Se nel corso degli anni le istituzioni belghe hanno mancato nel perseguire efficaci politiche d'integrazione sociale parallelamente agli imponenti flussi migratori degli ultimi due decenni, è altrettanto vero che la polizia belga non è stata in grado di fronteggiare la conseguente e crescente domanda di sicurezza urbana proveniente da una città come Bruxelles, dove convivono fianco a fianco la (benestante) comunità internazionale dei funzionari delle istituzioni comunitarie e le varie comunità di immigrati, principalmente maghrebini ma non solo, che soffrono di emarginazione e disagio sociale, col risultato di una situazione sempre più esplosiva dal punto di vista della criminalità e della sicurezza urbana.
Così purtroppo nella capitale europea non sono rari episodi come quello nel video qui sopra, fatto circolare su internet e tv per volontà della polizia belga, che a distanza di mesi dall'accaduto ha deciso di rendere pubbliche le immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso per provare a dare una svolta alle indagini, al momento ancora ad un punto morto. Si tratta di un'aggressione estremamente violenta subìta la notte di capodanno da un 22enne bulgaro, stagiaire presso la Commissione europea, nella stazione della metro di Port de Namur (zona molto centrale); qui dopo un breve alterco tre uomini di colore hanno pesantemente infierito sul ragazzo, e dopo averlo ripetutamente colpito, lo hanno gettato sui binari sottostanti, facendogli fare un volo di una decina di metri, in cui tra l'altro il malcapitato ha sbattuto la testa sulla pensilina. Il ragazzo bulgaro è vivo per miracolo, ma a distanza di tre mesi versa ancora in gravi condizioni.
Il video è stato fatto circolare ai primi di aprile, ma già a marzo, per fare un esempio, la tv francese si era occupata della crescente pericolosità delle strade di Bruxelles, chiedendosi se Bruxelles sia diventata il "Bronx", e riferendosi a tanti altri episodi, tra cui le aggressioni con rapina subite di recente da due europarlamentari (la tedesca Angelika Niebler e l'estone Vilja Savisaar) giusto fuori dal parlamento europeo, ovvero in una zona ritenuta altamente sicura.
Nel 2007 fece scalpore un'altra aggressione particolarmente brutale avvenuta nella metro di Bruxelles, fermata Delta: in questo caso un funzionario della STIB, la società dei trasporti brussellese, fu malmenato per essere derubato; tuttavia anche dopo che gli fu prelevato il portafoglio una delle bestie infierì sul suo corpo inerme con calci e saltandoci sopra con estrema violenza.
Ma risale al 12 aprile 2006 l'episodio che più scioccò il Belgio: Joe Van Holsbeeck, un 17enne belga, venne ucciso con 5 coltellate da due zingari polacchi alle 4:30 del pomeriggio alla Gare Centrale di Bruxelles, durante un tentativo di furto del suo l'ipod. Stazione centrale, pieno giorno.
Se questi sono stati gli episodi che hanno avuto più risalto sulla stampa e più hanno impressionato l'opinione pubblica, sono però i numeri complessivi a far riflettere. Mentre le istituzioni locali minimizzano, spiegando che i dati sui crimini a Bruxelles non mostrano particolari impennate, Euobserver riporta invece come questi siano in crescita non tanto nei quartieri come Anderlecht e Saint Josse, la cui pericolosità è assodata da tempo, ma proprio nei quartieri più centrali frequentati dalla comunità internazionale (politici, funzionari, stagiaires) come Etterbeek e Saint Gilles.
Oltre alla frequenza di furti, rapine, aggressioni, ciò che impressiona è la violenza gratuita che spesso accompagna questi reati, e una certa sottovalutazione della situazione da parte delle autorità locali e delle forze dell'ordine, tanto che la stampa straniera, quella tedesca in particolare, non ha mancato di accusare più volte le autorità belghe di lassismo. Ed ora anche le stesse istituzioni europee stanno alzando la voce chiedendo più impegno da parte del comune e della polizia nel garantire sicurezza per le strade di Bruxelles.
E così ultimamente è molto facile trovare sui vari forum online (per esempio in questo) post che mettono in guardia chi si deve recare a Bruxelles, informando per esempio circa la pericolosità di alcuni quartieri di notte, o consigliando di rimanere in zone affollate, quando non proprio di restarsene direttamente a casa la sera. Non proprio un bel modo di vivere..
Quali che siano i numeri rispetto alle altre capitali europee, la situazione di Bruxelles è particolare perché deriva dalla già citata vicinanza tra zone benestanti e zone degradate, che porta ad un massiccio incontro-scontro tra persone che vivono realtà molto diverse, il che accresce il risentimento e la frustrazione dei meno fortunati. In Belgio non è come in Francia dove l'emarginazione e la mancata integrazione sono sotto gli occhi di tutti: in Belgio e a Bruxelles le banlieues non esistono, ma evidentemente non è per questo che non si può parlare di una politica d'immigrazione e di integrazione completamente fallimentare; e il fallimento ora sta producendo i suoi effetti nefasti su una città una volta ritenuta tranquilla e sicura. Una volta.
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