Con la legge 99/09 (artt. 25 e 26) approvata lo scorso 23 luglio, il Governo ha sancito ufficialmente il ritorno dell'Italia al nucleare. (Puoi leggere maggiori dettagli in merito allo stato dell'arte in questo mio articolo di circa un mese fa: L'Italia torna al nucleare. Scelta saggia? ) Nel 2010 dovranno essere identificati i siti per la realizzazione delle 4 centrali nucleari che si intendono realizzare. Come ho già evidenziato in un post precedente è intenzione del Governo affrontare la questione dopo il voto alle regionali. Non è un caso.
Nimby, ovvero “Not In My Back Yard (non nel mio cortile): è la sindrome per cui i cittadini e gli enti locali, anche se d'accordo in linea di principio, non gradiscono comunque la costruzione sul proprio territorio di impianti utili alla collettività ma ritenuti nocivi per il territorio stesso e per le popolazioni locali (come inceneritori, discariche, centrali elettriche o appunto nucleari). Il Governo ha intenzione di superare la sindrome Nimby con cospicue compensazioni economiche alle popolazioni dei territori interessati, magari per trasformare la sindrome Nimby in Pimby (Please In My Back Yard). Ma a parte la questione d'opportunità di queste elevate compensazioni ( è giusto “comprare” il favore delle popolazioni e degli enti locali col denaro? E facendolo magari nelle zone del paese più povere e bisognose di pubblica liquidità? E questi soldi non potrebbero essere spesi meglio?), il vero punto da chiarire è su quali Regioni intende fare affidamento l'esecutivo, sulla scorta delle indicazioni tecniche sulle aree geografiche più idonee fornite da Enea e dalla nascente Agenzia per la sicurezza nucleare. Difatti le uniche Regioni che nei mesi scorsi avevano fatto timide aperture circa la possibilità di ospitare sul proprio territorio una centrale nucleare adesso sembrano fare passi indietro: è notizia di pochi giorni fa che l'Assemblea regionale della Sicilia ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegna il governo di Lombardo ad opporsi a qualsiasi ipotesi di installazioni di centrali nucleari. Al di là degli aspetti politici che potrebbero aver portato a questo cambio d'orientamento del Governatore siciliano Raffaele Lombardo (ovvero la rottura tra il movimento di quest'ultimo ed il Pdl), si tratta comunque di un altra rogna per il Governo. L'altra Regione che in passato si era detta disponibile era il Veneto, governato da Galan, a cui però ora come candidato del centro-destra alle prossime regionali è stato preferito per equilibri interni alla coalizione il leghista Zaia, attualmente Ministro per le politiche agricole e forestali, il quale si è già espresso abbastanza chiaramente contro la possibilità di centrali nucleari nella sua Regione.
Ergo mi permetto un paio di osservazioni.
Primo. Il Governo, che finora ha coinvolto molto poco gli altri attori politici nelle sue decisioni sul nucleare, comincia ad essere in difficoltà, e vedremo dopo le elezioni di fine marzo come si muoverà. Forse, ma è una vana speranza, si renderà conto che non bastano le compensazioni economiche: non si possono sempre risolvere i problemi comprando il favore di chi non è d'accordo; è piuttosto preferibile ascoltare i cittadini e muoversi di concerto con gli attori locali.
Secondo. Sarebbe parecchio utile ed interessante se tutti e 15 i candidati governatori del centro-destra esprimessero chiaramente i loro orientamenti sul nucleare, perché questo non sembra certo essere un punto secondario in questa campagna elettorale. Ma è comprensibile che essi glissino sulla questione (come per esempio ha finora fatto la candidata del Pdl nel Lazio, Renata Polverini: “va tutto rivisto” ha affermato , ma esattamente che significa?). Se esprimessero la loro contrarietà alla possibilità di centrali nelle Regioni in cui sono candidati si creerebbero ovvi imbarazzi con la coalizione e col Governo; se invece si pronunciassero a favore rischierebbero di perdere consensi.. Poverini.. Come ne usciranno??
Primo. Il Governo, che finora ha coinvolto molto poco gli altri attori politici nelle sue decisioni sul nucleare, comincia ad essere in difficoltà, e vedremo dopo le elezioni di fine marzo come si muoverà. Forse, ma è una vana speranza, si renderà conto che non bastano le compensazioni economiche: non si possono sempre risolvere i problemi comprando il favore di chi non è d'accordo; è piuttosto preferibile ascoltare i cittadini e muoversi di concerto con gli attori locali.
Secondo. Sarebbe parecchio utile ed interessante se tutti e 15 i candidati governatori del centro-destra esprimessero chiaramente i loro orientamenti sul nucleare, perché questo non sembra certo essere un punto secondario in questa campagna elettorale. Ma è comprensibile che essi glissino sulla questione (come per esempio ha finora fatto la candidata del Pdl nel Lazio, Renata Polverini: “va tutto rivisto” ha affermato , ma esattamente che significa?). Se esprimessero la loro contrarietà alla possibilità di centrali nelle Regioni in cui sono candidati si creerebbero ovvi imbarazzi con la coalizione e col Governo; se invece si pronunciassero a favore rischierebbero di perdere consensi.. Poverini.. Come ne usciranno??
E tu come la pensi? Vota qui a fianco il sondaggio sul ritorno dell'Italia al nucleare! (sondaggio chiuso)
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