Tutto è cominciato mercoledì scorso, quando le Iene hanno mandato in onda un servizio (guardalo qui), realizzato sulla base dell'esposto in Procura presentato da Mario Staderini, segretario nazionale dei Radicali italiani, e riguardante il cantiere fantasma che è sorto a Roma a pochi metri dalla basilica di San Paolo fuori le mura. "Fantasma" perché privo di qualsiasi cartellonistica inerente ai permessi e ai dettagli dei lavori - per intenderci: data inizio e fine dei lavori, il progetto, l'investimento e in primis la concessione edilizia - il che già di per sè sarebbe grave e illegale. In più c'è da aggiungere che il cantiere sorge (in territorio soggetto sì a extraterritorialità, come un 'ambasciata, ma soggetto comunque alle leggi italiane per quel che concerne l'urbanistica, per esempio...), oltre che a pochi metri dall'importante sito religioso, su un'area patrimonio mondiale dell'umanità Unesco poiché ospita i resti di un antico cimitero romano subdiale, in uso dal I secolo a. C. al III secolo d. C..
Da quanto emerso dall'inchiesta delle Iene si tratterebbe di strutture del Vaticano, in particolare secondo alcune indiscrezioni lì dovrebbero sorgere ambulatori e uffici dell'ospedale Bambino Gesù. "Lavori abusivi che non tengono conto delle regole urbanistiche della città", ha commentato Andrea Catarci, presidente del municipio XI, indignato e preoccupato soprattutto per le future ripercussioni sulla viabilità. Il servizio si è concluso con la solita scena penosa dell'arciprete della basilica di San Paolo Monsignor Monterisi che si è rifiutato di rispondere alle domande del cronista delle Iene, nascondendosi dietro i vari gendarmi e funzionari, manco fosse il solito piccolo politicante di turno con la coscienza sporca.
Da quanto emerso dall'inchiesta delle Iene si tratterebbe di strutture del Vaticano, in particolare secondo alcune indiscrezioni lì dovrebbero sorgere ambulatori e uffici dell'ospedale Bambino Gesù. "Lavori abusivi che non tengono conto delle regole urbanistiche della città", ha commentato Andrea Catarci, presidente del municipio XI, indignato e preoccupato soprattutto per le future ripercussioni sulla viabilità. Il servizio si è concluso con la solita scena penosa dell'arciprete della basilica di San Paolo Monsignor Monterisi che si è rifiutato di rispondere alle domande del cronista delle Iene, nascondendosi dietro i vari gendarmi e funzionari, manco fosse il solito piccolo politicante di turno con la coscienza sporca.
Faranno pure come gli pare, ma l'opinione pubblica poi si fa appunto la sua opinione..
La settimana di passione è proseguita con la diffusione da parte dell'Espresso del video che riprende Berlusconi che racconta la già celeberrima barzelletta (più maschilista che blasfema a dir la verità) con Bindi protagonista e bestemmia finale. Apriti cielo. A commentare una cosa ridicola si finisce per passare per ridicoli. Se infatti da una parte sono partiti strali e condanne contro quell' "'orcodio", che in realtà non sembra ledere la sensibilità delle persone più di quanto non abbiano fatto altre storielle del Premier, come per esempio quella recente su Hitler o quella passata agli annali sui malati di Aids. Ma d'altra parte c'è pure chi, come monsignor Rino Fisichella, ha subito preso le difese del Premier: "Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose". Peccato però che poi la Chiesa non riesce proprio a contestualizzare quando si tratta di cose ben più serie, che riguardano non una battuta, ma i momenti topici di un'esistenza umana. In questo mondo.
L'unica certezza è che ora per rimediare alla figuraccia nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche, sempre che ci sia tempo, Berlusconi ha deciso di accelerare sul piano per la vita (ovvero quoziente familiare, norme a tutela della vita, no al biotestamento, e"sostegno diretto alla libertà di educazione", ovvero soldi alle famiglie che mandano i figli alle private, mentre le scuole pubbliche arrancano). Insomma lui bestemmia e la penitenza se la beccano gli italiani.
Come se non bastasse poi un paio di giorni fa il Vaticano si è auto-ridicolizzato agli occhi del mondo mettendo in campo il non-plus-ultra del suo oscurantismo retrogrado polemizzando con la consegna del Premio Nobel per la medicina a Robert Edwards, per i suoi studi sulla fecondazione in vitro che hanno reso possibile a partire dal 1978 la fecondazione degli ovuli in provetta, per poi essere reimpiantati nell’utero. Ridando così speranza a milioni di uomini sterili e donne infeconde. Addirittura Lucio Romano, presidente dell'Associazione Scienza e Vita, da Radio Vaticana ha asserito che quella del Nobel ad Edwards è ''un'assegnazione che disattende tutte le problematiche di ordine etico e che rimarca che l'uomo puo' essere ridotto da soggetto ad oggetto'', in pratica bollando come oggetti 4 milioni di esseri umani.
