E' stata una vera disgrazia...
1.Perché che Silvio Berlusconi, (come premier ma anche come semplice cittadino) venga aggredito fisicamente per le proprie opinioni, è indegno di un paese civile. Le immagini del Cavaliere ferito, sanguinante, dolorante, visibilmente sotto-shock fanno male a qualsiasi italiano, e a qualsiasi persona di buon senso che aborrisce la violenza.
2.Perché, sinceramente, si prova dispiacere per qualsiasi persona che sia vittima di un gesto violento e pieno di odio, e Silvio Berlusconi è anche lui una persona: chiunque subisce un'aggressione vive un trauma, non solo fisico, che necessita di tempo per essere rimosso; tra l'altro ha colpito tutti vedere l'”invincibile” ed “eterno” Berlusconi sofferente e spaesato, tornato per un attimo nella veste mortale di uomo di 73 anni.
3.Perché i veri avversari politici, quelli leali, ovvero coloro che nei modi conformi ai principi democratici avversano le idee politiche del Cavaliere, si sentono anch'essi colpiti dal vile gesto di Tartaglia: Berlusconi vorrebbero estrometterlo dal governo della cosa pubblica battendolo sul campo del confronto politico. Inoltre - bisogna dirlo senza l'ipocrisia dilagante di questi giorni - sicuramente ora c'è il timore che Berlusconi possa godere di un inevitabile, fisiologico, positivo "effetto-martire" sull'opinione pubblica.
4.Perché l'immagine dell'Italia ha subìto un ennesimo duro colpo, ed è sempre più quella di un paese fuori dalle righe, non tanto nel bene ma soprattutto nel male.
5.Perché in Italia niente di ciò che accade viene visto semplicemente per quello che è, e quindi l'aggressione di Tartaglia è stata più o meno esplicitamente interpretata da alcuni esponenti dell'opposizione (Di Pietro, Bindi) come la conseguenza di chi ha seminato vento e ha così raccolto tempesta..mentre dall'altra parte altrettanto pericolosamente tutto il centrodestra ha addebitato la responsabilità di quanto successo alla demonizzazione montata dalla sinistra attorno alla figura del premier. In realtà sarebbe il caso che almeno per una volta si evitasse il pericoloso gioco delle accuse reciproche sulle responsabilità per il “clima di odio nel paese” e si rimanesse ai fatti, e si tenesse quindi bene a mente che quel che è stato è stato il gesto di uno squilibrato, mosso sì da motivazioni politiche, ma anche e soprattutto dalla sua psicolabilità. Punto. Del resto da che mondo è mondo la cronaca è piena di episodi di mitomani che aggrediscono personaggi pubblici. Questa volta il vizio italiano a voler sempre cercare significati "dietrologi" negli avvenimenti potrebbe essere foriero di spiacevoli conseguenze, tra le quali:
6.Un clima tra le forze politiche che non è affatto detto che si rassereni.
7.Il rischio che ora si approfitti di quanto successo in rete nelle ore successive ai fatti del Duomo per realizzare un progetto caro ad alcuni esponenti del governo e della maggioranza. Domenica, in tarda serata, poche ore dopo l'aggressione, in un paese dove il digital divide è ancora molto ampio , ma dove le statistiche indicano un'altrettanta ampia diffusione tra giovani e giovanissimi di internet sul cellulare e dei social networks, sono apparsi sulle prime pagine di molti giornali titoli sui gruppi rapidamente creati su Facebook e inneggianti Tartaglia, e che per il loro “affollamento” hanno provocato la giusta indignazione. E' probabile ora che con un'azione legislativa lampo il governo possa cogliere la palla al balzo e regolare per la prima volta una materia ostica: non solo il dovuto oscuramento dei siti e delle pagine che esplicitamente istigano alla violenza, ma la questione più generale e complessa relativa ad eventuali meccanismi di controllo su quanto pubblicato su internet, la quale garantisce la libertà d'espressione anche con il principio dell'anonimato, che si vorrebbe limitare. Così per regolare deprecabili fenomeni, ormai molto ricorrenti, che riguardano la parte meno nobile del web, si rischia di colpire nel nostro paese la libertà di espressione ed opinione, perché il terreno è obiettivamente molto scivoloso: chi controllerà? Chi giudicherà? Quando un contenuto sarà censurabile? Ovvero quale sarà il confine tra il pubblicabile e l'impubblicabile? E come verrà stabilito questo confine? A meno di non voler prendere esempio dalla Cina, sarebbe auspicabile andarci coi piedi di piombo, quantomeno perché si tratta di materia nuova e estremamente delicata.
8.La certezza che adesso, per giorni e giorni, ancora una volta, per l'ennesima volta - ed è per questo che è stata veramente una disgrazia - un episodio riguardante non la politica ma il personaggio politico (spessissimo è il premier, ma per esempio è stato lo stesso con Marrazzo) monopolizzerà l'attenzione del dibattito politico, della stampa, dell'opinione pubblica, distogliendoci tutti dalle “solite” questioni urgenti del paese, che per un motivo o per un altro rimangono sempre sullo sfondo, specie in questa fase: c'è sempre qualcosa di ancor più attuale da sistemare prima di poterle trattare. Ora bisogna superare questo momentaccio e ricostruire un clima sereno. Amen.
