A tutti coloro che si infastidiscono stizziti per l”ennesima”, “solita” protesta nonviolenta radicale attraverso lo sciopero della fame (e della sete).
In questi giorni siamo bombardati da notizie di tante storie di illegalità diffuse che al solito stanno facendo cadere un po' tutti dalle nuvole (“E' tornata Tangentopoli”...bah). Da settimane però si stanno perpetrando ferite profonde alla legalità delle prossime elezioni regionali, illegalità di cui non parla nessuno ma che minano alla base quei meccanismi e quei passaggi inerenti al più alto e significativo momento di partecipazione alla vita democratica del paese.
In 6 regioni la legge elettorale è stata cambiata a campagna elettorale già in corso, rendendo impossibile la raccolta delle firme fino ai primi di febbraio. La legge nazionale (43/1995 - art.1 comma 4) dice che i comuni sono tenuti ad informare e ad assicurare ai cittadini la possibilità di sottoscrivere celermente le liste che intendono presentarsi alle elezioni; ma a tal fine l'impegno di molti comuni è non pervenuto. Così come è non pervenuta la disponibilità di molte delle 300.000 persone che per legge hanno la facoltà di autenticare le firme (almeno 20.000 di questi autenticatori non sono neanche coscienti di esserlo).
Contribuisce a questa penosa situazione l'ignoranza totale in cui la Rai tiene gli italiani: secondo la legge il servizio c.d pubblico della Rai un mese prima della presentazione delle liste ha il dovere di informare i cittadini sulle modalità per la sottoscrizione delle liste e l'autenticazione delle firme; manco a dirlo la Rai, il servizio poco pubblico e molto partitocratico, ha completamente disatteso il dettato della legge.
La questione è grave, la Lista Bonino-Pannella rischia di non potersi candidare alle prossime regionali, nella più totale indifferenza dei cittadini (tenuti all'oscuro dei loro diritti) e soprattutto delle Istituzioni. Tanto il problema della raccolta firme non sembra affatto assillare i partiti più grandi (usi a pratiche poco limpide per aggirare questo noioso step pre-elettorale). Con la conseguenza che l`onere della raccolta firme, nato per arginare le candidature temerarie e le liste senza rappresentatività, è di fatto diventato uno strumento per impedire l'accesso alle elezioni di quelle forze politiche che vivono fuori dal recinto partitocratico
Ebbene se i vulnus alla democrazia arrivano già a questo stadio (ovvero alla base) del processo elettorale che porta alla designazione dei nostri rappresentanti, c'è ben poco da scandalizzarsi poi quando, cadendo dalle nuvole, ci accorgiamo del marcio che c'è nell'amministrazione della cosa pubblica. Un sistema malato si estirpa alla radice - le leggi ci sono - , non si combatte potando qualche rametto.
In questi giorni siamo bombardati da notizie di tante storie di illegalità diffuse che al solito stanno facendo cadere un po' tutti dalle nuvole (“E' tornata Tangentopoli”...bah). Da settimane però si stanno perpetrando ferite profonde alla legalità delle prossime elezioni regionali, illegalità di cui non parla nessuno ma che minano alla base quei meccanismi e quei passaggi inerenti al più alto e significativo momento di partecipazione alla vita democratica del paese.
In 6 regioni la legge elettorale è stata cambiata a campagna elettorale già in corso, rendendo impossibile la raccolta delle firme fino ai primi di febbraio. La legge nazionale (43/1995 - art.1 comma 4) dice che i comuni sono tenuti ad informare e ad assicurare ai cittadini la possibilità di sottoscrivere celermente le liste che intendono presentarsi alle elezioni; ma a tal fine l'impegno di molti comuni è non pervenuto. Così come è non pervenuta la disponibilità di molte delle 300.000 persone che per legge hanno la facoltà di autenticare le firme (almeno 20.000 di questi autenticatori non sono neanche coscienti di esserlo).
Contribuisce a questa penosa situazione l'ignoranza totale in cui la Rai tiene gli italiani: secondo la legge il servizio c.d pubblico della Rai un mese prima della presentazione delle liste ha il dovere di informare i cittadini sulle modalità per la sottoscrizione delle liste e l'autenticazione delle firme; manco a dirlo la Rai, il servizio poco pubblico e molto partitocratico, ha completamente disatteso il dettato della legge.
La questione è grave, la Lista Bonino-Pannella rischia di non potersi candidare alle prossime regionali, nella più totale indifferenza dei cittadini (tenuti all'oscuro dei loro diritti) e soprattutto delle Istituzioni. Tanto il problema della raccolta firme non sembra affatto assillare i partiti più grandi (usi a pratiche poco limpide per aggirare questo noioso step pre-elettorale). Con la conseguenza che l`onere della raccolta firme, nato per arginare le candidature temerarie e le liste senza rappresentatività, è di fatto diventato uno strumento per impedire l'accesso alle elezioni di quelle forze politiche che vivono fuori dal recinto partitocratico
Ebbene se i vulnus alla democrazia arrivano già a questo stadio (ovvero alla base) del processo elettorale che porta alla designazione dei nostri rappresentanti, c'è ben poco da scandalizzarsi poi quando, cadendo dalle nuvole, ci accorgiamo del marcio che c'è nell'amministrazione della cosa pubblica. Un sistema malato si estirpa alla radice - le leggi ci sono - , non si combatte potando qualche rametto.
Per questo motivo, a sostegno di Emma Bonino e della Lista Bonino, per la legalità e l'effettiva democraticità delle prossime elezioni regionali, contro l'ipocrisia e l'illegalità dilagante, anch'io partecipo allo sciopero della fame di 24 ore a partire dalla mezzanotte di questa sera.
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