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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

giovedì 9 dicembre 2010

# Una profezia sul 14 dicembre


....ma no, non una profezia così surreale.... seppure per certi versi calzante..
A quanto pare una valida profezia sulla deriva dell'attuale maggioranza di governo che culminerà nel voto di fiducia del 14 dicembre è stata enunciata sulle pagine del Times del 22 marzo scorso da Bill Emmott, il giornalista britannico noto per essere stato per molti anni direttore dell'Economist - per intenderci quello che negli anni ha più volte schiaffato in copertina Berlusconi con titoli non proprio all'acqua di rose che ne mettevano in dubbio l'adeguatezza a guidare l'Italia; e non a caso il suo ultimo libro, uscito da poco, si intitola "Forza, Italia: come ripartire dopo Berlusconi".
Emmott, che scriveva alla vigilia del voto delle elezioni regionali e nel pieno della polemica politica sulla scia del decreto salva-liste, paventò erroneamente che proprio un'eventuale sconfitta elettorale della coalizione di centrodestra avrebbe potuto causare problemi al governo di Berlusconi, specie tra quest'ultimo ed i suoi alleati, tra l'altro non permettendogli di mettere mano a quella tanto agognata (da lui) riforma della giustizia. In realtà Berlusconi quelle elezioni le ha vinte, ma le tensioni interne alla maggioranza sono emerse comunque, per cui alcune considerazioni del giornalista inglese sulle difficoltà che il Cavaliere si sarebbe potuto trovare a fronteggiare nei mesi successivi sono sorprendentemente vicine alla realtà di quanto poi avvenuto, e chissà, forse anche vicine a quello che succederà.
Ecco i passaggi salienti tradotti (qui il testo originale):

"Fini ha da poco lanciato il suo nuovo movimento, Generazione Italia, in prospettiva di rompere col partito di Berlusconi, o di subentrarvi, qualora si presentasse l'occasione[..]
A quel punto, dopo un voto di sfiducia, Berlusconi potrebbe essere obbligato alle dimissioni, e il Presidente Giorgio Napolitano potrebbe provare a negoziare un governo provvisorio di tecnici per pulire un po' dell'attuale marciume e poi preparare la strada per nuove elezioni politiche nel tempo di uno o due anni[...]
Un importante uomo d'affari italiano, non certo un ammiratore del premier, recentemente mi ha predetto che Berlusconi non mangerà il panettone".

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