Per rimanere in tema poi è notizia di oggi che la prima sezione del Tribunale civile di Firenze, sulla base del ricorso presentato da una coppia, ha sollevato il dubbio di costituzionalità sulla norma della legge sulla fecondazione artificiale (legge 40) con la quale si vieta alle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, con ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia. E così la legge 40 torna per la seconda volta al vaglio della Corte Costituzionale. Da una parte hanno esultato gli addetti ai lavori, "alle prese tutti i giorni con il dramma di persone in carne ed ossa, e non con astratti principi" (come ha ben spiegato Claudia Livi , la ginecologa del centro toscano Demetra che segue il caso della coppia che ha presentato il ricorso). Dall'altra parte è partita la ridda di dichiarazioni seccate, tra ecclesiastici che mugugnano e politici della maggioranza, come Giovanardi, Lupi e Roccella che hanno parlato di Far West, evocando la volontà popolare espressa dal referendum sulla fecondazione assistita del 2005 , quando però in realtà non si raggiunse neanche il quorum, in virtù del "ghe pensi mì" bipartisan che sconsigliò dall'andare a votare tanto poi ci avrebbero pensato loro. Col risultato che ora in Italia è negato un diritto garantito in molti altri paesi europei (e civili).
Infine, ma forse è l'episodio più sintomatico del grave clima di cieca accondiscendenza di gran parte della classe politica genuflessa il Vaticano, è da registrare e divulgare che domenica scorsa a Palermo, in occasione della visita di Papa Benedetto XVI , nonostante quanto riferito dai media principali, non tutto è andato per il verso giusto. Le autorità locali, addirittura con l'ausilio dei vigili del fuoco, hanno calpestato il diritto di un cittadino, garantito dall'articolo 21 della Costituzione, a manifestare liberamente il proprio pensiero, peraltro a casa sua. Il palermitano, la cui casa affacciava sul percorso poi effettuato dal Papa, aveva infatti esposto uno striscione che riportava una frase del vangelo di Matteo, 21,13: “La mia casa è casa di preghiera ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri". Insomma non proprio una bestemmia decontestualizzata...
E non è stato un caso isolato: anche presso Altroquando, la libreria storica del centro di Palermo, la Digos, anche qua senza alcun mandato di alcun magistrato, ha rimosso un cartellone su cui ironicamente era scritto "I love Milingo" (il folkloristico prete che qualche tempo fa si è sposato).
Brutti episodi, e questi sì che fanno pensare a quella brutta parola "regime", che non ci piace nemmeno quando si tratta di regime "spirituale"..
A proposito di quanto avvenuto a Palermo però almeno c'è la possibilità di far sentire la propria voce in difesa dei nostri diritti garantiti dalla Costituzione, che ancora non è carta straccia, nonostante ci sia chi si impegna mattina e sera per renderla tale. Firma anche tu l'appello che Micromega rivolge alla Procura della Repubblica di Palermo e al Presidente della Repubblica in merito a quanto accaduto domenica scorsa a Palermo.
Perché se è vero che il Vaticano è sempre più fuori dal mondo reale, è vero pure che il suo potere temporale è assolutamente intatto nel nostro piccolo paese..
La settimana di passione è proseguita con la diffusione da parte dell'Espresso del video che riprende Berlusconi che racconta la già celeberrima barzelletta (più maschilista che blasfema a dir la verità) con Bindi protagonista e bestemmia finale. Apriti cielo. A commentare una cosa ridicola si finisce per passare per ridicoli. Se infatti da una parte sono partiti strali e condanne contro quell' "'orcodio", che in realtà non sembra ledere la sensibilità delle persone più di quanto non abbiano fatto altre storielle del Premier, come per esempio quella recente su Hitler o quella passata agli annali sui malati di Aids. Ma d'altra parte c'è pure chi, come monsignor Rino Fisichella, ha subito preso le difese del Premier: "Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose". Peccato però che poi la Chiesa non riesce proprio a contestualizzare quando si tratta di cose ben più serie, che riguardano non una battuta, ma i momenti topici di un'esistenza umana. In questo mondo.
