Stefano Lucidi la sera del 22 maggio 2008, seppur da anni privo di abilitazione alla guida, si trova al volante della sua vettura di grossa cilindrata e sta animatamente litigando con la ragazza, quando passa a grande velocità un semaforo rosso sulla Nomentana, e investe un motorino uccidendo un ragazzo ed una ragazza, rispettivamente di 22 e 23 anni. Non presta soccorso, anzi scappa e si preoccupa di nascondere la macchina. Accusato - primo caso in Italia – di omicidio volontario, in sede d'appello però l'accusa viene derubricata ad omicidio colposo, con conseguente riduzione della pena da 10 a 5 anni. Stefano L. ha ucciso due persone, due ventenni, e tra 5 anni sarà fuori.
Stefano Cucchi il 15 ottobre 2009 viene arrestato perché in possesso di 20 grammi di marihuana. Il 22 ottobre i genitori ricevono la notifica del decreto con cui il pm dispone l'autopsia sul corpo del figlio, e così scoprono che è morto. Le indagini sono in corso, molte circostanze vanno appurate, ma due dati di fatto sono incontestabili: primo, Stefano C. è morto mentre era sotto custodia dello Stato, e, secondo, sicuramente non sarebbe morto lo stesso se lì non si fosse trovato. Stefano C. aveva con sé 20 grammi di erba, e non c'è più.
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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)
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