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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

giovedì 14 gennaio 2010

MUSICLIBRARY 110 anni fa la prima della Tosca

Il 14 gennaio 1900 a Roma, presso il Teatro Costanzi (oggi Teatro dell'Opera), andò in scena la prima della Tosca, opera in tre atti di Giacomo Puccini (libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica), in ordine cronologico la quinta delle dieci opere liriche che hanno reso immortale il Maestro di Torre del Lago. Anche se Puccini cominciò a lavorare all'opera nel 1896, l'idea gli venne nel 1889, quando a Milano rimase molto colpito dalla trama della pièce “Tosca” del drammaturgo francese Victorien Sardou, tanto che immediatamente accarezzò l'idea di musicarla e ricavarne un'opera lirica. L'opera è un dramma d'amore d'ambientazione storica: si svolge infatti sullo sfondo della Roma dell'anno 1800, ovvero dopo la caduta della Prima Repubblica Romana e nel pieno della seconda campagna di Napoleone in Italia. E' proprio il contesto politico a condannare i due amanti ad un comune tragico destino.
La prima della Tosca fu un grande evento mondano, alla presenza tra gli altri del Presidente del Consiglio Pelloux, di molti alti funzionari dello Stato, di gran parte della nobiltà romana, e di grandi compositori come Franchetti, Mascagni, Cilea.
I minuti precedenti l'inizio della rappresentazione furono concitati: si temevano azioni di disturbo da parte dei rivali di Puccini, o da parte degli anarchici, e immancabilmente quindici minuti prima dell'inizio del primo atto alla polizia giunse voce di un allarme bomba nel teatro, rivelatosi poi infondato. Dopo pochi minuti dall'inizio dell'Opera il Direttore d'orchestra Leopoldo Mugnone fu costretto a interrompere la rappresentazione per via dei forti brusii provenienti dalla platea: ma non erano proteste rivolte al palcoscenico, quanto piuttosto verso i ritardatari che stavano tentando di forzare uno degli ingressi della sala. L'opera poi riprese da capo e fu eseguita senza ulteriori interruzioni fino alla fine. Tra il primo ed il secondo atto arrivò a teatro anche la Regina Margherita, che aveva preannunciato la sua presenza all'evento.
Il primo impatto sul pubblico e sulla critica non fu un granché, ma attorno all'opera si era creata molta, troppa attesa dopo l'enorme successo che Puccini aveva ottenuto quattro anni prima con La Boheme. Ben presto però Tosca conquistò i favori di tutti: al Teatro Costanzi le repliche furono addirittura venti, col teatro sempre esaurito, e in appena tre anni venne rappresentata praticamente in tutto il mondo.
Seppur zavorrato dal peso dell'incredibile successo della sua opera precedente, con cui agli occhi dei critici e degli appassionati doveva misurarsi in un inevitabile confronto, Puccini alla fine riuscì ancora una volta a cogliere nel segno, grazie soprattutto alla sua vena melodica imponente ed orecchiabile: tanto che già durante quella poco felice prima rappresentazione del 14 gennaio 1900 furono richiesti ed eseguiti i bis per le arie “Vissi d'Arte” (II atto) e “E Lucevan le Stelle” (III atto).
Una per atto (nel primo Mario Cavaradossi intona “Recondita Armonia”), queste tre romanze sono diventate pietre miliari della storia della lirica, e hanno brevemente conquistato fama mondiale, conosciute e riconosciute oggi anche dai più digiuni di questa forma d'arte.
“E lucevan le Stelle” canta il Cavaradossi nel III atto, chiuso nelle carceri di Castel Sant'Angelo, prima dell'esecuzione della sua condanna a morte, rimembrando il suo amore per Tosca, amore che in quegli ultimi istanti tanto gli fa amare la vita.

Brano: E Lucevan le Stelle, Franco Corelli
In evidenza: la grandezza-pop di Puccini


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