nell'occultamento degli elementi delle indagini in corso, e potenti campagne mediatiche contro tutti quelli che lo accusano - i giudici eversivi, i giornalisti spioni, gli avversari incapaci, le ragazze mitomani, i falsi puritani - condite da un ineccepibile compendio di frasi a effetto quali “andrei in giro per il mondo ad aprire ospedali per bambini” o “è uno schifo, farò causa allo Stato”. Così facendo almeno si controbilancia la mole di notizie sempre più scabrose e senza fine che minano il consenso del premier.
Che in realtà poi le cose si aggiustano da sole: l'attuale sovraesposizione mediatica di Berlusconi – in questi giorni ancor più “sovra” del solito – sia che sia favorevole, sia che sia potenzialmente dannosa, in un tv-paese come il nostro può solo che far bene. E comunque di sicuro serve a oscurare definitivamente il sobrio, piatto e anonimo Pd che secondo recenti sondaggi invece che guadagnare dalla fuga di consensi dal Pdl perde. E di brutto.
Insomma assestando qualche colpo qua e qualche colpo là il gioco è presto e fatto, e come si dice a Roma anche stavolta Silvio potrebbe esser riuscito a buttarla in caciara, tanto che in giro per lo stivale se ne sentono di cotte e di crude: c'è chi, accecato dagli dei Libertà e Privacy, ha rimosso non solo il concetto di prestigio delle istituzioni, ma finanche lo stesso concetto di reato, per il quale, per esempio, stanti le leggi vigenti, un qualsiasi cittadino finirebbe nei guai (quantomeno verrebbe processato) se ci fossero delle prove che avrebbe commesso reati di concussione e prostituzione minorile; c'è chi confonde il consenso popolare con il diritto all'impunità, e chi si strappa le vesti implorando di “lasciarlo lavorare”, facendoci riassaporare l'ebrezza di antichi e mai sopiti tormentoni. Addirittura c'è chi - e sono molti – si conforta per la rediviva capacità d'iniziativa del governo che sarebbe intenzionato a stimolare l'economia, rallegrandosi che lo spinoso Ruby-gate abbia perlomeno prodotto una scossa nell'agenda dell'esecutivo. Una visione, quest'ultima veramente deprimente: siamo messi così male che vengono salutati con favore e rinnovata fiducia nell'azione di governo interventi legislativi minimi con coperture finanziarie minime elemosinate a Tremonti, il cui impatto immediato la stessa Marcegaglia ha previsto essere “piuttosto limitato”, e che sono stati adottati per una evidente e mera reazione mediatica al clamore delle indagini della procura di Milano sulle frequentazioni under 18 del premier.
A completare la grande controffensiva la partita più prettamente politica, che in questa fase non può che essere quella che Berlusconi gioca con il suo ultimo alleato rimastogli fedele, la Lega, che in quanto tale ora più che mai ha nelle sue mani il destino del Cav. Insomma anche la Lega lo tiene per le palle, esattamente come un'intera generazione di ragazzine. Il che ha un paio di implicazioni rilevanti: anzitutto la sfiga che vuole le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia capitare proprio in questa fase, dove chi dovrebbe governare invece di limitarsi a non farlo nel nome dei suoi interessi personali come fa di solito, proprio ora più che mai sputtana l'immagine del paese e inculca anche in tutti gli italiani il massimo dello sprezzo per le istituzioni. E poi la constatazione dell'evidenza che la vita di questo governo è legata alla riforma del federalismo fiscale, discussa e discutibile ma imprescindibile risultato da portare a casa per il Carroccio. Se in molti hanno sottolineato il peso che la riforma ha negli attuali equilibri tra Pdl e Lega, in meno però hanno evidenziato la quasi sicurezza che nel momento in cui il federalismo fiscale fosse approvato il governo Berlusconi prematuramente e miseramente non avrebbe più ragion d'essere, visto che data l'attuale situazione non ci sarebbero i numeri per proseguire degnamente. A quel punto la Lega staccherebbe rapidamente la spina per tornare quanto prima alle urne, magari già prima dell'estate.
E questo finale quasi scontato (ma impensabile all'inizio della legislatura) è pure il migliore dei possibili, visto che su tutto quanto grava l'incognita di quelle che saranno le decisioni dei pm di Milano e insomma tutto l'iter di questa ennesima vicenda giudiziaria del premier....A pensarci bene più che il dispiegamento di una controffensiva quello di questi giorni sembra più l'approdo a un'ultima, arida, desolata, spiaggia.
Nessun commento:
Posta un commento