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[...]Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è la saggezza, perciò questa è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia saggia, bella e giusta, né vita saggia, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili[...] (Epicuro, Lettera a Meneceo)

lunedì 16 novembre 2009

VERSUS Stefano L. vs Stefano C. (ragazzi di Roma)

Stefano Lucidi la sera del 22 maggio 2008, seppur da anni privo di abilitazione alla guida, si trova al volante della sua vettura di grossa cilindrata e sta animatamente litigando con la ragazza, quando passa a grande velocità un semaforo rosso sulla Nomentana, e investe un motorino uccidendo un ragazzo ed una ragazza, rispettivamente di 22 e 23 anni. Non presta soccorso, anzi scappa e si preoccupa di nascondere la macchina. Accusato - primo caso in Italia – di omicidio volontario, in sede d'appello però l'accusa viene derubricata ad omicidio colposo, con conseguente riduzione della pena da 10 a 5 anni. Stefano L. ha ucciso due persone, due ventenni, e tra 5 anni sarà fuori.

Stefano Cucchi il 15 ottobre 2009 viene arrestato perché in possesso di 20 grammi di marihuana. Il 22 ottobre i genitori ricevono la notifica del decreto con cui il pm dispone l'autopsia sul corpo del figlio, e così scoprono che è morto. Le indagini sono in corso, molte circostanze vanno appurate, ma due dati di fatto sono incontestabili: primo, Stefano C. è morto mentre era sotto custodia dello Stato, e, secondo, sicuramente non sarebbe morto lo stesso se lì non si fosse trovato. Stefano C. aveva con sé 20 grammi di erba, e non c'è più.

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