L'unica certezza è che ora per rimediare alla figuraccia nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche, sempre che ci sia tempo, Berlusconi ha deciso di accelerare sul piano per la vita (ovvero quoziente familiare, norme a tutela della vita, no al biotestamento, e"sostegno diretto alla libertà di educazione", ovvero soldi alle famiglie che mandano i figli alle private, mentre le scuole pubbliche arrancano). Insomma lui bestemmia e la penitenza se la beccano gli italiani.
Come se non bastasse poi un paio di giorni fa il Vaticano si è auto-ridicolizzato agli occhi del mondo mettendo in campo il non-plus-ultra del suo oscurantismo retrogrado polemizzando con la consegna del Premio Nobel per la medicina a Robert Edwards, per i suoi studi sulla fecondazione in vitro che hanno reso possibile a partire dal 1978 la fecondazione degli ovuli in provetta, per poi essere reimpiantati nell’utero. Ridando così speranza a milioni di uomini sterili e donne infeconde. Addirittura Lucio Romano, presidente dell'Associazione Scienza e Vita, da Radio Vaticana ha asserito che quella del Nobel ad Edwards è ''un'assegnazione che disattende tutte le problematiche di ordine etico e che rimarca che l'uomo puo' essere ridotto da soggetto ad oggetto'', in pratica bollando come oggetti 4 milioni di esseri umani.
Per rimanere in tema poi è notizia di oggi che la prima sezione del Tribunale civile di Firenze, sulla base del ricorso presentato da una coppia, ha sollevato il dubbio di costituzionalità sulla norma della legge sulla fecondazione artificiale (legge 40) con la quale si vieta alle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, con ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia. E così la legge 40 torna per la seconda volta al vaglio della Corte Costituzionale. Da una parte hanno esultato gli addetti ai lavori, "alle prese tutti i giorni con il dramma di persone in carne ed ossa, e non con astratti principi" (come ha ben spiegato Claudia Livi , la ginecologa del centro toscano Demetra che segue il caso della coppia che ha presentato il ricorso). Dall'altra parte è partita la ridda di dichiarazioni seccate, tra ecclesiastici che mugugnano e politici della maggioranza, come Giovanardi, Lupi e Roccella che hanno parlato di Far West, evocando la volontà popolare espressa dal referendum sulla fecondazione assistita del 2005 , quando però in realtà non si raggiunse neanche il quorum, in virtù del "ghe pensi mì" bipartisan che sconsigliò dall'andare a votare tanto poi ci avrebbero pensato loro. Col risultato che ora in Italia è negato un diritto garantito in molti altri paesi europei (e civili).
Infine, ma forse è l'episodio più sintomatico del grave clima di cieca accondiscendenza di gran parte della classe politica genuflessa il Vaticano, è da registrare e divulgare che domenica scorsa a Palermo, in occasione della visita di Papa Benedetto XVI , nonostante quanto riferito dai media principali, non tutto è andato per il verso giusto. Le autorità locali, addirittura con l'ausilio dei vigili del fuoco, hanno calpestato il diritto di un cittadino, garantito dall'articolo 21 della Costituzione, a manifestare liberamente il proprio pensiero, peraltro a casa sua. Il palermitano, la cui casa affacciava sul percorso poi effettuato dal Papa, aveva infatti esposto uno striscione che riportava una frase del vangelo di Matteo, 21,13: “La mia casa è casa di preghiera ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri". Insomma non proprio una bestemmia decontestualizzata...
E non è stato un caso isolato: anche presso Altroquando, la libreria storica del centro di Palermo, la Digos, anche qua senza alcun mandato di alcun magistrato, ha rimosso un cartellone su cui ironicamente era scritto "I love Milingo" (il folkloristico prete che qualche tempo fa si è sposato).
Brutti episodi, e questi sì che fanno pensare a quella brutta parola "regime", che non ci piace nemmeno quando si tratta di regime "spirituale"..
A proposito di quanto avvenuto a Palermo però almeno c'è la possibilità di far sentire la propria voce in difesa dei nostri diritti garantiti dalla Costituzione, che ancora non è carta straccia, nonostante ci sia chi si impegna mattina e sera per renderla tale. Firma anche tu l'appello che Micromega rivolge alla Procura della Repubblica di Palermo e al Presidente della Repubblica in merito a quanto accaduto domenica scorsa a Palermo.
Perché se è vero che il Vaticano è sempre più fuori dal mondo reale, è vero pure che il suo potere temporale è assolutamente intatto nel nostro piccolo paese..
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