1.Perché che Silvio Berlusconi, (come premier ma anche come semplice cittadino) venga aggredito fisicamente per le proprie opinioni, è indegno di un paese civile. Le immagini del Cavaliere ferito, sanguinante, dolorante, visibilmente sotto-shock fanno male a qualsiasi italiano, e a qualsiasi persona di buon senso che aborrisce la violenza.
2.Perché, sinceramente, si prova dispiacere per qualsiasi persona che sia vittima di un gesto violento e pieno di odio, e Silvio Berlusconi è anche lui una persona: chiunque subisce un'aggressione vive un trauma, non solo fisico, che necessita di tempo per essere rimosso; tra l'altro ha colpito tutti vedere l'”invincibile” ed “eterno” Berlusconi sofferente e spaesato, tornato per un attimo nella veste mortale di uomo di 73 anni.
3.Perché i veri avversari politici, quelli leali, ovvero coloro che nei modi conformi ai principi democratici avversano le idee politiche del Cavaliere, si sentono anch'essi colpiti dal vile gesto di Tartaglia: Berlusconi vorrebbero estrometterlo dal governo della cosa pubblica battendolo sul campo del confronto politico. Inoltre - bisogna dirlo senza l'ipocrisia dilagante di questi giorni - sicuramente ora c'è il timore che Berlusconi possa godere di un inevitabile, fisiologico, positivo "effetto-martire" sull'opinione pubblica.
4.Perché l'immagine dell'Italia ha subìto un ennesimo duro colpo, ed è sempre più quella di un paese fuori dalle righe, non tanto nel bene ma soprattutto nel male.
5.Perché in Italia niente di ciò che accade viene visto semplicemente per quello che è, e quindi l'aggressione di Tartaglia è stata più o meno esplicitamente interpretata da alcuni esponenti dell'opposizione (Di Pietro, Bindi) come la conseguenza di chi ha seminato vento e ha così raccolto tempesta..mentre dall'altra parte altrettanto pericolosamente tutto il centrodestra ha addebitato la responsabilità di quanto successo alla demonizzazione montata dalla sinistra attorno alla figura del premier. In realtà sarebbe il caso che almeno per una volta si evitasse il pericoloso gioco delle accuse reciproche sulle responsabilità per il “clima di odio nel paese” e si rimanesse ai fatti, e si tenesse quindi bene a mente che quel che è stato è stato il gesto di uno squilibrato, mosso sì da motivazioni politiche, ma anche e soprattutto dalla sua psicolabilità. Punto. Del resto da che mondo è mondo la cronaca è piena di episodi di mitomani che aggrediscono personaggi pubblici. Questa volta il vizio italiano a voler sempre cercare significati "dietrologi" negli avvenimenti potrebbe essere foriero di spiacevoli conseguenze, tra le quali:
6.Un clima tra le forze politiche che non è affatto detto che si rassereni.
7.Il rischio che ora si approfitti di quanto successo in rete nelle ore successive ai fatti del Duomo per realizzare un progetto caro ad alcuni esponenti del governo e della maggioranza. Domenica, in tarda serata, poche ore dopo l'aggressione, in un paese dove il digital divide è ancora molto ampio , ma dove le statistiche indicano un'altrettanta ampia diffusione tra giovani e giovanissimi di internet sul cellulare e dei social networks, sono apparsi sulle prime pagine di molti giornali titoli sui gruppi rapidamente creati su Facebook e inneggianti Tartaglia, e che per il loro “affollamento” hanno provocato la giusta indignazione. E' probabile ora che con un'azione legislativa lampo il governo possa cogliere la palla al balzo e regolare per la prima volta una materia ostica: non solo il dovuto oscuramento dei siti e delle pagine che esplicitamente istigano alla violenza, ma la questione più generale e complessa relativa ad eventuali meccanismi di controllo su quanto pubblicato su internet, la quale garantisce la libertà d'espressione anche con il principio dell'anonimato, che si vorrebbe limitare. Così per regolare deprecabili fenomeni, ormai molto ricorrenti, che riguardano la parte meno nobile del web, si rischia di colpire nel nostro paese la libertà di espressione ed opinione, perché il terreno è obiettivamente molto scivoloso: chi controllerà? Chi giudicherà? Quando un contenuto sarà censurabile? Ovvero quale sarà il confine tra il pubblicabile e l'impubblicabile? E come verrà stabilito questo confine? A meno di non voler prendere esempio dalla Cina, sarebbe auspicabile andarci coi piedi di piombo, quantomeno perché si tratta di materia nuova e estremamente delicata.
8.La certezza che adesso, per giorni e giorni, ancora una volta, per l'ennesima volta - ed è per questo che è stata veramente una disgrazia - un episodio riguardante non la politica ma il personaggio politico (spessissimo è il premier, ma per esempio è stato lo stesso con Marrazzo) monopolizzerà l'attenzione del dibattito politico, della stampa, dell'opinione pubblica, distogliendoci tutti dalle “solite” questioni urgenti del paese, che per un motivo o per un altro rimangono sempre sullo sfondo, specie in questa fase: c'è sempre qualcosa di ancor più attuale da sistemare prima di poterle trattare. Ora bisogna superare questo momentaccio e ricostruire un clima sereno. Amen.
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